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IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - DA KUBRICK A TINTO BRASS, KEN ADAM È STATO UN GRANDE SCENOGRAFO CINEMATOGRAFICO E UN ARCHITETTO IN GRADO DI MODIFICARE LA NOSTRA STESSA PERCEZIONE DELLA REALTÀ - QUANDO REAGAN CERCO’ LA “WAR ROOM” AL PENTAGONO (CHE ERA FRUTTO DELLA FANTASIA DI ADAM)
Marco Giusti per Dagospia
A un certo punto Ken Adam, lo scenografo del Dottor Stranamore di Stanley Kubrick e di tutti i grandi 007, da Dr. No a Moonraker, non ne poteva più di tutte le candele che doveva sistemare per fare la luce naturale richieste da Kubrick per Barry Lyndon, il film che gli darà il primo dei suoi due Oscar, l‘altro è La follia di Re Giorgio. Così, finita l’estenuante lavorazione, accettò di disegnare le scenografie di Salon Kitty di Tinto Brass, bellissime in verità, dove rivide, lui, ebreo, l’architettura nazista di Akbert Speer.
E rimase molto legato a Tinto e all’Italia. Ken Adam, anzi Sir Ken Adam, che se ne è andato a 95 anni al termine di una vita di grandissimi successi, è stato non solo uno dei più grandi scenografi cinematografici al mondo, ma un architetto in grado di modificare la nostra stessa percezione della realtà.
Al punto che, racconta Sir Christopher Frayling, suo biografo e amico, Ronald Reagan, una volta eletto presidente, chiese di essere scortato nella celebre War Room del Pentagono e gli risposero : “Signor Presidente, non esiste”. Era solo frutto della fantasia di Ken Adam al lavoro per Il dottor Stranamore di Kubrick.
Come lo erano il grande studio del Dr No in 007 – Licenza di uccidere, l’Aston Martin D85 di 007, il lanciarazzi dentro il vulcano giappinese di Si vive solo due volte o i magazzini segreti di Fort Knox pieni di lingotti d’oro di Goldfinger e quell’incredibile macchina con il laser che avrebbe potuto tagliare per sempre i gioielli di famiglia di James Bond nello stesso film.
“Si aspetta che parli?”, chiede Bond. E Goldfinger: “No, Mister Bond, mi aspetto che muoia”. Nessuno aveva mai visto qualcosa di simile in un film e Sean Connery aveva davvero paura di lasciarci qualcosa in quella scena. Del resto venne parodiata per anni in qualsiasi sketch.
Ken Adam si chiamava in realtà Klaus Hugo Adam, era nato a Berlino nel 1921 e veniva da una ricchissima famiglia ebrea che pensò bene di fare andare via il figlioletto nel 1932 quando la situazione politica incominciò a farsi pesante. A Londra il giovane Ken Adam si laureò in Architettura e, allo scoppio della guerra, divenne uno dei più celebri piloti della RAF.
Anche se aveva ancora il passaporto tedesco. A bordo del suo Hawker Typhoon ha combattuto eroicamente nei cieli della Battaglia di Normandia. “La sua vita”, ricordava Roger Moore, “era molto più interessante dei tanti film che disegnò”. Nel cinema entrò subito dopo la fine della guerra.
A Ischia, sul set di un geniale avventuroso firmato da Robert Siodmak, Il corsaro dell’isola verde, con Burt Lancaster, si innamorò di una bella ragazza italiana, Maria Letizia, e la sposò. Rimase per sempre un po’ italiano anche lui. Del resto lavorò a Cinecittà nei grandi kolossal americani del tempo, Elena di Troia, Ben Hur, Sodoma e Gomorra (ci lavorò per un anno e mezzo). Collaborò a più riprese per Raoul Walsh e Robert Aldrich.
Si specializzò nelle navi e ne costruì sia per Captain Horatio Hornblower R.N., Elena di Troia, The Master of Ballantrae. Fu assistente anche del grande William Cameron Menzies per filmoni come Il giro del mondo in 80 giorni, ma fu grazie alle scenografie incredibile per 007 Licenza di uccidere, cioè Dr No, il primo James Bond della serie firmato da Terence Yooung che si impose in tutto il mondo.
Disegnò per sempre il futuribile realistico degli anni ’60. E lo portò avanti nei film successivi, come Goldfinger, ma anche con agenti segreti diversi, come Ipcress e Funerale a Berlino. Stranamore e il suo rapporto con Kubrick, furono qualcosa di ancor più speciale. Ma non volle disegnare i set di 2001: Odissea nello spazio.
Disegnò invece la scenografia meravigliosa di Sleuth – Gli insospettabili per Joseph Mankiewicz, disegnò la macchina di Chitty Chitty Bang Bang, un po’ Rolls Royce un po’ Bugatti, le grandi scenografie anni ’30 di Pennies From Heaven, supervisionò L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci, disegnò qualsiasi tipo di stravaganza possibile per James Bond.
Fu, in assoluto, il primo producer designer a diventare baronetto nel 2003. Sir Christopher Frayling, non solo grande critico inglese, ma direttore per molti anni della Royal Academy of Arts di Londra, gli dedicò una grande monografia nel 2008. L’architettura moderna deve molto ai film disegnati da Ken Adam.