ITALIAN GIRLS! - CAMILA GIORGI BATTE LA EX NUMERO 1 DEL MONDO WOZNIACKI E CONQUISTA NEW YORK – 3 ITALIANE AGLI OTTAVI US OPEN: MAI SUCCESSO

Stefano Semeraro per "La Stampa"

C' è un pacchetto di mischia nascosto nel tabellone degli Us Open, è fatto di tenniste azzurre e punta dritto ad una meta: la semifinali. Il traguardo raggiunto l'anno scorso da Sara Errani - battuta poi da Serena Williams - e che anche quest'anno abbiamo una chance di raggiungere.

Sabato il secondo derby italiano dopo quello del secondo turno fra Pennetta e Errani che ha spinto Roberta Vinci, vincitrice in due set su Karin Knapp, negli ottavi, dove oggi incontrerà la straordinaria Camila Giorgi, che proviene dalle qualificazioni e che con una partita da appendere nella memoria ha eliminato in tre set la ex n.1 del mondo (e attuale n.8) Caroline Wozniacki.

Chi uscirà vincente dal terzo scontro «all italian» potrebbe ritrovarsi di fronte Flavia Pennetta, che affronta in ottavi la frastornante Simona Halep, 21 anni, n.19 del mondo, fino all'anno scorso famosa soprattutto per essersi ridotta il seno che la impacciava nei movimenti. A quel punto la chance di bissare la storica semifinale della Errani sarebbe certezza. Cinque giocatori al terzo turno (compreso il maschietto Seppi) del resto non li avevamo mai avuti da queste parti: derby su derby, bomba su bomba, stiamo conquistando Flushing Meadows.

Le bombe sono soprattutto quelle della incantevole Camila, che sabato sera ha stregato i 22 mila spettatori dell'Arthur Ashe. Ventidue anni, viso dolcissimo da bambolina, canottierina e vezzose culottes di pizzo disegnate da mamma Claudia, appena 1,68 di altezza e 58 kg di peso ma dritti e rovesci sparati come razzi a sbriciolare il tennis ragnatela della Wozniacki, che pure qui nel 2009 ha giocato la finale.

Nel primo set «Caro» ha messo le unghiette avanti, ma Camila è rimasta serena. Ha resistito nell'interminabile terzo game del secondo set, poi ha ricominciato a picchiare negli angoli, sulle ferite nervose della danese, fino a farla crollare nel terzo set. Un capolavoro di bellezza in movimento.

La Giorgi, nata a Macerata e cresciuta fra l'Argentina (dove è nato il babbo-coach Sergio), Parigi e gli Usa, avevamo iniziato a conoscerla due anni fa a Wimbledon, quando arrivò negli ottavi guadagnandosi un posto tra le prime 100, senza però dare continuità a quell'exploit. Quest'anno a Londra si è fermata al terzo turno, con la Bartoli, poi un malanno al braccio l'ha fatta scivolare al n.136 del ranking. In estate ha finalmente ha trovato un accordo con la federazione italiana che insieme a qualche soldino le assicura più tranquillità, una base al centro tecnico di Tirrenia e un futuro in Fed Cup.

Il suo tennis è sempre «in-or-out», dentro o fuori (46 vincenti e 43 errori contro la Wozniacki) ma ora c'è un filo in più di tattica dietro l'istinto da bombardiera. Fuori dal campo Camila è timidissima, e non si lascia scappare molto («sono felice, voglio continuare così, posso vincere anche contro Roberta»).

Secondo papà Sergio che sotto la zazzera grigia se la mangia con gli occhi («sì, ammetto che sono un po' geloso») ma respinge i paragoni con i padri-padroni del tennis («loro isolano le figlie, Camila sta sempre in famiglia e finito l'allenamento di tennis non si parla più») un futuro da top-10 è alla portata. Intanto è lì che spinge, delizioso pilone biondo di una mischia azzurra che avanza compatta.

 

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