laterza zalone 9

LA TARANTA DEL “ZALONE” DEL LIBRO - L’EDITORE LATERZA CONTRO LA PRESENZA DEL COMICO A TORINO: "NON ABBIAMO BISOGNO DI CHECCO ZALONE PER PARLARE DI LIBRI. COME SE A SANREMO AVESSERO CHIAMATO ECO"

Giordano Tedoldi per “Libero Quotidiano”

 

LATERZALATERZA

Ogni volta che la cultura alta, attraverso uno dei suoi più squisiti rappresentanti, attacca Checco Zalone, mi viene in mente una riga di Giuseppe Berto, che da sola fa tutta la prefazione del suo romanzo La cosa buffa: «Sia chiaro ch' io sono per l' ordine, e che ciò è inutile». Infatti, anch' io, d' istinto, sarei per non confondere Zalone con ciò che, prima del crollo dell' Impero austro-ungarico, si definiva con qualche aristocratica sensatezza «cultura».

 

Solo che poi, anche grazie all' Adelphi, che continua a pubblicare gli splendidi romanzi di Joseph Roth, di Stefan Zweig, di Rudolf Borchardt (leggete il suo L' amante indegno, è la storia di un ufficialetto seduttore simpatico e fannullone, che tenta di farsi accettare dai severi rimasugli della nobiltà spodestata e, come si dice, è «ancora attuale») ho capito che quell' ordine gerarchico, quella cultura, e non da oggi, non hanno più utilità. Sono solo feticci. Così non posso unirmi a Giuseppe Laterza, ultimo in ordine di tempo a voler depotenziare il comico pugliese.
 

ZALONE BRACHETTI EMILIANOZALONE BRACHETTI EMILIANO

Laterza si è lamentato del fatto che Zalone fosse stato invitato al Salone del libro di Torino, per parlare del libro che il critico cinematografico Gianni Canova gli ha dedicato. Un motivo insufficiente, secondo Laterza: «Il Salone dovrebbe farsi più selettivo e puntare sul linguaggio del libro, magari con meno eventi, ma più centrati sulla specificità.

 

Mi piacciono i suoi film, ma non abbiamo bisogno di Checco Zalone per parlare di libri. Come se a Sanremo avessero chiamato Umberto Eco». A parte il lapsus di citare Eco, cioè il più spregiudicato fautore della confusione di ruoli tra cultura alta e di massa, e in certo senso dunque il precursore di Zalone al Salone del libro, vorremmo chiedere a Laterza:

 

SALONE LIBRO TORINOSALONE LIBRO TORINO

ma «voi», che non avete bisogno di quegli «altri», tra cui Zalone, per parlare di libri, credete ancora veramente che il Salone del libro sia un affare vostro, uno spazio elitario, e credete ancora di poter prendere le distanze da Zalone, come il barone Luttring de L' amante indegno prende le distanze dal seduttore della sorella, l' ufficialetto Schenius?

 

fila per checco zalone al salone del librofila per checco zalone al salone del libro

Voi che ragionate in termini di «eventi» e di affluenza di pubblico come qualunque attore o cantante, voi che al Salone avete uno stand e badate soprattutto a vendere, esattamente come gli espositori di salumi alle loro fiere, quale criterio di «selettività», a parte l' ovvia esclusione dell' indegno Zalone, avete in mente?
 

Voi dite di Zalone «mi piacciono i suoi film», perché non volete perdere il contatto con le idealizzate e viziate masse popolari, ma vedete, per fare gli aristocratici ci vogliono gli attributi: e un vero aristocratico della cultura, sui film di Zalone ci scatarrerebbe su. E allora, cos' è questa schizofrenia?

 

ECOECO

Di sera andate al cinema a vedere Quo Vado, vi piace (o fingete di farvelo piacere), e poi però vi innervosite per quello stesso apprezzato comico quando riempie la sala più grande del «vostro» Salone del libro (il che è logico, perché il pubblico che va al cinema è lo stesso che va al Salone, e che compra i vostri libri).

 

Insomma, decidetevi: cultura alta o Zalone? Tertium non datur: o gerarchia o il casino che è il Salone del libro oggi. Infatti, se gerarchia e selettività e «linguaggio del libro» deve essere, allora perché quest' anno al Salone la star è stata un cantante, Francesco De Gregori (che tra l' altro presentò un suo disco con Zalone)?

 

checco zalone salone del librochecco zalone salone del librosalone del libro samantha cristoforettisalone del libro samantha cristoforetti

E perché l'altra star è stata Recalcati, ennesima incarnazione dei donizettiani Dulcamara, che giravano i paesi proponendo elisir miracolosi, e per giunta, questo, in salsa lacaniana? Ma siete messi così male, «voi» nobili tremebondi della cultura alta, da spaventarvi per Zalone, e volergli chiudere le porte del palazzo avito a questo amante indegno, mentre accettate, ogni anno, plebaglia come i cantanti, i cuochi, gli ipnotizzatori, i politici, le soubrette?

checco zalone salone del libro   checco zalone salone del libro checco zalone michele emiliano salone del librochecco zalone michele emiliano salone del librosamantha cristoforetti librosamantha cristoforetti librosalone del libro torinosalone del libro torinosalone del libro mauro coronasalone del libro mauro coronaLATERZA ZALONE 9LATERZA ZALONE 9

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?