E RICORDATI CHE DEVI MORIRE! - L’APP “MEMENTO MORI - WE CROAK OUR TIME” CI RICORDA PIÙ VOLTE AL GIORNO CHE SIAMO DESTINATI A TRAPASSARE - A COSA SERVE? A IMPARARE AD APPREZZARE OGNI SINGOLO MOMENTO DELLA VITA, SENZA DARE TROPPA IMPORTANZA ALLE CAZZATE - LA “RICETTA” DEL BHUTAN: “PER ESSERE FELICI BISOGNA…”
Tutti i giorni ci lasciamo sopraffare da pensieri negativi, ci lamentiamo per piccole cose che non hanno poi così tanta importanza, ci facciamo prendere dall’invidia, dall’ansia, ci arrabbiamo spesso: dimenticandoci che la vita è unica, sacra e preziosa e per questo dobbiamo cercare di essere grati per quello che abbiamo e di godercela.
Per arrivare a questa consapevolezza, in Buthan, considerato il “regno” buddista sull’Himalaya orientale, gli abitanti seguono un proverbio che recita: “Per essere felici bisogna contemplare la morte cinque volte al giorno”.
Sulla base di questa filosofia la pubblicitaria 35enne di Brooklyn Hansa Bergwall e lo sviluppatore Ian Thomas hanno creato l’app We Croak, che invia cinque volte al giorno notifiche per ricordarci che potremmo morire in qualsiasi momento.
L’applicazione manda un promemoria con una citazione legata alla morte, a volte cupa e a volte incoraggiante, per ricordare ai suoi utenti di apprezzare il dono della vita. Nella cultura bhutanese questa tecnica funziona, tanto che il paese è in cima alle classifiche sul tasso di felicità.
Questo piccolo regno di monaci ha creato anche un indicatore apposito: la felicità interna lorda, un indice che sulla falsariga del prodotto interno lordo (Pil), calcola il livello del benessere di un paese. Ci sono ricerche che lo dimostrano: gli abitanti del Bhutan pensando alla morte così spesso sono più grati e felici.
Gli psicologi Nathan DeWall e Roy Baumesiter dell’università del Kentucky, con il loro studio condotto nel 2007 ,hanno concluso che “la morte è un avvenimento psicologicamente devastante e minaccioso ma, quando le persone la contemplano, la reazione immediata è quella di andare alla ricerca di pensieri felici”.
Ma l’app WeCroak non è stato il primo tentativo di sfruttare la tecnologia del ventunesimo secolo per ricordare questa antica pratica spirituale. L’orologio da polso Tikker, inventato dallo svedese Fredrik Colting, è settato per calcolare quanto tempo vivremo. L'”orologio della morte” con il suo conto alla rovescia, stima l’aspettativa di vita di chi lo indossa al polso e mostra come si esaurisca il tempo a disposizione per spronare a godersi l’esistenza che ci rimane.
La morte fa parte della vita, che piaccia o no. Come dicono i buddisti, non dovremmo aver paura di morire più di quanto non temiamo di buttar via i vestiti vecchi. Come afferma la scrittrice americana Linda Leaming, che vive in Bhutan: “In occidente, quando siamo tristi, vogliamo subito capire il perché e risolvere la faccenda. Abbiamo paura della tristezza. È qualcosa da superare, da curare. In Bhutan la morte si accetta e basta”.