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EDITORIA À LA CARTE - NEGLI STATES FIOCCANO INCHIESTE, ARTICOLI E RIVISTE PUBBLICATE GRAZIE AL CROWDFUNDING: SI PROPONE L’ARGOMENTO E ARRIVANO I CONTRIBUTI - LA PUBBLICITA' E' IN CALO, LA STAMPA E’ IN CRISI MA LE NOTIZIE CIRCOLANO LO STESSO

Arturo Zampaglione per “Affari & Finanza - la Repubblica

 

SARAH BUFKIN E JESSE WILLIAMSSARAH BUFKIN E JESSE WILLIAMS

Nell'estate del 2014 due ventenni "sudisti", Sarah Bufkin e Jesse Williams, decisero assieme a loro amico "nordista" Evan Walker-Wells di lanciare una rivista per raccontare ed esplorare l' identità culturale e le sfide politiche del profondo Sud americano. La chiamarono Scalawag, come il soprannome dato ai bianchi del Sud che sostennero la ricostruzione dopo la feroce guerra di secessione.

EVAN WALKER WELLSEVAN WALKER WELLS

 

Ma al di là di nomi e ambizioni, il problema era come pagare per il loro progetto editoriale. Non avevano soldi di famiglia, né banche disposte a prestarli, né "angel investor" pronti a scommettere su una start-up editoriale, più rischiosa persino di quelle della Silicon Valley. Così, seguendo l' esempio di altri giovani imprenditori, i tre si rivolsero a Kickstarter, la società leader nel crowdfunding, cioè nella raccolta di microfinanziamenti attraverso internet.

 

SCOTT ANDERSONSCOTT ANDERSON

La raccolta di fondi cominciò nel marzo 2005. Un mese dopo, i tre avevano incassato molto di più dei 20mila dollari su cui puntavano: 31mila dollari, per l' esattezza, versati da 374 persone sparse per gli States.

 

Così a giugno dell' anno scorso il primo numero di Scalawag è arrivato nelle edicole e da allora l' iniziativa si è allargata. La redazione nella Carolina del Nord, oltre alla rivista trimestrale, pubblica adesso anche una newsletter settimanale e ha un portale di informazione.

 

Il percorso seguito dai giovani di Scalawag per inseguire i loro sogni è sempre meno insolito nel panorama giornalistico degli Stati Uniti: dove la crisi dei media, e in particolare della carta stampata, è arrivata prima che in altri paesi; dove ha assunto dimensioni ancor più tragiche, con licenziamenti in massa, il ridimensionamento o addirittura la scomparsa di testate storiche; ma dove non ci si stanca di cercare nuovi "business model" capaci di resistere alle tempeste in atto.

 

SCALAWAGSCALAWAG

E il crowdfunding, anche se da solo non potrà salvare il giornalismo dalla sua crisi esistenziale, appare come uno strumento sempre più diffuso e capace di offrire alcune soluzioni.

 

La conferma viene dal Pew Research Center di Washington, uno dei più celebri think tank americani, che ha pubblicato i risultati di una ricerca sui 658 progetti media finanziati da Kickstarter, l' azienda leader nel crowdfunding, dall' aprile 2009, cioè da quando è stata lanciata la piattaforma per raccogliere i micro-finanziamenti, fino al 15 settembre dell' anno scorso.

 

kickstarter kickstarter

Dalle 17 iniziative media finanziate dal crowdfunding negli ultimi 9 mesi del 2009, si è passati alle 64 del 2010 e alle 173 dei primi nove mesi del 2015. Dai 49mila dollari raccolti il primo anno, si è passati a un totale di 1,7 milioni di dollari.

 

Dai 792 mini-finanziatori del 2009, si è passati a quasi 26mila nel 2015. "E' una crescita - commenta Amy Mitchell, direttore per le ricerche nel giornalismo della Pew - che evidenzia, in questo momento di rapido cambiamento del mondo digitale, la presenza di una nuova nicchia per un tipo di giornalismo non-tradizionale alimentato dall' interesse del pubblico".

 

crowdfunding crowdfunding

Il Pew è il primo a riconoscere che i progetti crowdfunded sono ancora poca cosa rispetto alla produzione giornalistica americana e a un mercato pubblicitario che, pure in forte calo, vale ancora 20 miliardi di dollari all' anno.

 

E nel mondo del crowdfunding, i media occupano un posto marginale rispetto ad altri settori: in sette anni di vita, ad esempio, la Kickstarter, che ha sede a Brooklyn ed è la più grande società del ramo (ma non l' unica), ha contribuito a 18mila progetti nel settore cinema e video, a 6mila nei videogiochi e 8mila nel campo artistico, rispetto agli appena 658 nel giornalismo.

 

Eppure, insiste Amy Mitchell, il crowdfunding sta aiutando la nascita di prodotti media che "altrimenti non vedrebbero mai la luce": non solo negli Stati Uniti, ma anche altrove, visto che il 36 per cento dei progetti riguardava operazioni in una sessantina di paesi stranieri.

FESTIVAL DEL GIORNALISMO 2016FESTIVAL DEL GIORNALISMO 2016

 

La ricerca del Pew mostra la distribuzione dei progetti finanziati con il crowdfunding dal 2009 al 2015: il 20 per cento ha riguardato il lancio di riviste periodiche, il 16% portali web, un altro 16% libri di inchiesta, il 9 per cento radio e podcast, il 7 per cento i documentari, il 6 per cento i blog, il 4 per cento il fotogiornalismo, il 2 per cento i giornali, e il 12 per cento formati multipli. Ma al di là dei numeri e dei format, il documento conclusivo di 27 pagine pubblicato dal Pew, evidenzia alcuni trend. Ecco i tre principali.

 

poh prende il sole in arizonapoh prende il sole in arizona

1)Oltre a finanziare iniziative più tradizionali (come Scalawag), il crowdfunding si rivela quasi indispensabile per progetti insoliti. All' inizio dell' anno scorso, Scott Thomas Anderson, un cronista di nera, è riuscito a raccogliere su Kickstarter 3600 dollari che gli sono poi serviti a tradurre in un libro i dati raccolti in 16 mesi di lavoro con le forze dell' ordine.

 

2)Grazie alla stessa strada di micro-finanziamenti diffusi, hanno visto la luce una storia dei vigili del fuoco nelle terre abbandonate degli Stati Uniti, una inchiesta in Tanzania sul rospo dello spruzzo di Kihansi e un libro sul primo parco di divertimenti stile-Western.

 

3) Sette progetti su dieci sono legati a una sola persona o a un gruppetto ridotto. Tre studenti di teologia, ad esempio, hanno ottenuto 1051 dollari per lanciare un podcast mensile su temi religiosi.

 

supai, arizona supai, arizona

Ma al tempo steso il crowdfunding è stato utilizzato da organi di stampa più robusti: così il Tucson-Sentinel ha raccolto i soldi per fotografare l' intero confine tra Arizona e Messico, che poi ha pubblicato in un libro e su cui ha incentrato una mostra.

 

4) Mentre la metà dei progetti di crowdfunding riguardava attività giornalistiche già in corso, a cominciare dalle inchieste di ProPublica, la società giornalistica no-profit, l' altra metà perseguiva obiettivi del tutto nuovi: quindi più difficili da presentare ai potenziali finanziatori.

 

Di qui l' importanza di una campagna capace di coinvolgere amici e conoscenti dei promotori e di sensibilizzare l' opinione pubblica: proprio come hanno fatto (con successo) i tre giovani di Scalawag.

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