LA “CATHARSIS” DI LUZ DOPO CHARLIE - GUARDIE DEL CORPO NEL LETTO, OSSESSIONI E ZERO PRIVACY: IL FUMETTISTA LUZ RACCONTA IN UN LIBRO LA SUA VITA DA INCUBO: “L’ATTUALITÀ NON MI INTERESSA PIÙ. ME NE INFISCHIO DI TUTTI QUESTI FATTI BANALI”

LUZLUZ

Luana De Micco per il “Fatto Quotidiano”

 

Un giorno il disegno mi ha abbandonato. Lo stesso giorno in cui anche una manciata di cari amici mi ha lasciato. La sola differenza, è che lui, il disegno, è tornato. Un po’ alla volta. Più scuro e più leggero al tempo stesso. Con questo spettro ho parlato, pianto, urlato, e mi sono riconciliato. Abbiamo cercato di capire. Ci siamo detti, io e il disegno, che non saremmo mai più stati gli stessi”.

 

È il libro di carne e sangue di un sopravvissuto. Più di un semplice albo a fumetti e non solo una testimonianza. È la storia di un omino magro con gli occhiali e un accenno di baffi che, quel 7 gennaio 2015 arrivò tardi in redazione perché era il suo compleanno e si fermò a comprare un dolce da dividere con i colleghi.

 

LUZLUZ

Ma una volta sul posto i suoi amici, Charb, Cabu, Tignous, Wolinski, erano morti. Li avevano uccisi i fratelli Kouachi con i loro kalashnikov. Una pagina rossa si è aperta. È qui che comincia Catharsis, l’albo del dopo strage firmato Luz (uscito ieri in Francia).

 

Il libro che si doveva fare prima di voltare pagina. Il disegnatore, diventato famoso in tutto il mondo per la copertina con il profeta che piange e mostra la scritta “Je suis Charlie”, ha annunciato che lascerà Charlie Hebdo a settembre: “Cerco di riprendere il controllo di me stesso e della mia vita il più possibile.

 

È diventata una delle mie ossessioni dopo tutto questo caos. Non sarò più Charlie Hebdo, ma continuerò a essere Charlie”, ha detto. Lascerà dunque il giornale alla sua convalescenza e alle sue faide interne per la gestione dei milioni di euro raccolti dopo la tragedia, tra doni e maxi-vendite. Più di 4 mesi dopo, i lettori ci sono ancora. È l’ispirazione che non c’è: “L’attualità non mi interessa più. Me ne infischio di tutti questi fatti banali”.

LUZ CATHARSIS 4LUZ CATHARSIS 4

 

Catharsis non parla di islam e di religione, di politica o di laicità. Racconta senza giri di parole di una nuova vita che vomita mostri tutti i giorni. Luz si disegna nudo. Tossisce, tossisce e la sua faccia si sfigura, dalla sua bocca spalancata, enorme, escono altre decine di Luz nudi e sfigurati che tossiscono. “Si fa quel che si può”, conclude l’omino curvo, allontanandosi di schiena. Si disegna come un topo che si nasconde impaurito sotto il termosifone a ogni minimo rumore.

 

In un’altra vignetta, con la faccia rossa di follia, infila una copia di Charlie Hebdo nel forno. Alla sua angoscia dà un nome, Ginette. È un’escrescenza che spunta dallo stomaco e si fa sempre più grande.

LUZ CATHARSISLUZ CATHARSIS

 

“Ginette è nata senza che me ne accorgessi. È apparsa a mano a mano che la paranoia cresceva. Dallo stomaco si insinua in tutto il corpo, anche nella mano, quando trema e non riesce a disegnare. È una sorta di animale domestico che non si può addomesticare.

 

Ma a differenza di un cane, non morirà mai, moriremo insieme”. Le pagine riescono anche a strappare sorrisi. Come nella vignetta in cui, per difendersi dall’assalto dei giornalisti, si abbassa i pantaloni e si infila un microfono nel didietro.

 

O in quell’altra dove, piegato sulla sua pagina bianca, cerca di disegnare qualcosa al riparo dallo sguardo degli uomini della scorta, che lo sorvegliano come corvi alle sue spalle. Che non lo mollano mai, neanche quando va al bagno. E si infilano persino nel suo letto: “Amore sei eccitato?”, gli chiede la compagna. “No – risponde lui – quella è l’arma del collega”.

LUZ CATHARSIS 1LUZ CATHARSIS 1

 

 

 

 

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