
CAZZI E CASSEL - "GQ" FA 200 CON UNA INTERVISTA ALL'EX DELLA BELLUCCI: ''LE DONNE OSANNANO UN UOMO E POI, DOPO UN SOLO SBAGLIO, LO CONSIDERANO PERVERSO, MANIPOLATORE E NARCISO'' - ''GLI UOMINI HANNO UN SERIO PROBLEMA CON IL DESIDERIO... MA LA MORALE NON FA PER ME''
Giovanni Audiffredi per GQ - www.gqitalia.it
Si è svegliato presto, Vincent Cassel. Non si è curato di nulla. Nemmeno della colazione. Ha solo preso l’auto ed è ruzzolato sul set di GQ. L’aria stropicciata è il suo dress code. «Aux âmes bien nées, la valeur n’attend point le nombre des années». Non è suo. È un verso di Pierre Corneille, uno dei passi più celebri de Le Cid sparato a bruciapelo, quasi come incipit della conversazione.
Tipica citazione da parigini intellettuali e snob. Significa che il proprio valore non dipende dagli anni di vita. In realtà sarebbe preceduta da un inequivocabile «Je suis jeune, il est vrai, mais…», ma Cassel ha tagliato il riferimento alla gioventù. E non è bello farglielo notare. Anche perché la questione dell’età evidentemente lo tormenta.
Quest’anno va per i 50, nelle sale è appena passato Un momento di follia, in cui si lascia sedurre dalla figlia minorenne del suo migliore amico e poi ha ancora qualche livido dall’ultimo episodio di Jason Bourne, che in Italia arriverà il 1? settembre. Nel quale, come da copione di una lunga carriera, fa il killer. «Ma è un fatto che non ho più l’età per certe cazzate. Cado, corro, schivo, faccio a botte per tre giorni. Me la cavo ancora bene, anche se mi fa male dappertutto. Ma è che Jason Bourne non è roba da attori».
In che senso?
L’interpretazione è praticamente nulla. Ma il regista Paul Greengrass viene dal giornalismo e dai documentari. Mette qualcosa nei film che li fa decollare. È la forza di chi sa raccontare. Le situazioni di Bourne sono assurde, ma lui ha trovato un tono per cui tutto quello che accade sembra reale.
Ne ha parlato con Matt Damon, che ha fatto cinque episodi?
Certo, con sincerità. Lui è perfetto, molto asettico, basico, determinato. È bravissimo a fare l’eroe americano. Intendiamoci, è figo essere nel cast. Lo vede tutto il mondo.
È forse una delle ultime volte che può fare un film così?
Provi a dirlo a Tommy Lee Jones, che ha 69 anni. La mia età non mi spaventa. Siamo noi cinquantenni a fare paura per quanto ci regge ancora il fisico. Il punto è un altro: è quello che voglio fare da grande?
Lei è già grande.
Ma posso ancora crescere. Vorrei affrontare la sfida da regista. Mi piace questa forma di neorealismo che sta contaminando di nuovo il cinema. La macchina da presa meno condotta, libera di farsi impressionare dalla forza delle immagini. Il cinema ha bisogno di liberare energie, anche attraverso l’improvvisazione. L’ho fatto molto con Mon roi.
È stato molto criticato però, le hanno dato del maschio violento e insensibile. E malgrado fosse in lizza per vincere il César come migliore attore francese, ha disertato la premiazione. La cosa è stata notata.
Stavo lavorando. E mi sono dimenticato.
Dica la verità, le giravano le scatole.
E va bene. Quest’anno la Francia è in crisi d’identità. Sapevo che avrebbe vinto un film sociale. Al César vota un microcosmo fatto di 3.500 persone. Abitano tutte nell’VIII e nel XVII arrondissement. Lo so perché sono i miei vicini di casa, tutti privilegiati come me. Credo avessero voglia di mettersi la coscienza a posto scegliendo Vincent Lindon con La legge del mercato, un film sulla disoccupazione. Allora mi sono detto che non valeva la pena di scapicollarsi per arrivare in tempo a una cerimonia.
Non possono vincere sempre le storie d’amore.
Certo che no. Io ho vinto nel 2008 con Nemico pubblico n.1, la vita del criminale più famoso di Francia. Ma diciamo che il mio ruolo in Mon roi dipingeva quello che la maggioranza delle donne definirebbero un vero bastardo. È un film che colpisce l’autostima femminile e in molte hanno avuto vergogna nel rivedere qualcosa che probabilmente gli è accaduto.
Ovvero?
Avere a che fare con un uomo che prima hanno osannato e poi, per via di un solo sbaglio, considerano perverso, manipolatore e narciso. In pratica, tutte le cose che le donne attribuiscono a noi uomini quando perdono il controllo sulla nostra vita. Quanta ipocrisia. Io penso, invece, che gli uomini abbiano un serio problema con il desiderio: è quello, in fin dei conti, il motore che fa perdere la ragione e fa commettere degli errori.
È risaputo che lei è allergico alla coppia, per non dire al matrimonio. Neanche Monica Bellucci è riuscita a farle cambiare idea.
Mio padre diceva sempre: «Non si sa mai cosa accade tra un uomo e una donna quando la porta della camera da letto è chiusa. Tutto può essere». Il mistero della coppia è molto suggestivo, perché altrettanto indecifrabile. Lo è per le persone più care e coinvolte, figurarsi per quelle che parlano e basta. Credo che in generale, invece, la cosa sia diversa.
La libertà, giusto? Un altro tema che le è caro.
Monica Bellucci e Vincent Cassel - Copyright Lapresse
La ricerca di spazi propri viene sempre mal sopportata. Per questo credo che la coppia incarni un concetto di protezione della società. Il tempo passa in modo diverso per noi uomini, rispetto alle donne. In una relazione loro cercano una sorta di sicurezza, una polizza di assicurazione per sempre.
Pensi quando dovrà spiegarlo alle sue figlie Deva e Léonie. Come la prenderanno?
Hanno ancora undici e sei anni, non è che parliamo proprio di tutto. Ma quando guardo i cartoni animati di Walt Disney con loro, alla fine gli dico sempre: «Sappiate che tutto questo non è vero, la vita non va a finire così».
E cosa si inventa?
Cerco di spiegare l’illusione del romanticismo: ci piace tanto, ma è effimera. Non è che penso che l’amore non esista, ma che la coppia alla lunga deve accettare dei compromessi per rimanere tale. Loro sono di una generazione diversa, fatta di donne che saranno più libere, donne che di queste cose vogliono sbarazzarsi.
La bella e la bestia il film VINCENT CASSEL LEA SEYDOUX
Che rapporto ha costruito, malgrado il divorzio?
Oscar Wilde diceva che “i figli iniziano amando i loro genitori, in seguito li giudicano. Raramente, se non mai, li perdonano”. Spero a me vada meglio. Le mie figlie hanno vita più veloce, più ricca di suggestioni, ma non per questo vanno prese per la gola. Hanno diritto a una crescita graduale. Faccio parecchi errori come padre, ma mi consolo pensando che alla fine si impara di più dagli errori dei propri genitori che dalle cose buone che hanno cercato di fare per noi.
Ha qualcosa da rimproverarsi?
Avrei dovuto essere più presente con le persone che amo. Essere lì fa la differenza.
Sarà pure un film, ma in Un momento di follia lei finisce a letto con Lola Le Lan, che interpreta una ragazza di 17 anni.
Mi è successo di avere storie di sesso con donne molto più giovani. Certo il fattore minorenne complica parecchio la vicenda. Ma giudicare le situazioni dal punto di vista morale non fa per me. Si può essere maturi a qualsiasi età nel modo di affrontare la vita. Oppure essere dei vecchi mai cresciuti, bambini fino alla morte, incapaci di assumersi delle responsabilità. Ma non è questa la cosa peggiore del film.
E qual è, invece?
Che la ragazza è la figlia del mio migliore amico. Il vero problema è aver tradito lui. Questa è la cosa brutta. Non temo una vita fatta anche di solitudine, anzi la preferisco. Alla storia degli uomini come animali sociali non ci credo. La tolleranza degli altri è alla base della socialità. Ma a qualche buona amicizia ci tengo.
Lei è tollerante?
partisan di ariel kleiman cassel barba 316x201
Sempre meno. Ultimamente, poi, ho qualche problema con la religiosità. Io non ho paura. Non mi importa di farmi dei nemici: la nostra rivoluzione ha stabilito un valore inestimabile separando Stato e Chiesa. Sono profondamente laico, rispetto la fede di tutti, ma questo aggrapparsi al credo come identità culturale è un radicale passo indietro. Vorrei davvero cancellare dai luoghi pubblici francesi tutto ciò che riguarda la religione.
Da cosa riconosce una buona amicizia?
Quando un maschio racconta a un altro i propri problemi sentimentali lancia una grande sfida di amicizia. È difficile condividere. Esistono delle paure maschili, connesse al sentirsi seduttori, che diventano dei limiti. Invece parlarne con sincerità è un ottimo modo di aprirsi.
A proposito, le hanno attribuito un flirt con Valeria Golino che avrebbe provocato una crisi nella storia con Riccardo Scamarcio. Cosa c’è di vero?
monica bellucci ma vincent cassel
È tutta merda. Non conosco personalmente né Valeria né Riccardo. E non capisco questa passione italiana per i pettegolezzi. Una cosa nella quale perdete moltissimo tempo. E dire che l’Italia è certamente il Paese più elegante d’Europa, con una qualità della vita straordinaria. Perché rovinarsela?
Lei come se la gode quando atterra a Roma?
Mi trovate all’angolo di Campo de’ fiori con un trancio di pizza bianca in mano, mentre mi guardo intorno: avete così tanta bellezza da ammirare.