savelli

MUGHINI MEMORIES – QUANTE GENERAZIONI SONO DIVENTATE GRANDI LEGGENDO I SAGGI, I ROMANZI, LE RIVISTE EDITE DALL'AUDACIA E INTELLIGENZA DI GIULIO SAVELLI, FORNENDO UN MODO DI PERCEPIRE LA REALTA' DEGLI ANNI '60 E '70 - TRA "STRAGE DI STATO" E "PORCI CON LE ALI", SAVELLI ATTIRO' COLLETTI, VERTONE, ASOR ROSA, PAOLO FLORES, GALLI DELLA LOGGIA. IL MIO PRIMISSIMO LIBRINO FU LA PREFAZIONE AL SAGGIO DI PIERRE CHAULIEU, IL FONDATORE DI “SOCIALISME OU BARBARIE”, LA RIVISTA MADRE DI TUTTO IL GRUPPETTARISMO DI ESTREMA SINISTRA 

Giampiero Mughini per Dagospia

 

giulio savelli

Caro Dago, è nell’ordine naturale delle cose che la mia generazione sia sottoposta a una sorta di decimazione. Il nostro tempo giunge al capolinea. Giulio Savelli era nato nel 1941, il mio stesso anno di nascita. Stiamo tutti avvicinandoci agli ottant’anni, qualcuno li ha superati.

 

Avevo avuto pochi rapporti professionali con Savelli, ma è un fatto che il suo brand editoriale - la casa editrice Samonà e Savelli - è stato fra quelli iconici della mia giovinezza.

 

giulio savelli 11

Nella libreria che portava il nome della casa editrice, lassù a 80 metri dal Quirinale, c’ero stato a metà dei Sessanta e ricordo di avere comprato un libro di Paul Nizan.

 

alberto asor rosa foto di bacco (1)

Quando mi trasferii a Roma nel gennaio 1970, se ricordo bene la casa editrice s’era già trasferita in un ufficio dirimpetto a Castel Sant’Angelo, presieduto da Dino Audino e dove sedeva Luigi Manconi che divenne subito un mio amico e di cui mi dispiacque quando mi querelò per un mio libro del 2006 dedicato all’omicidio Calabresi, una querela che il giudice istruttore giudicò priva di qualsiasi fondamento.

Giulio Savelli editore

 

Mi dispiacque perché nella mia scala sentimentale (che è cento volte più importante di qualsiasi altra), Luigi resta il ragazzo che sedeva nella redazione della casa editrice Savelli (Samonà s’era congedato).

 

Più ancora, quello al quale nel 1987 confidai che stavo attraversando un periodo di grave insonnia e lui mi fece telefonare da Marco Lombardo Radice (il coautore di “Porci con le ali” edito dalla Savelli) che di mestiere faceva il medico e da lui ebbi preziosi consigli a combattere il malanno.

Giulio Savelli editore

 

 

Ve li sto via via facendo i nomi di quella costellazione che per tutti gli anni Sessanta ruotò attorno alla Savelli.

 

L’autore del più importante libro che ne portava il marchio, il libro di Alberto Asor Rosa sulla letteratura italiana “populista”, sarebbe stato correlatore della mia tesi di laurea in Lingua e letteratura francese.

 

Fu Dino Audino a chiedermi per la loro casa editrice una prefazione al saggio di Pierre Chaulieu, il direttore/fondatore di “Socialisme ou Barbarie” - la rivista madre di tutto il gruppettarismo di estrema sinistra -, e ne venne fuori il mio primissimo librino in un collana diretta da Lucio Colletti.

paolo flores d arcais

 

 

Sarebbe stato Colletti a metà degli anni Sessanta il direttore di quella rivista mensile un tantino à la Trotski, “La Sinistra”, di cui Savelli fu il redattore capo e probabilmente quello che la faceva da cima a fondo.

 

lucio colletti

Era un ambiente da cui le riviste venivano fuori come funghi, nel senso che ogni gruppetto di cinque amici ne fondava una, poi quel gruppo si scindeva e in tre ne formavano una seconda, poi quei tre si scindevano nuovamente e ne nasceva una terza.

 

Una di quelle riviste la dirigeva Paolo Flores d’Arcais, al cui fianco lavoravano Ernesto Galli della Loggia e Franco Moretti, entrambi miei grandissimi amici. Era l’ambiente che il giovanissimo Nanni Moretti scrutava con occhio geniale a farne il teatro dei suoi film del debutto.

 

Paolo Flores e Franco Moretti vivevano nella stessa casa, e la loro era per me una casa la più familiare possibile. Alla Savelli lavorava un fratello più giovane di Paolo, Maurizio, un ventiquattrenne che sprizzava qualità da tutti i pori.

Giulio Savelli editore

Luigi Manconi

 

Quando si tolse la vita, al suo funerale c’eravamo tutti in fila l’uno dietro l’altro, Manconi, Veltroni, Gianni Borgna, i due fratelli Moretti, Ernesto Galli della Loggia e ne sto dimenticando. Era esattamente una scena alla “Ecce bombo”.

 

Qualche anno dopo Colletti e Savelli fecero combutta nello strapparsi di dosso i panni del marxismo o trotskismo che fosse, ed è stato uno degli episodi chiave della nostra storia politico culturale.

 

Giulio Savelli editore

Loro due e Saverio Vertone (altro comunista d’antan) e Piero Melograni vennero eletti al Parlamento nelle liste della Forza Italia berlusconiana. S’erano tutti spostati su posizioni di centro-destra come leggo in qualche ragguaglio da due soldi? Ma nemmeno per idea.

 

Tutti loro avevano creduto nella “rivoluzione liberale” annunciata dal fondatore di Mediaset. Una illusione che durò pochissimo. Colletti mi disse una volta che era arrivato al punto di dover volgere via lo sguardo se vedeva per strada affisso ai muri un manifesto elettorale di Forza Italia.

Giulio Savelli Pia Luisa Bianco

 

Dopo meno di un anno dalla sua elezione Savelli passò al Gruppo Misto. Da allora si era ritirato dalla prima linea, e lo aveva fatto con eleganza. Del resto era uno che amava la vita e che a darsi un’identità non aveva bisogno a tutti i costi della politica. “Era un principe non solo di nascita”, ha scritto nel ricordo funebre sua moglie, Pialuisa Bianco, anche lei un’allieva di Colletti 

saverio vertone

giulio savelli

piero melograni

pialuisa bianco foto di bacco

 

ernesto galli della loggia a omnibus 1

Giulio Savelli editoreGiulio Savelli editoreGiulio Savelli editoreGiulio Savelli

porci con le ali film PORCI CON LE ALI LIBRO

GIAMPIERO MUGHINI

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)