morricone

MUSICA, MAESTRO! MORRICONE DA OSCAR: “IO SORRETTO DA MIO FIGLIO. MI TREMAVANO LE GAMBE..." - "CON LA RAI HO CHIUSO. I MUSICISTI NON POSSONO SUONARE A LORO SPESE”- ROMA? MI FA MALE VEDERLA RIDOTTA COSÌ. QUANDO ESCO IN MACCHINA MI PARE DI STARE SU UNA PISTA DA BALLO, TANTO È SCONNESSA LA STRADA"

MORRICONEMORRICONE

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”


Il mattino dopo la voce di Ennio Morricone è tornata ferma, con il suo accento trasteverino: «È vero, al momento di ritirare l’Oscar mi tremava un po’. È stato bravo mio figlio Giovanni, a farmi da interprete: l’inglese proprio non lo mastico. È stato bravo anche a sorreggermi: pure le gambe un po’ mi tremavano…». 

 

Ennio Morricone parla con orgoglio dei figli: oltre a Giovanni, Marco, Alessandra, Andrea. E ripercorre al telefono la storia d’amore che ha emozionato l’Italia: quella con la moglie Maria, cui ha dedicato l’Oscar.

 

MORRICONEMORRICONE

«Ci siamo conosciuti a Roma nell’Anno Santo: il 1950. Lei è nata in Sicilia ma è venuta nella Capitale a tre anni. Era amica di mia sorella Adriana. A me piacque subito moltissimo. Poi Maria ebbe un incidente, con la macchina di suo papà.

 

Un attimo di distrazione, e andò a sbattere. La ingessarono dal collo alla vita, come si faceva allora. Soffriva moltissimo. Io le sono rimasto vicino. E così, giorno per giorno, goccia dopo goccia, l’ho fatta innamorare.

 

Perché nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata. E, certo, la fedeltà. Fatto sta che ci fidanzammo. E ci sposammo il 13 ottobre 1956: tra qualche mese festeggiamo i settant’anni di matrimonio».

MORRICONE CON LA MOGLIEMORRICONE CON LA MOGLIE

 

Come si fa a stare settant’anni con la stessa donna? Ora non usa più. Morricone ride: «La domanda la deve fare a mia moglie. È stata bravissima lei a sopportare me. È vero, qualche volta sono stato io a sopportarla. Ma vivere con uno che fa il mio mestiere non è facile.

 

Attenzione militare. Orari rigorosi. Giornate intere senza vedere nessuno. Sono un tipo duro, innanzitutto con me stesso e di conseguenza con chi mi sta attorno. Altrimenti i risultati non arrivano. Il successo viene certo dal talento ma più ancora dal lavoro, dall’esperienza e, ripeto, dalla fedeltà: alla propria arte come alla propria donna. Mi sono dato la regola di dare il meglio, sempre. Anche se non sempre ci si riesce». 
 

MORRICONE TARANTINOMORRICONE TARANTINO

«Sono felice per il cinema italiano, che non è affatto morto, anzi è più vivo che mai. D’accordo, sotto Natale escono sempre film un po’ semplici. Ma Giuseppe Tornatore per me è un grandissimo artista, uno che resterà. Stimo molto anche Paolo Sorrentino.

 

C’è ancora qualche bravo compositore, ma sono rimasti in pochi: da quando si è imboccata la scorciatoia del sintetizzatore, dove fai tutto o quasi con un solo accordo, la qualità della musica nel cinema e nella fiction è scesa. Con la Rai ho chiuso. L’ultima volta mi hanno cercato per un’opera di Alberto Negrin. Mi hanno detto: “Ci sono diecimila euro per lei e per l’orchestra”.

 

MORRICONE 1MORRICONE 1

Ora, io posso anche decidere di lavorare gratis per la tv del mio Paese, ma i musicisti vanno rispettati. Incidere una colonna sonora con un’orchestra costa almeno 20, 30, forse 40 mila euro. È stato un momento di grande imbarazzo. Così ho dovuto dire: basta, grazie». Ma se la Rai tornasse a chiamarla? «Non credo che lo faranno. È una storia finita. Li capisco. Sono ristrettezze necessarie, le condivido anche; ma non posso chiedere ai musicisti di suonare a loro spese». 
 

In compenso l’ha cercata Quentin Tarantino. Un sanguinario, almeno a vedere i suoi film. «Tutt’altro! È una persona piena di umanità. Le sue scene possono sembrare un po’ terribili. Ma voi fate così: quando le guardate, provate a soffermarvi non sull’assassino, bensì sulla vittima.

MORRICONEMORRICONE

 

Nell’occhio della vittima si vede tutta la sensibilità di Tarantino. Io non lo conoscevo, ma sapevo che nei suoi film aveva inserito varie musiche composte da me per Sergio Leone. Poi mi ha chiamato per chiedermi la colonna sonora di un western. E invece ho fatto di testa mia, creando una musica molto diversa da quella che avevo pensato per Leone. Per fortuna ha funzionato».

 

Nella colonna sonora di The Hateful Eight in effetti sembra di sentire l’eco della musica contemporanea che lei ha composto. «Preferisco parlare di musica assoluta, perché anche quella dei film è musica contemporanea. Farò tre concerti a Santa Cecilia, a Roma: Voci dal silenzio , una sinfonia di mezz’ora con coro, orchestra e voce recitante; un omaggio allo scrittore sudafricano Richard Rive, martire della lotta contro l’apartheid». 
 

MORRICONEMORRICONE

A Roma, la città dov’è nato il 10 novembre 1928, Morricone è legatissimo. È stato testimone dei momenti più drammatici della sua storia: «Mio zio aveva una falegnameria, e io nei mesi dell’occupazione nazista andavo impolveratissimo con il triciclo a prendere sacchi di trucioli per portarli dal fornaio: ogni dieci sacchi, un chilo di pane. Un giorno in piazza Colonna incontrai un prete partigiano, don Paolo Pecoraro, che mi disse: “Tra poco ne sentirete delle belle”.

 

MORRICONE RENZIMORRICONE RENZI

Poco dopo sentii un botto. Era la bomba di via Rasella. Poi arrivarono gli americani, e suonai la tromba per loro nei locali di via Cavour. Non ci davano soldi ma cibo — pane bianco, cioccolata, anche pietanze già cucinate — e sigarette; io non fumavo, rivendevo le sigarette per strada e portavo i soldi a casa». 
 

«Anche l’amore per Roma, come per Maria, dura da una vita; mi fa molto male vedere la mia città ridotta così. Abito vicino a piazza Venezia. Quando esco in macchina mi pare di stare in barca o su una pista da ballo, tanto è sconnessa la strada. Purtroppo non ci sono più soldi, amministrare è diventato difficilissimo.

MORRICONEMORRICONE

 

Renzi fa bene a battersi in Europa per avere più flessibilità. A me pare bravo. So che molti non sono d’accordo con lui, che gli rimproverano forzature. Ma viva le forzature, se servono a scuotere un Parlamento che dormiva da anni: Renzi ha fatto la riforma del Senato, le unioni civili. Spero e credo che continuerà».

 

E in America? «Obama a me non è dispiaciuto. Ha fatto il suo dovere, pur avendo il Congresso contro». Che effetto le fa l’appoggio di Clint Eastwood a Donald Trump? «Rispetto Clint e le sue idee. Ma su Trump proprio non sono d’accordo!». 

morricone 3morricone 3clint eastwoodclint eastwoodmorricone 2morricone 2morricone 1morricone 1

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA