I FIGLI SO PIEZZ ’E CORE - IL “LUTTO” CHE IRROMPE NELLA FAMIGLIA QUANDO IL “PUPO” VA A VIVERE DA SOLO (I CANI NON BASTANO)
Elvira Serra per Corriere.it
Ci sono la corsa, il volontariato con il Fai, i tornei di bridge e i seminari di scrittura creativa. Volendo, pure il bungee jumping e l'arrampicata sui ghiacciai, però sono sconsigliabili. Resta un bel cucciolo di cane, possibilmente peloso, docile, pronto a leccare le mani pure a Pietro Gambadilegno durante un furto. Ma che importa, se il migliore amico dell'uomo ci salverà dalla sindrome del nido vuoto, quella nostalgia canaglia che prende quando un figlio lascia casa e va per il mondo (o magari nell'appartamento di fianco).
Barack Obama si è portato avanti. E siccome le sue due figlie Malia e Sasha, 15 e 12 anni, cominciano a passare fuori la maggior parte del tempo tra sport, studio e amici, il presidente degli Stati Uniti si è comprato un cane, Sunny, un «cão de água português», che farà compagnia all'altro, Bo, e ai proprietari quando la sera tornano a casa (Bianca).
Perché saremo pure «archi» dai quali i nostri figli scoccano come frecce (Kahlil Gibran), ma quando arriva quel momento sono dolori per tutti: mamme che magari si sono sempre dedicate solo alla prole, papà che spendevano ogni weekend in giro per parchi, e coppie che a un certo punto si sono scoperte senza più niente da dirsi.
«Io e Alice, la mia primogenita, siamo molto uniti. Quando è partita per studiare un anno negli Stati Uniti aveva sedici anni, oggi ne ha 21. Per me è stato uno choc», racconta il direttore di Videonews Mario Giordano. Ai tempi guidava Il Giornale.
«Scrivere fu la mia terapia. Raccontai come mi sentivo ai lettori, ci scambiammo le esperienze. Oggi alcuni mi chiedono ancora di lei». La cosa più difficile fu resistere alla tentazione di andarla a prendere laggiù, al confine tra il Kentucky e l'Ohio, in galoppo a un cavallo bianco. «L'inizio era duro, ma dovevo trattenermi perché altrimenti per lei sarebbe stata una sconfitta. Dovevo aiutarla a diventare grande». Così cominciò a correre. «Fu il mio sfogo. Rientravo a casa e correvo per un'ora».
Milly Carlucci, invece, somatizzò la scelta di Angelica di formarsi a Londra con mal di stomaco e insonnia permanente. Reagì con un pendolarismo sfrenato. «Ci spostavamo in gruppo: io, mio marito, mio figlio Patrick e i nonni. I primi due anni raggiungevamo Angelica ogni fine settimana, lei poi ha frequentato anche la London School of Economics. Rallentammo un po' quando cominciò a chiedere: "Ma dovete proprio venire?"».
Adesso che anche Patrick studia economia nella City le cose vanno meglio. «Non ci vuole vedere neppure dipinti». E se oggi apprezza di poter fare la sposina, quasi in una luna di miele che non finisce mai, sulle vacanze la conduttrice tivù non transige: «Le dobbiamo passare tutti insieme».
La cosa che tutti patiscono, nel momento in cui i ragazzi prendono il volo, è proprio l'assenza, misurarsi con una stanza vuota, il piatto in meno a tavola, una voce che cambia l'armonia del coro. «à una sensazione di vuoto, ti manca l'andirivieni degli amici, i pranzi che si allargavano all'ultimo minuto, un piacevole sconvolgimento che all'improvviso finisce», racconta lo stilista Antonio Marras, parlando del figlio maggiore Efisio che due anni fa si è trasferito a Parigi per specializzarsi in fotografia alla Parsons.
«E pure se quando torna ad Alghero in casa non ci sta mai, io so che c'è. Quest'estate è stato per tre mesi a Tokyo con la scuola e la separazione mi è sembrata ancora più forte. Ma ci sentivamo ogni giorno per telefono». E poi c'era Peter, il bastardino che Efisio, lungimirante, ha regalato ai genitori il giorno prima di lasciare la Sardegna per la Francia. Come Obama, a ruoli inversi.
BARACK OBAMA E FIGLIE MALIA E SASHAMario Giordano Milly Carlucci ballando ANTONIO MARRAS