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Damiano Michieletto per il Corriere della Sera-Roma
DAMIANO MICHIELETTO - “VIAGGIO A REIMS” 3
La prima cosa che mi ha colpito quando ho preso in mano Il viaggio a Reims è stata la mancanza di una vera e propria narrazione: la vicenda è quasi un pretesto per dimostrare la vertiginosa abilità musicale del compositore. Ci sono momenti come il concertato a quattordici voci, o alcune arie e duetti, nei quali si sente chiaramente che si tratta di un' opera celebrativa, nata da una richiesta specifica: la celebrazione dell' Incoronazione di Carlo X Re di Francia. Segno che la creatività e l'arte non sono avulse dal loro contesto sociale e politico, anzi spesso ne sono la diretta conseguenza.
DAMIANO MICHIELETTO - “VIAGGIO A REIMS” 1
Quest'opera - che porto in scena da mercoledì al Costanzi - è un unicum: Rossini stesso pensava che non sarebbe stata più eseguita dopo le celebrazioni. Io sono partito proprio da questa sua unicità, cercando di rendere lo spettacolo il più teatrale possibile. E per me uno spettacolo è teatrale quando contiene conflitti, azioni sviluppate da personaggi che hanno un' identità e una personalità.
DAMIANO MICHIELETTO - “VIAGGIO A REIMS” 5
Proprio partendo dalla necessità di rendere l'opera teatrale, ho istituito questo parallelo: come a Rossini fu chiesto di scrivere un lavoro musicale per la celebrazione di un re, al pittore François Gérard fu chiesto di dipingere un quadro per la stessa occasione. Ho pensato quindi di mettere insieme l'opera musicale e quella pittorica nate per lo stesso motivo.
Da qui è venuta l'idea di creare una situazione in cui i persona
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DAMIANO MICHIELETTO - “VIAGGIO A REIMS”
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DAMIANO MICHIELETTO - “VIAGGIO A REIMS” 7