IL MORSO DELLO SQUALO – È SOLO QUESTIONE DI SOLDI, MA LA VENDITA DI MEDIASET PREMIUM A SKY SI FARÀ – BERLUSCONI, OLTRE AI 900 MILIONI OFFERTI, VUOLE 100 MILIONI PER LA CASSA E UN “PREMIO” PER LASCIARE CAMPO LIBERO A MURDOCH

Giuliano Balestreri per “la Repubblica

RUPERT E JAMES MURDOCHRUPERT E JAMES MURDOCH

 

Il matrimonio tra Sky e Premium, la pay tv di Mediaset, si farà. Serve solo tempo per raggiungere un accordo che soddisfi sia Rupert Murdoch, sia la famiglia Berlusconi. A margine della presentazione dei palinsesti autunnali, tra un sorriso e un «no comment», Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato del Biscione, ha lasciato poco margine ai dubbi. La prima offerta di Sky da circa 600 milioni è stata respinta, la seconda, non lontana dal miliardo, è per il momento in fase di decantazione.

 

Sull’opportunità dell’operazione sono ormai d’accordo in molti. L’antitrust europeo non dovrebbe avere obiezioni, d’altra parte sul campo della pay tv ha appena lasciato mano libera a Telefonica in Spagna, e l’authority italiana potrebbe adeguarsi fissando qualche paletto. Il nodo è nella valutazione di Premium.

 

PIERSILVIO BERLUSCONI  PIERSILVIO BERLUSCONI

Per Mediaset la base di partenza della trattativa resta il prezzo pagato da Telefonica per rilevare l’11,1% capitale: 100 milioni, pari a 900 milioni per il 100%. A questa cifra andrebbero aggiunti altri 100 milioni circa di cassa e un “premio” che il Biscione vorrebbe per lasciare, di fatto, campo libero a Sky sulla televisione a pagamento italiana. In alternativa a Mediaset potrebbero prendere in considerazione anche una fusione in cambio di una quota di minoranza - non inferiore al 30-35% - sufficiente a condizionare la governance.

 

mediaset premiummediaset premium

Un anno fa Sky Italia fu valutata 3 miliardi di euro, ma la strada sembra difficilmente percorribile dopo la nascita di Sky Europe.

 

Un’intesa, però, verrà trovata, ma probabilmente bisognerà aspettare un altro anno. Anche perché da settembre, fino al 2018, Premium avrà in esclusiva la Champions League per la quale ha speso 717 milioni: non tutti sono convinti del ritorno dell’investimento. Cologno oggi ha 1,7 milioni di abbonati, ma spera di strapparne almeno 500mila dai 4,7 milioni di Sky.

 

mediasetmediaset

I vertici della pay tv satellitare, però, non credono che il travaso sia così facile: nell’ultima stagione, la Champions League era in esclusiva alla piattaforma di Murdoch, ma gli ascolti generali non sono cresciuti in maniera sensibile, rispetto all’anno prima. Sky, quindi, non vorrebbe “strapagare” Premium, prima di capire se l’aggressiva campagna abbonati di Mediaset avrà effettivamente successo.

 

Berlusconi ha anche parlato di Ei Towers e di Telecom Italia. Se riguardo all’ex monopolista ha escluso un intervento diretto del gruppo nel capitale, «perché il tempo è passato», ma ha lasciato aperta la porta augurandosi collaborazioni sul fronte dei contenuti e delle distribuzione; per quanto riguarda la torri il ragionamento è stato più ampio.

 

berlusconi silvio e piersilvioberlusconi silvio e piersilvio

Dopo la fallita scalata a Raiway, Mediaset insiste per la realizzare di un progetto industriale di aggregazione nel settore delle torri, anche a costo di perdere la quota di controllo: «Siamo interessati a un progetto industriale e siamo aperti a situazioni non di controllo - ha detto Berlusconi - l’importante è che ci sia un progetto industriale vero che porti alla creazione di valore». Soprattutto per evitare che un settore strategico, attraverso il quale passano tutte le comunicazioni del Paese rischi di finire sotto il controllo di azionisti esteri.

 

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Sempre in tema di tv, ieri, il presidente dell’Upa (Utenti pubblicità associati) Lorenzo Sassoli de Bianchi, ha proposto entro il 2016 la quotazione in Borsa dell’Auditel, la società che rileva gli ascolti. «E’ il risultato di un lungo processo di innovazione ha detto Sassoli - promosso da Upa, e che ha portato all’ingresso di Sky e Discovery nel Consiglio di amministrazione della società, e alla posizione di maggioranza della componente del mercato nello stesso consiglio». Dopo una lunga fase di tensione, Auditel farebbe un ulteriore passo verso «la trasparenza e l’indipendenza ».

 

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