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IL CINEMA DEI GIUSTI - L’ESPLOSIONE DELLA GUERRA IN UCRAINA RENDE IL POLPETTONE DI HAZANAVICIOUS DECISAMENTE PIÙ URGENTE OGGI CHE NELLO SCORSO MAGGIO A CANNES, ANCHE SE TRATTA DI UNA GUERRA PIÙ LONTANA, MA MAI DAVVERO CAPITA

The Search di Michel Hazanavicious

 

TRAILER

 

Marco Giusti per Dagospia

 

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Con tutto quello che sta accadendo in questi ultimi mesi in Ukraina e in Russia andrebbe visto con un occhio un po’ diverso da come venne accolto lo scorso maggio a Cannes The Search, polpettone di due ore e mezzo sulla guerra in Cecenia diretto da Michel Hazanavicious, il regista del superpremiato The Artist, e interpretato dalla sua incantevole compagna Berenice Bejo, premiata lo scorso anno per La promessa, e dalla sempre divina Annette Bening (bellissima anche con le rughe, magari proprio per le rughe).

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Allora i criticoni di mezzo mondo storsero parecchio il naso. Non perché, come scrissero in molti, sembrava un po' una versione francese di Venuto al mondo di Castellitto-Mazzantini, che era comunque più forte come intensità di racconto, e forse neanche perché offuscava l'immagine del vecchio The Search, diretto nel primo dopoguerra da Fred Zinnemann.

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Anche se, ovvio, Zinnemann era un regista molto più sottile e colto e poteva vantare i set veri di un'Europa distrutta ancora sotto shock che faceva davvero la differenza. Inoltre non si può dire neanche un vero e proprio remake del vecchio film di Zinnemann, ne prende un po' l'idea centrale, ma non certo la struttura.

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La verità è che quello che dispiaceva di più di questo film, ricco e non facile da mettere in piedi, un progetto inseguito da anni dal regista e ritenuto come un’opera maggiore, era l'assoluta mancanza di una struttura funzionante in fase di sceneggiatura e di nessuna tensione interna della storia.

 

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Inoltre non c'è neanche una vera e propria ricerca (the search), come era nel film precedente, perché ognuno dei personaggi sembra andare per proprio conto. Eppure, riconosciamo, che l’esplosione della guerra in Ucraina rende il film di Hazanavicious decisamente più urgente oggi che nello scorso maggio, anche se tratta di una guerra più lontana, ma mai davvero capita.

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Siamo infatti alla fine del 1999 e la Russia di Eltsin e Putin, allora primo ministro, ha invaso la Cecenia facendo passare un'azione di guerra come un'operazione di polizia contro i terroristi. Col massacro di Grozny, si è capito invece, che le intenzioni di Putin sono ben diverse. Un gruppo di militari russi fuori di testa, stermina gli abitanti del villaggio. Si salvano i bambini, il piccolo Hadji, Abdul Khalim Mamatsuevi, col fratellino in fasce, che vengono miracolosamente risparmiati e si mettono in fuga.

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Pensando di non poter essere di grande aiuto al fratellino, lo abbandona davanti alla casa di una famiglia cecena e continua il viaggio da solo. Hadji ha visto morire dalla finestra di casa i suoi genitori e pensa che anche la sorella, Raissa, Zukhra Duishvili, sia morta. Non lo è. E, appena può, cerca di capire che fine hanno fatto i fratellini e trova quello più piccolo.

 

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Intanto Carole, cioè Berenice Bejo, che lavora come osservatrice per la Comunità Europea, trova il piccolo Kolia, che sembrerebbe diventato muto per lo shock e lo porta a casa. Parallelamente anche Raissa arriva nella città dove sta Carole in cerca del fratellino, ma Helen, Annette Bening, a capo degli aiuti umanitari, le dice che lo ha visto e se ne è andato via.

 

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Già così la storia è, assieme, inerta e complessa. Hazanavicious ci mette dentro una terza situazione. Quella di un ragazzo russo che viene arruolato di forza, è stato trovato con un po' d'erba dalla polizia e rischia la prigione. Così viene trasformato in mostro e spedito sul fronte ceceno. Alla fine capiremo quale sia il suo ruolo nella vicenda. Il problema vero è che queste storie non funzionano né per sé né messe insieme e il film va un po' da tutte le parti senza trovare un filo né suscitare grande interesse per lo spettatore.

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Peccato perché la storia dell'invasione cecena, anche se vista totalmente da un'angolazione anti-Putin con i soldati russi visti come macchine da guerra strafatti e sadici, cosa che a Cannes venne molto criticata, meritava un film, visto non era mai stata raccontata. Ma, ripeto, con la situazione attuale della guerra civile in Ucraina, il film di Hazanavicious merita assolutamente uno sguardo più limpido e meno critico. In sala dal 5 marzo.

michel hazanavicius dirigera?? un remake di odissea tragicamichel hazanavicius dirigera?? un remake di odissea tragica

 

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