anita raja elena ferrante

IL FASCINO DISCRETO DELL’OPINIONISTA (SENZA OPINIONI) – IN UN LIBRO ELENA FERRANTE, AL SECOLO ANITA RAJA, RACCOGLIE I SUOI EDITORIALI SUL ‘GUARDIAN’ - DA MANGANELLI A FRUTTERO&LUCENTINI, SONO MOLTI GLI SCRITTORI PRESTATI AL GIORNALISMO CON ESITI ALTISSIMI MA NON E' IL CASO DI ELENA FERRANTE CHE SFODERA BANALITA’ E LUOGHI COMUNI – LA RELIGIONE (L'INTERA VICENDA DI GESÙ LE SEMBRA “TERRIBILE”), IL TIMORE PER “CIO’ CHE RAPPRESENTA LA LEGA”. E POI RIVELA IL SUO TIPO D’UOMO…

anita raja

Riccardo De Palo per “il Messaggero”

 

Prendi uno scrittore (o scrittrice), fanne un opinionista. Quando il Guardian ha contattato Elena Ferrante, all' inizio dell' anno scorso, per offrirle una rubrica settimanale, la scrittrice fantasma si è sentita «lusingata e insieme spaventata». L' autrice de L' amica geniale, inserita da Time nella lista delle cento persone più influenti del mondo, letta avidamente da vip come Hillary Clinton, Jane Campion, Nicole Kidman, apprezzata da scrittori del livello di Elizabeth Strout e Jonathan Franzen, oltre che da milioni di lettori comuni, non aveva «mai fatto un' esperienza del genere» e quindi temeva di «non esserne capace».

anita raja elena ferrante cover

 

Alla fine, ha accettato di scrivere per un anno, da gennaio 2018 allo stesso mese di quest' anno, sollecitata ogni settimana a occuparsi di un nuovo tema, e di attenersi ai limiti dello spazio assegnato. A tradurre i testi ci avrebbe pensato la stessa Ann Goldstein, che ha fatto la sua fortuna sul mercato angloamericano.

 

LA SERIE

 Ora, terminata la serie pattuita, gli articoli apparsi sul quotidiano britannico sono stati raccolti in un volume, L' invenzione occasionale, illustrato da Andrea Ucini, che uscirà l' 8 maggio per il consueto editore, e/o.

 

anita raja

Sono molti gli scrittori che si sono prestati al giornalismo, con esiti a volte altissimi. Il funambolesco Giorgio Manganelli, per esempio, ha deliziato i lettori di questo giornale, Il Messaggero, con i suoi commenti e reportage surreali (un assaggio si trova su Improvvisi per macchina da scrivere); Carlo Fruttero e Franco Lucentini scrissero a lungo su La Stampa, e il risultato dei loro corrosivi interventi è raccolto in vari libri, a partire da La prevalenza del cretino. Nel caso di Elena Ferrante, i risultati sono fatti di luci e ombre. Il problema è anche il format: chiedere a un autore importante un articolo su un tema generico espone a qualche rischio, come la mancanza di urgenza interiore (di cui abbonda invece l' opera della Ferrante); oppure la caduta nel luogo comune o, peggio, nella banalità.

 

ELENA FERRANTE COVER

L' articolo del 12 maggio, per esempio, verte proprio su La scrittura che urge. E lei attacca così: «Chi sente il bisogno di scrivere deve assolutamente scrivere». Nel capitolo intitolato a Cieli neri (dopo avere raccontato l' attesa fremente della pioggia da adolescente e la successiva ossessione dei cambiamenti climatici): «È sparito il godimento a cuor leggero delle stagioni». Il 24 novembre tocca alla Gelosia: «Sono soprattutto i gelosi di buona cultura che la nascondono con cura». Su Amiche e conoscenti: «Un' amica è rara quanto un vero amore».

 

Non che manchino lampi di genio, piccole catarsi, improvvisi squarci di nubi. Ma è chiaro che il genio di Elena Ferrante, rinchiuso in una simile cornice, fatica a liberarsi, a esprimersi. I fan dei suoi libri, gli amanti dell' epopea di Lila e Lenù, troveranno la voce di un' autrice amica, vicina, che confessa le proprie piccole debolezze, le proprie passioni (magari confermando o confutando le voci che vorrebbero identificarla nella traduttrice Anita Raja, o in suo marito, lo scrittore Domenico Starnone).

 

ELENA FERRANTE 2

Elena Ferrante dorme poco (scopriamo nell' articolo del 26 maggio) e i libri, invece che stimolarle il sonno, le risvegliano la fantasia, la voglia di lavorare: «La lettura mi causava uno stato di sovreccitazione», spiega, così che dopo le 8 di sera si proibisce di aprire un libro. Spesso l' autrice si reca a Napoli, ad ammirare, tra i dipinti del Pio Monte della Misericordia, non il celebre Caravaggio che lì viene ammirato da legioni di turisti, ma una figurina di suora a mani giunti con l' espressione estatica, Nostra Signora de la Soledad, di autore ignoto. Ed è proprio questo ignoto ad attirare la scrittrice dall' identità sconosciuta: «Posso dedicarmi al risultato nudo e crudo di un gesto creativo».

 

Il rapporto con la maternità: «Sono stata un' ottima madre, una pessima madre. La gravidanza cambia tutto, il corpo, i sentimenti, l' ordine gerarchico delle nostre vite».

 

Con la religione Elena Ferrante ha avuto un rapporto molto profondo, e a volte spaventoso, come quando lesse a sedici anni «tutti i Vangeli l' uno dietro l' altro» e l' intera vicenda di Gesù le sembrò «terribile». Il 23 giugno, esprime la mancanza di una vita politicamente attiva, unita all' indifferenza per l' ascesa del Movimento Cinquestelle, e un sincero timore per «ciò che rappresenta la Lega». L' autrice arriva anche a indicare il suo tipo d' uomo, ossuto, il viso lungo dai tratti non stucchevolmente armonici: sì, è proprio Daniel Day-Lewis. Il regista preferito? Andrej Tarkovskij, in particolare per Solaris: «Non il suo più bel film ma quello che mi ha più suggestionata».

elena ferrante libri 4

 

IL GAP Spesso la Ferrante insiste, giustamente, sul persistente gap di genere: «Gli uomini imparano dalle donne? Spesso. Lo ammettono pubblicamente? Ancora oggi di rado». L' autrice de L' amore molesto si chiede cosa cambierebbe nei grandi romanzi se il protagonista fosse una donna, dal Bartleby di Melville allo Zeno di Italo Svevo. Nel caso di Wakefield, il personaggio di Nathaniel Hawthorne che lascia la moglie improvvisamente per stabilirsi, per vent' anni, nella casa di fronte, sarebbe più problematico: forse un personaggio femminile accentuerebbe la contraddizione «di quel suo essere assente insieme», «il bisogno dell' altro e la necessità di liberarsene».

ANITA RAJA

 

In Morire giovani si avverte, finalmente, l' urgenza di scrivere, risalendo il filo della scomparsa a soli 38 anni di una persona a cui la scrittrice teneva moltissimo, e che era più grande di lei: «Oggi penso alla mia amica come a una persona miracolosamente compiuta e la sua compiutezza distante mi piace, mi commuove». In fondo, come scrive il 5 gennaio ne Il racconto insegna, «ogni opera di qualche valore è anche trasmissione di conoscenza di prima mano». Roland Barthes definiva così il concetto di sapientia, quanto mai introvabile: «Nessun potere, un po' di sapere, un po' di saggezza, e quanto più sapore possibile».

l amica geniale serie tvANITA RAJAuna falsa anita raja su twitter sul caso elena ferrante ANITA RAJAANITA RAJAelena ferrante libri fanl amica geniale serie tv

Ultimi Dagoreport

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…