L’ARTIGLIO DELLA PALOMBA - È TEMPO DI STREGA, IL PREMIO LETTERARIO PIÙ AMBITO DELL’ANNO, NONOSTANTE LA FINTA INDIFFERENZA DEI FINALISTI, CHE SI AMMAZZEREBBERO (E SI AMMAZZANO) PER VINCERE
Barbara Palombelli per ‘Il Foglio’
Premio Strega ALESSANDRO PIPERNO jpeg
Il conto alla rovescia inizia sempre con una serie di inviti a cocktail organizzati dalle case editrici. I cinque finalisti scrivono messaggi, inviano mail e si segnalano anche con altri mezzi. In palio, la vittoria al premio letterario più ambito e complicato dell’anno. Immobile e identico a se stesso in modo maniacale, lo Strega – come le solenni festività religiose – ha una sua collocazione fissa. Il primo giovedì di luglio l’universo letterario nazionale si ritrova a celebrare uno scontro senza esclusione di colpi.
Villa Giulia sede del Premio Strega
Quest’anno, per la prima volta nella sua storia, la creatura degli adorati Guido e Lucia Alberti – una coppia letteraria che avrebbe meritato davvero un romanzo – avrà fra gli sponsor anche la Confindustria. Ragazzina, mi imbucavo a Valle Giulia per vedere da vicino gli scrittori. Erano come sono oggi: rivalità e antipatie dissimulate, vanità nascosta da finta indifferenza, garellosi più degli atleti. Il concentrato di “i premi non contano” che si sentono in questi giorni crea uno spread incolmabile fra verità e bugia.
IL GIOVANE PUBBLICO DEL PREMIO STREGA DA PUNTARELLAROSSA
Si ammazzerebbero e si ammazzano, per vincere. Un antropologo potrebbe raccontare che – dal Medioevo – la contesa letteraria ha animato le piazze nazionali. Il vincitore – o la vincitrice – metterà la fascetta attorno alla sua creatura. Vincere lo Strega valeva decine di migliaia di copie. Poi arrivarono i contenitori tv, i salotti e le trasmissioni. Ma il fascino del premio non finisce.
GIANRICO CAROFIGLIO AL PREMIO STREGA jpeg
Non lo hanno ucciso i libri elettronici (mia passione recente e assoluta, puoi leggere quello che ti pare senza rendere conto ai curiosi dell’ombrellone vicino), non lo distruggono neppure le conduzioni notturne e le riprese tv sempre un pochino zoppicanti. Niente. Il Sessantotto e le discussioni a sangue sulla follia di girare l’Italia con il libro in mano per beccare la statuetta o la pergamena del sindaco del paesino sembrano appartenere a un passato dimenticato e rimosso.
tiziano scarpa vince il premio strega
Nel regno dei reality, il concorso a premi per il miglior romanzo resta un punto fermo. La gara, riscritta e rivalutata dalle primarie in politica e nella costruzione della leadership, ormai sembra diventata la misura di tutto e di tutti. Per entrare all’università, per stare dopo in cattedra, per esistere nel mondo delle professioni e della comunicazione, si corre sempre verso un traguardo fissato da altri.
Si vince e si perde compilando moduli, dalla casa popolare alla richiesta di un mutuo. Come fossimo tutti concorrenti, il paese sta escludendo i non partecipanti alla folle disfida per esistere. Il lavoro si trova se si vince nel compilare il proprio profilo su internet. Fuori dalla gara restano i non conformisti, gli irregolari, i non omologati e quelli che non vogliono a tutti i costi vivere su un palcoscenico ed essere votati e giudicati quotidianamente. La società della competizione tende a escludere, non a diventare più democratica. Prima ce ne rendiamo conto e meglio sarà.