pino d'angiò

“FRED ASTAIRE AL MIO CONFRONTO ERA STATICO E IMBRANATO” – IL MONDO DELLA MUSICA PIANGE PINO D'ANGIÒ, CANTAUTORE SIMBOLO DEGLI ANNI '80 – AVEVA QUASI 72 ANNI - LA SUA HIT 'MA QUALE IDEA' HA ANTICIPATO IL RAP ED È STATO UN SUCCESSO ANCHE ALL'ULTIMO SANREMO NELLA SERATA DELLE COVER CON I BNKR44 - IL TUMORE ALLA GOLA CHE LO HA COSTRETTO A SEI INTERVENTI CHIRURGICI E IL SUO INSEGNAMENTO: “NON HO MAI CREDUTO CHE POTESSI ESSERE UN CANTANTE. CANTANTE È L’UNICO MESTIERE CHE VIENE DEFINITO CON IL PARTICIPIO PRESENTE. QUESTO PERCHÉ IL CANTANTE ESISTE MENTRE ESERCITA IL SUO LAVORO, POI UN ATTIMO DOPO, PUFF! SPARISCE” – VIDEO

Ilaria Urbani per repubblica.it - Estratti

 

pino d'angiò

Secondo lui la metrica era quella di «una filastrocca per bambini». Per molti è il primo rap italiano, un “protorap”. Nel tormentone pop anni ‘80 Ma quale idea, Pino D’Angiò nel 1980 ha sperimentato la canzone parlata, voce roca e un po’ “strapazzata”, echi funky ascoltati durante l’infanzia negli Stati Uniti, le “vocine alla Bee Gees”, l’idea del superbullo che seduce una ragazza in discoteca e le atmosfere alla Fred Buscaglione, in chiave Eighties.

 

Addio a Giuseppe Chierchia, in arte Pino D’Angiò, nato a Pompei 71 anni fa (72 li avrebbe compiuti il prossimo 14 agosto). Con la hit Ma quale idea, D’Angiò è diventato famoso in Italia ma anche all’estero: 2 milioni e mezzo di copie vendute in Italia, 12 milioni nel mondo. La canzone è rimasta al top delle classifiche in Spagna per quasi tre mesi. Pino D’Angiò l’ha cantata in duetto a Sanremo 2024 nella serata delle cover con i Bnkr44 e il pezzo in versione remix è diventato di nuovo famoso anche su Tik Tok, rimbalzato in migliaia di video.

 

pino d'angiò

 

Vent’anni fa i Flaminio Maphia lo avevano riproposto col titolo Che idea. Il cantante e paroliere di Pompei (dove martedì si terranno i funerali) è tornato a esibirsi nei club un paio di anni fa: «C’era il club pieno di ventenni. Per canzoncine scritte 40 anni fa. Come non prenderla con divertimento?», diceva a Repubblica a gennaio.

 

Pochi mesi prima si era dovuto togliere un polmone, ma se ne fregava, perché «tanto di polmoni ne ho due». Definiva il suo mestiere un gioco e non se lo sapeva spiegare. E con Ma quale idea, Pino D’Angiò ha ispirato una delle prime cento canzoni dance anni ‘90 Don’t call me Baby dei Madison Avenue, la linea di basso è stata campionata dal suo successo ed è suonata da Stefano Cerri. 

 

(...)

 

 

pino d'angiò

Tour in tutto il mondo, dal Venezuela all’allora Unione Sovietica, icona anni ‘80, amato dai paninari che lui derideva prendendo in giro la figura del playboy dell’epoca, D’Angiò nato da una famiglia di Mercato San Severino, in provincia di Salerno, padre ingegnere con una carriera negli Usa e madre insegnante, ha composto canzoni per tanti artisti. Per Mina ha scritto Ma chi è quello lì. Ha frequentato anche il cinema, diretto da Giuseppe Tornatore nel ruolo di Verzella ne Il camorrista e su invito del doppiatore ufficiale Oreste Lionello ha dato voce a Woody Allen.

 

Ieri l’annuncio della scomparsa dato dalla moglie Teresa e il figlio Francesco. “Purtroppo oggi papà ci ha lasciati, colpito da un grave malore che lo ha portato via nel giro di qualche settimana. Ha resistito tanto, come ha sempre fatto”.

 

L’artista e produttore con il suo spirito scanzonato aveva sempre parlato con leggerezza dei suoi stop a causa delle malattie che lo avevano colpito negli anni, un tumore alla gola che lo ha costretto a sei interventi chirurgici, un infarto e un tumore al polmone. Il suo insegnamento in questi tempi di iperpresenzialismo social: «Ho sempre fatto questo mestiere per gioco. Non ho mai creduto che potessi essere un cantante perché non lo sono né ho mai voluto esserlo.

 

Cantante è l’unico mestiere che viene definito con il participio presente. Il medico non è il guarente, il falegname non è il segante. Questo perché il cantante esiste mentre esercita il suo lavoro, poi un attimo dopo, puff! Sparisce».

bnkr44 con pino d'angio

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI