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''MICHAEL JACKSON A NEVERLAND MI DISSE DI RESTARE IN AMERICA''. SOTTO LA COPPOLA DI LUCA SARDELLA C'È DI PIÙ: ''HO SCRITTO CANZONI PER FAUSTO LEALI, COMPOSTO SIGLE PER ALDO BISCARDI E FURIA IL CAVALLO DEL WEST. SILVIO BERLUSCONI MI SCRISSE UNA LETTERA…'' - ''QUANDO SONO ARRIVATO A MILANO SENZA UNA LIRA MI HANNO SUBITO DETTO: MA SEI TERRONE?. HO RISPOSTO CHE ERO PUGLIESE, PERCHÉ NON SAPEVO COSA VOLESSE DIRE TERRONE''

LUCA SARDELLA

Paolo Giordano per ''il Giornale''

 

Luca Sardella ha centinaia di «coppole» e altrettanti aneddoti da raccontare. Spesso li romanza con la sua parlantina inarrestabile, ma sono comunque istantanee di una vita partita da zero e costruita passo dopo passo con la caparbietà dell' emigrante. È partito da San Severo, provincia di Foggia, e ha costruito un personaggio che, a cavallo tra talento e folclore, ormai è riconoscibilissimo (la gente lo ferma per chiedere selfie).

 

Prima Rai, ora Mediaset. «Quando sono arrivato a Milano senza una lira mi hanno subito detto: Ma sei terrone?. Ho risposto che ero pugliese, perché non sapevo cosa volesse dire terrone». Era laureato in agraria e, lasciando la casa dei genitori, aveva promesso che lo avrebbero rivisto in televisione. C' è riuscito, conservando però la sua passione per la musica: «Suono e compongo di getto», spiega. Lo fa senza snobismo, con un tocco popular che arriva dalla tradizione italiana e che, tanto per dire, gli ha fatto firmare la musica dello spot di un amaro che avrebbe potuto essere anche un piccolo tormentone (si ascolta anche in radio: «Cosa cerchi da me non l' ho capito...»). «Ebbene sì, il pop e la botanica sono le colonne portanti della mia vita», dice a cento all' ora.

 

LUCA SARDELLA

Però, Luca Sardella, prima riveli quante «coppole» ha.

«Direi circa 360. Tutte abbinate alle camicie, eh. Fatte a mano, sia chiaro. Però qualche cappello l' ho regalato, l' ultimo a un veterinario di Mantova che me lo aveva chiesto tante volte...».

 

Ma perché lo indossa sempre?

«Me l' ha consigliato Pippo Baudo, dicendomi che così sarei diventato un personaggio riconoscibile. Quando mi ha telefonato dicendomi ciao sono Pippo, io stavo annaffiando le piante e pensavo fosse mio cugino... Invece era proprio Baudo e mi portò a Domenica In e poi a Discoring e ad altri eventi».

Allora era più musicista che botanico.

michael jackson 2

«Avevo fondato un gruppo che si chiamava Edelweiss. Facevamo molte date in giro per l' Italia. Una volta, in Galleria a Milano, incontro Lucio Battisti che mi dice: Tu hai una voce che assomiglia alla mia, anzi sei più intonato. Anche Venditti mi ha fatto i complimenti.

In ogni caso, mi sono messo a scrivere anche pezzi per altri».

 

 

Ad esempio?

«Fausto Leali. Per lui ho firmato Io, io senza senza te, con la quale ha partecipato al Festivalbar. Una sera Aldo Biscardi mi chiese di scrivere al volo la sigla del suo Domenica Gol e gliel' ho suonata in diretta al pianoforte. Ho fatto altre sigle, quella di Sereno, Variabile, ad esempio, e quella di Furia».

Furia, una delle prime serie tv?

«Sì, volevano cambiare quella di Mal, sa quella che faceva Furia cavallo del West che beve solo caffè. Così hanno preso la mia che iniziava con Furia portaci con te...».

 

E poi?

«Poi ho fatto altre cose. In uno studio di registrazione a Los Angeles, il mio vicino era Carlos Santana. Ha sentito il mio pezzo Temporale e ci ha suonato la chitarra sopra. Di chi è questo brano, chiedeva. Mah, di un ragazzo italiano. Là ho anche incontrato Michael Jackson, a Neverland. Tramite amici comuni, mi avevano chiesto di curargli una parete di piante molto particolari. Quando ha ascoltato la mia musica, disse: Tu devi restare qui in America».

 

Sembra un romanzo.

«Però è vero».

 

Non ha mai pensato al Festival di Sanremo?

Luca Sardella

«Gianni Morandi aveva ascoltato i miei pezzi e mi ha consigliato di parteciparci, ma poi non ci sono andato. Adesso ho un brano dal ritmo tribale che ho realizzato con il gruppo Olodum della città brasiliana di Salvador. Loro sono apparsi anche nel video They Don' t Care About Us di Michael Jackson del 1995. Mi piacerebbe che Amadeus ci invitasse al suo Festival».

 

E la tv?

«Un grande presente. E tanti ricordi».

 

 

Ad esempio?

«Mike Bongiorno, che mi inviava i testi. Panariello che mi ha invitato nel suo show come maggiordomo di Renato Zero. Fiorello, che mi chiama sempre. E Silvio Berlusconi, che mi ha mandato lettere bellissime scrivendomi sei un uomo forte».

 

E adesso?

«Il 21 settembre riparte Parola di pollice verde su Rete4, nel quale parlo di piante e canticchio. C' è anche mia figlia Daniela, con la quale ci siamo inventati il format In vaggio con papà, che andrà in onda entro l' estate prossima. Lei è davvero inarrestabile».

Ha una bella voce.

«Si ascolta nella canzone dello spot...».

E poi c' è Striscia la Notizia.

«Sì, Ricci mi ha chiamato e sono felice di girare l' Italia per la mia rubrica Speranza verde indagando sulla situazione ecologica del nostro Paese».

 

Ma come fa a combinare la botanica con il pop?

«Semplice, le mie canzoni nascono vicino ai fiori».

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