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IL CASO AUDITEL, DOPO LA MISTERIOSA RIVELAZIONE DELLE FAMIGLIE CAMPIONE, SI RISOLVE ALL’ITALIANA: STOP ALLE RILEVAZIONI PER DUE SETTIMANE. MA LA SOSPENSIONE SERVE SOLO A TAMPONARE LO SCANDALO: PER RINNOVARE IL PANEL SERVIRANNO ALMENO CINQUE MESI

1. CASO AUDITEL - PER 2 SETTIMANE STOP ALLA DIFFUSIONE DEGLI ASCOLTI

Massimo Sideri per il “Corriere della Sera”

 

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Alla fine è accaduto l’inevitabile: le rilevazioni Auditel saranno oscurate per due settimane da oggi. «Diciamo che qualcuno potrà rilassarsi un po’» ha scherzato Fabrizio Frizzi. «Sabato mattina ci sveglieremo più tardi»: gli ha fatto eco con ironia Carlo Conti. Ma la verità è che un blocco non era mai accaduto nella storia quasi trentennale delle rilevazioni degli indici di ascolto della tv italiana ed è questo il vero indicatore della gravità di quanto è accaduto.

 

Dopo lo scandalo dell’inquinamento del panel principale — quello composto da 5.600 famiglie da cui dipende lo share che da solo deve sostenere sulle proprie anziane spalle 4 miliardi di investimenti l’anno — il caso è finito ieri in un lungo consiglio di amministrazione della società.

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La tensione è stata alta anche perché tra i falchi c’era chi voleva uno stop ben più lungo. Alla fine tra gli azionisti principali, Rai, Mediaset e Upa, si è optato per un pragmatico oscuramento di due settimane con contestuale annuncio di un rinnovo dell’intero panel. Un’operazione che in realtà richiederà molto di più: per ricreare un ecosistema di famiglie italiane che riproducano il più fedelmente possibile la stratificazione socio-economico-culturale di 60 milioni di abitanti (sono esclusi solo i bambini sotto i 4 anni), ci vorranno almeno 5 mesi. Ed è una previsione ottimistica. 
 

Dunque il buio temporaneo sui dati di audience che generalmente vengono comunicati al mattino sembra più una mossa per uscire dall’occhio del ciclone controllando nel frattempo i danni effettivi sul panel. Non c’è «antibiotico» che possa curare in due settimane questo malanno. 
 

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Peraltro, ci sono voluti 14 giorni per arrivare a una decisione visto che il fattaccio svelato dal Corriere era accaduto il 1° ottobre. È stato quello il giorno in cui un dipendente dell’Auditel ha mandato delle email a blocchi di mille con in copia leggibile le altre famiglie. 
 

Insomma, ognuna di loro ora conosce almeno altre 999 componenti, un fatto grave visto che potrebbero potenzialmente mettersi d’accordo o, peggio, essere contattate. Anche se non ci sono state fughe di notizie sul nome di queste famiglie la rilevazione dei prossimi mesi potrebbe non essere affidabile: chi può garantire che nessuno abbia copiato questi indirizzari per usarli successivamente? 
 

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Al netto dell’errore da questa ricostruzione emergono almeno due fatti gravi: 1) la privacy delle famiglie del panel è affidata integramente alla Nielsen, società privata con potenziali conflitti d’interessi vista la natura del proprio business. Nielsen che lavora con molte altre aziende conosce dunque tutto delle famiglie. Per la società è un duro colpo: da prime stime il costo per la riparazione del danno dovrebbe essere di oltre 10 milioni di euro. Si vedrà. 2) Le comunicazioni non erano minimamente criptate. Anzi: sembra che i dati vengano tenuti in file facilmente esportabili su chiavette usb. 
 

Ieri Nielsen ha fatto sapere che dal 1° ottobre aveva «avviato un’indagine interna sui suoi sistemi e processi e adottato una serie di procedure in grado di determinare l’entità dell’episodio e identificare eventuali anomalie. A oggi non risultano alterazioni dei dati». Il presidente dell’Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi ha parlato di «una soluzione prudente, responsabile, trasparente e presa rapidamente».

 

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La Rai, che ieri ha riunito il board, non ha voluto prendere posizione pur avendo trattato lungamente il tema. Su eventuali scelte della Rai pesa la decisione Mediaset, comunicata ieri, di essere pronta a trovare altre vie per rilevare l’ascolto dei programmi se lo stop dovesse durare di più. 
Il soldato Auditel, già obsoleto (nasce negli anni Ottanta, era pre-Internet), ne esce malconcio. Ma per ora è stato salvato. 
 

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LA GENTE DELLA TV NON PIANGE PER IL BLACKOUT: “FINITA UN’EPOCA”

Michela Tamburrino per “la Stampa”

 

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Del resto non si poteva fare altrimenti: sospendere, ripensare, rivedere l’Auditel con criteri al passo con i tempi. E vai a vedere che la traversia non si riveli un’opportunità, chiedendo perdono a Giambattista Vico per l’accostamento. 
 

In fondo, poco cambia visto che i dati della società vengono rilevati ugualmente e distribuiti agli addetti ai lavori. Però l’occasione potrebbe fare l’uomo di tv più ardito. Con un tweet il direttore di Raiuno Giancarlo Leone ironizza: «Da domani dovremo essere riservati ed esultare o meno solo tra di noi. E per due settimane i media che cosa scriveranno?».
 

Scriveranno, pregheranno, di non perdere l'occasione come fa Renzo Arbore: «Auspico che parta un vero rinnovamento, tenendo conto della tv generalista ma anche dell’altra tv che sta guadagnando punti. Come operatore e appassionato mi auguro che la nuova composizione tenga conto di età e livello culturale delle famiglie Auditel.

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Tanti anni fa scoprii che faceva parte delle famiglie campione solo il 9% di laureati e il 9% di giovani. Spero che le cose siano cambiate. In più aggiungerei un bottone per premiare da 1 a 10 il gradimento della trasmissione. Io ho avuto grandissimi successi con programmi di poco ascolto e programmi dimenticati che hanno fatto ascolti enormi. Per me vale la soddisfazione di essere scelto da un pubblico di qualità e non da quello che segue distratto per mancanza di offerta. Questo riguarda soprattutto l’intrattenimento».
 

Magari poi succede che l’Auditel porta a chiudere fiction che non hanno incontrato il favore del grande pubblico come Non uccidere, serie di punta di Raitre. Chiude ma si dice sia una scelta narrativa finire a sei puntate. Le altre 6, in data da destinarsi.
 

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Andrea Vianello direttore di Raitre non commenta ma sottolinea: «Per quanto ci riguarda non cambia niente, i rilevamenti Auditel non saranno diffusi ma a noi daranno lo stesso le indicazioni che servono, non penso ci possa essere alcun condizionamento». E mentre Mediaset lamenta il vuoto grave che la mancanza di dati costituisce per il mercato e per gli investitori pubblicitari e invita a non protrarre oltre le due settimane lo stop annunciato, chi ci mette costantemente la faccia non si scompone.

 

Massimo Giletti per esempio: «Chi va male stapperà champagne ma è fantascienza che non venga ripristinata immediatamente, l’indotto pubblicitario è enorme. Il sistema certo è perfezionabile ma è anche da stimolo per chi fa il mio lavoro. Magari si può approfittare per sperimentare ma temo che il tempo a disposizione non sia sufficiente». 
 

Franca Leosini con Storie maledette ha sposato ascolto e gradimento: «Anche se si esula dalla scoperta sinistra penso che l’ascolto tv sia altro rispetto al passato. L’Auditel è inattendibile, punitivo, arbitrario, il rapporto qualità-prodotto si gioca su altri parametri. I giovani vedono in differita, registrano, seguono sul tablet. Bisognerebbe ripensarlo adottando parametri di oggi».
 

curva auditel seconda serata sanremo curva auditel seconda serata sanremo

Se Enrico Mentana, da direttore del Tg di La 7 «per 365 giorni l’anno», dice che «senza Auditel ci saranno suicidi ma io non sarò tra questi», Cinzia Th. Torrini da regista regina degli ascolti auspica un nuovo sistema «che tenga conto anche della qualità e non di famiglie che accendono e poi neanche guardano. Sarebbe interessante fosse inserito un pubblico variegato e che si tenesse conto dell’on-demand. Io il mio Auditel lo faccio al mercato, nei negozi, lì capisci quanto e come si parla di un prodotto. Ho scoperto che per la miniserie Anna e Yusef ci ha seguito un pubblico che normalmente non guarda la tv e che va stimolato».

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