paolo flores d'arcais marco benedetto

NO MICROMEGA, NO PARTY - LA STORICA RIVISTA RINASCE DOPO LA CHIUSURA DEL GRUPPO GEDI! PAOLO FLORES D’ARCAIS RACCOGLIE LE TESTIMONIANZE SUI PRIMI 35 ANNI, L’EX AMMINISTRATORE MARCO BENEDETTO RICORDA – “HO UNA SPECIALE AMMIRAZIONE PER PAOLO FLORES, LA CUI ATTIVITÀ HO SEGUITO FINO A QUANDO SONO RIMASTO AL "GRUPPO ESPRESSO". ERO IN CARICA QUANDO MICROMEGA FU LANCIATO. SE CARLO CARACCIOLO NE FU PADRINO, IO POSSO CONSIDERARMI L’OSTETRICA”

Marco Benedetto per blitzquotidiano.it

paolo flores d'arcais

 

  

Micromega, la rivista fondata e diretta da Paolo Flores d’Arcais è risorta a nuova vita dopo la chiusura decisa dal Gruppo Gedi. Il messaggio affidato alla e-mail avverte: È online il nuovo numero di MicroMega+ con contributi di: Lorini, Odifreddi, Pompili, “Frida Guerrera”, Grazzini, Portelli.

 

Interessanti la ricostruzione fatta da Alessandra Lorini dell’inizio della lotta alla segregazione razziale in Usa, il 14 maggio 1961. E il racconto di Piergiorgio Odifreddi della scoperta del primo vaccino, il 14 maggio 1796.

 

 

Cellofanato con il fascicolo regolare, c’è un altro volume, di eguale foliazione. Vi sono raccolte decine di testimonianze, quasi tutte da sinistra, che rievocano i primi 25 anni di Micromega.

C’è anche un mio contributo, doveroso, anche se con molti di quei nomi non prenderei nemmeno un caffé.

marco benedetto

 

Ma ho una speciale ammirazione per Paolo Flores, la cui attività ho seguito fino a quando sono rimasto al Gruppo Espresso. Ero in carica quando Micromega fu lanciato. Se Carlo Caracciolo ne fu padrino, io posso considerarmi l’ostetrica.

 

Per questo un po’ d’orgoglio e anche di senile vanità riporto qui il testo del mio contributo al numero speciale di Micromega. Bruno Manfellotto, ex direttore dell’Espresso, ha definito il mio pezzetto un “monumento al genio di Flores”. Non penso si tratti di un monumento, ma di genio certo è giusto parlare: guardate gli occhi nella foto che correda questo articolo e giudicate voi.

Ed ecco il testo sui primi 35 anni di Micromega

 

Conosco Paolo Flores d’Arcais da 35 anni, lo ammiro molto e devo dire che non mi ha mai deluso. Raramente sono stato d’accordo con le sue idee. Molte volte ho trovato gli articoli di Micromega troppo superiori alla mia capacità di lettura e anche alla mia pazienza. Ma ho sempre apprezzato l’onestà intellettuale di Flores. E la freschezza intellettuale e l’originalità di Micromega. Ultimo esempio quando, dopo una stagione intensamente grillina, Paolo Flores ha rivisto senza ipocrisia le sue posizioni.

 

Lui è quello che scomunica

FLORES D'ARCAIS

Probabilmente questo dipende dal fatto che non è Paolo Flores a aderire a una idea, ideologia, linea politica, ma è Flores a giudicare l’aderenza di quella linea al Flores-pensiero. Lui è quello che scomunica. Non è mai lui a essere scomunicato. Sempre coerente, ha severamente castigato amici e compagni di strada quando sono scivolati nella incoerenza.

 

Coerente anche nelle forme. In questo periodo di decadenza formale, in cui la cravatta è oggetto obsoleto, e spesso lo è anche la camicia, Paolo Flores si fa fotografare per il lancio del nuovo Micromega con tanto di giacca e cravatta. Un richiamo, un riferimento, che non può sfuggire a un vecchio nostalgico degli anni felici della gioventù, come sono io, ai grandi della sinistra europea, da Togliatti a Sartre a Hobsbawn.

 

Per la sua coerenza e un po’ anche per la sua insistenza nel non deviarne, Flores non ha avuto molti amici nel sistema, almeno dietro le spalle (Scalfari e Mauro mi smentiscano). Sempre più di me, è vero: ma se vuoi essere coerente, devi fare cose che ti rendono antipatico anche a te stesso. Per sua fortuna Flores è del cancro, e questi dubbi non credo lo abbiano mai sfiorato.

 

In virtù della mia ammirazione per la sua coerenza e per la sua onestà intellettuale, ho rispettato, nel silenzio della mia cameretta, anche di recente, scelte editoriali dal mio punto di vista discutibili. Ma è in linea con lo spirito volterriano della testata.

 

eugenio scalfari carlo caracciolo

La vicenda Fiat dell’80, un punto di vista sbagliato

Ad esempio la ricostruzione degli eventi della Fiat sfociati nella cosiddetta Marcia dei 40 mila. Ne fui testimone e forse qualcosa di più, secondo Carlo Callieri che ne fu grande regista. Per me, che seguii in diretta la sua evoluzione, fu la reazione spontanea di una città a un clima abbastanza opprimente (eufemismo). Per l’articolo di Micromega si trattò di un complotto finalizzato a fermare la luminosa marcia della rivoluzione.

 

Fu un “golpe sociale”, “una manifestazione di crumiri precettati e organizzati dalla FIAT, amplificata a dismisura dai media”. Su un punto convergono i giudizi. Per Micromega “cambiò in pochi giorni il paese e la sua politica”. Per me fu un momento di svolta che fermò l’Italia sul piano inclinato del caos. Le cose poi non evolsero come potevano, per un eccesso di arroganza e rigidità e anche un po’ insipienza padronale. Ma questo è un altro film.

 

All’opposto, solo su Micromega ho trovato una analisi del reddito di cittadinanza che prescindesse da ideologie e luoghi comuni. E spiegasse come l’istituto funziona nei Paesi europei dove funziona: con buona pace dei miti grillini.

 

carlo caracciolo john elkann

Ritorno al 1986, nel mio ufficetto nella soffitta di via Po 12, mitica sede dell’Espresso per la mia generazione, un sogno che mai avrei pensato si realizzasse, dove entrò per la prima volta questo ossesso di giovanotto. Parlava con un ritmo incalzante, inesorabile, senza pause e senza dubbi. Odioso. Mi piacque, fui attratto dal personaggio, dalla sua forma di magnetismo. Penso che gli rimasi simpatico, altrimenti non mi avrebbe chiesto questo contributo.

 

Quando Carlo Caracciolo approvò l’idea di Flores

Carlo Caracciolo, penso un po’ influenzato anche da Giorgio Ruffolo, aveva deciso di accogliere o lanciare Nuova Ecologia, Micromega, cui qualche anno dopo si aggiunse Limes. (Rido ancor oggi quando ricordo che un giovane azionista, pensando che Limes fosse parola inglese e non latina per confine, se ne uscì una volta pronunciandola “laimes”, forse plurale di quella specie di limoni).

 

Chiusi Nuova Ecologia alcuni anni dopo. Il verde piace ai politici ma non ai lettori (la contemporanea scelta verde dell’Espresso non portò copie). Dirigendo Nuova Ecologia con 6 redattrici erinni, fra Chicco Testa e le incursioni di Ferdinando Adornato allora ambientalista, Paolo Gentiloni rivelò precocemente le qualità di mediatore che ne hanno fatto un eccellente ministro e primo ministro. A volte penso se Gentiloni mi avesse dato retta e invece di entrare in politica con Francesco Rutelli fosse entrato nella redazione dell’Espresso. Mi domando: cosa farebbe oggi invece del supremo economista europeo?

 

carlo, nicola e marella caracciolo

Micromega uscì in quella primavera del 1986 e fu un successo. Rimasi colpito, quell’estate, nella piazza centrale di Anzio, sul litorale a sud di Roma. Un giovanotto si allontanava dall’edicola brandendo come un trofeo il numero di Micromega: centinaia di pagine per un prezzo molto alto, un po’ fonte di sapere un po’ status symbol.  Dal mio punto di vista, di responsabile amministrativo del Gruppo Espresso (poi Espresso-Repubblica), non guastava che Micromega fosse un successo editoriale. Non da farci ricchi. Ma abbastanza perché, nell’arco dei suoi 20 anni (su un totale di 35) sotto la mia gestione, il conto globale di Micromega si potesse considerare in equilibrio.

 

micromega

Libertà di manifestazione del pensiero: il Potere la vuole opprimere

E poi perché pensavo, allora, nel mio cantuccio, come oggi, libero e incondizionato pensionato, che la libertà di espressione non è solo un diritto assoluto, un bene indiscutibile. Un diritto sempre conculcato, oggi un po’ meno che nei millenni passati. Ma che sempre il potere tende a opprimere. Se seguite in trasparenza lo scandaletto che affligge la famiglia reale inglese, vi rendete conto che il Paese dove nacque la libertà di stampa è ancor oggi afflitto dal vizietto della censura.

 

E se scavate nella memoria della nostra repubblica italiana, furono proprio due paladini, pilastri, eroi della nostra libertà a mandare in carcere un giornalista, Giovanni Guareschi, per una vignetta e una notizia.

 

micromega

La libertà di manifestazione del pensiero è per me essenziale al progresso, alla crescita economica, al benessere. Decrescita più o meno felice è sinonimo di fascismo. Fascismo è architrave di arretratezza: Italia, Spagna, Portogallo, Argentina sono nella storia a dimostrarlo. Sarà un caso, ma sono i ricchi e i loro figli a idealizzare l’involuzione dell’economia. Ditemi un povero che la sostiene. Ditelo a quegli africani che rischiano la morte per venire in Europa, invece di starsene felici e contenti nella loro miseria.

 

Libertà di parola e di diffusione di ogni parola, anche estrema, è condizione necessaria anche se non sufficiente di quella crescita.

 

Prima di tutti questi bei concetti e idee e ancor più di essi, però, da parte mia c’era e c’è la stima per l’uomo Flores. Un uomo che può essere insopportabile, ma davanti al quale non puoi non inchinarti. Non puoi non ammirare la sua forza nelle avversità, personali e di famiglia. Non te ne sei quasi accorto, non te le ha fatte mai pesare. Né le ha fatte sentire a Micromega, la sua creatura. Decoro, dignità, orgoglio.

 

Una prova di coraggio e resilienza

paolo flores d'arcais

La scelta di reagire alla chiusura di Micromega decisa dalla nuova proprietà del gruppo editoriale ora Gedi, rilanciando Micromega è una sublime prova di coraggio e resilienza, se si vuole usare un termine oggi in voga ma difficile da praticare. A 77 anni quasi compiuti si pensa a tirare i remi in barca, altro che imbarcarsi ancora in una avventura iniziata quando avevi metà degli anni.

 

La chiusura di Micromega costituisce per me anche un piccolo spunto di riflessione sugli intrecci della vita. John Elkann ha chiuso una rivista che per anni Carlo De Benedetti, più feroce del feroce Saladino davanti alla semplice idea di un costo, ha sempre sostenuto e difeso; 30 anni prima lo stesso De Benedetti aveva fatto chiudere una rivista culturale edita dalla Mondadori di cui era principale azionista. Anima di quella rivista era Alain Elkann, padre di John.

 

Paolo Flores porta come qualifica filosofo, credo perché insegnava filosofia all’università. Il vizietto del giornalismo italiano di regalare etichette. Filosofi sono anche stati battezzati Rocco Buttiglione e Massimo Cacciari. Vien da ridere a uno che, come me, pensa che dopo Aristotele è stato tutto un rielaborare la rielaborazione, con la parentesi di Galileo, Leibnitz e contemporanei.

 

paolo flores d arcais

In realtà sul biglietto da visita, che forse, come me, non ha, dovrebbe scrivere: genio del marketing, Cosa di meno si può dire a un giornalista-editore-direttore-diffusore che per anni  ha fatto comprare la sua rivista, numero dopo numero, a decine di migliaia di persone. Le faceva sentire parte di una comunità intellettuale, allargava i loro orizzonti culturali, sosteneva idee anche fastidiose e controverse. Con poco successo? Vox clamantis in deserto: è il destino di tutti i giornali non conformisti, pensate in Usa a The Nation (sinistra) e National Review (destra). In un mondo di yes men e di lecchini, è meglio di un antivirus.

marco travaglio paolo flores d arcais enrico mentanapaolo flores d arcais enrico mentana

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...