LA VESTAGLIETTA FROU-FROU DI VANNACCI MANDA IN TILT IL MONDO GAIO: "CON LO SLIP È UN MAIALE PAZZESCO. HA PURE UN GRAN PACCO. MA SE ME LO TROVASSI DAVANTI CON QUEL CHIMONO DA GEISHA MI SI AMMOSCEREBBE SUBITO” – “QUELLA VESTAGLIA A FIORELLINI MI HA FATTO VENIRE IN MENTE LE COMMEDIE ANNI '70 E '80”. ECCO DOVE AVEVAMO GIÀ VISTO LE VESTAGLIETTE: ADDOSSO A MONTAGNANI, POZZETTO, MASSIMO RANIERI IN VERSIONE GAIA, MICHEL SERRAULT NEL "VIZIETTO", O A LINO BANFI IN "SABATO, DOMENICA E VENERDÌ", AI TEMPI IN CUI I GAY AL CINEMA ERANO…
Marco Zonetti per Dagospia
ROBERTO VANNACCI SI TUFFA IL PRIMO GENNAIO A VIAREGGIO
Dopo la pubblicazione del servizio fotografico di "Chi", nel quale il generale Roberto Vannacci mostrava il piedone nudo, ci fu segnalato che negli oscuri meandri del web era sorto un culto feticista delle estremità dell'autore de "Il mondo al contrario".
Dagospia pubblicò poi i frutti della ricognizione nei bassifondi dell'Internet, ovvero vari commenti di gay letteralmente impazziti per l'incursore della Folgore. Estimatori nei quali il piede ritratto in bella mostra, nell'atto simulato di calpestare o di scalciare, aveva scatenato fantasie inenarrabili.
adolfo celi dove vai se il vizietto non ce l'hai ?
Fantasie di sottomissione totale al generale, ma anche di dominazione completa nei confronti del medesimo, evidenziando così in tutte le sue molteplici sfaccettature la popolarità segreta di Vannacci fra i gay, malgrado le sue esternazioni non proprio benevole sull'omosessualità.
Pochi giorni fa, il tuffo del generale a Capodanno e il video relativo all'evento (pubblicato da Dagospia) hanno poi mostrato un Roberto Vannacci in forma smagliante, fasciato in un semplice slippino. Ma - con orrore - anche in quella "vestaglietta frou frou" ormai tristemente nota. Una caduta di stile risultata imperdonabile per tutti quei gay che, fino a quel momento, avevano dedicato all'ardito militare pensieri "bagnati". Siamo in tema di tuffi, del resto.
Come facciamo a saperlo? Beh, ovviamente siamo tornati sul luogo del delitto, ovvero sul solito forum feticista nel deep web in cui abbiamo trovato un'atmosfera assai diversa nei confronti del generale. "Pensavo fosse un gran maschione", si lagna ad esempio Fabio_42. "Invece con quella robaccia addosso m'è proprio calato. Che delusione".
"Virilità questa sconosciuta. Sembra la vestaglia di mia zia Concettina, che pena" rintuzza CalziniUsati, mentre l'apparentemente appassionato di Tolkien (non ditelo ai camerati) Ancalagon il Nero precisa: "Con lo slip è un maiale pazzesco e mi farei fare di tutto e di più... ha pure un gran pacco. Ma se me lo trovassi davanti con quel chimono da gheiscia (sic!) mi si ammoscerebbe subito."
renato pozzetto leopoldo mastelloni culo e camicia
Il tono delle reazioni è perlopiù di sconforto, ma in quelle strade tentacolari di fantasie deluse e di ardori smorzati spicca l'utente FeetPassion che approfondisce: "Quella vestaglia a fiorellini o cosa mi ha fatto venire in mente i film degli anni 70 e 80 quando Alvaro Vitali, Lino Banfi, Pozzetto eccetera, facevano le checche. Cioè dai una cosa del genere ti fa passare ogni fantasia".
Ecco dove avevamo già visto le vestagliette emule di quella che accarezza le tornite e villose membra del generale Vannacci! Nelle commedie anni '70 e '80 tipo Dove vai se il vizietto non ce l'hai?, La patata bollente, Culo e camicia e così via. Addosso a Renzo Montagnani, Leopoldo Mastelloni, Renato Pozzetto, Massimo Ranieri in versione gaia o presunta tale. Ma anche a Michel Serrault nel Vizietto, o a Lino Banfi in Sabato, domenica e venerdì, per fare altri due esempi fra i tanti. Ai tempi in cui i gay al cinema erano solo effeminati o più o meno travestiti.
edwige fenech lino banfi sabato, domenica e venerdi
Elemento suggestivo: fin quando Roberto Vannacci appariva come un simbolo di mascolinità militaresca, seppur non benevolo con i gay, era da molti omosessuali segretamente sognato. Nel momento in cui invece egli ha indossato la fatidica "vestaglietta frou frou" rivelandosi troppo attento a dettagli frivoli e quindi rinunciando all'immagine del maschio alfa "che ha da puzzà" e "che non deve chiedere mai", ha perso consensi fra gli stessi.
Per parafrasare Flaubert: il fascino della presunta virilità, cadendo a poco a poco come una vestaglietta, ha lasciato nuda l'eterna monotonia del narcisismo, che - eterosessuale, omosessuale, bisessuale, trisessuale, quadrisessuale, pentasessuale, cit. Carlo Verdone - presenta sempre le stesse noiose forme e lo stesso scontato linguaggio.
il mondo al contrario roberto vannacci
Assumendo gli inflazionati connotati del maschio "metrosexual" urbano in tutta la sua convenzionalità scoraggiante, invece di uno straccio di fantasia erotica o di una sadomasochistica sindrome di Stoccolma, ora l'incursore della Folgore pare dunque suscitare al massimo uno sbadiglio o il complesso di Rosazza. Quello del "pistolino" tanto per capirsi.
massimo ranieri e renato pozzetto la patata bollente renzo montagnani dove vai se il vizietto non ce lhai ?