VITA E BATTAGLIE DI MARIASILVIA SPOLATO, LA PRIMA DONNA ITALIANA A DICHIARARSI LESBICA: PERSE COMPAGNA, LAVORO E FAMIGLIA – L’ATTIVISTA, NATA A PADOVA 88 ANNI FA, DOPO IL COMING OUT VAGABONDÒ PER VARIE CITTÀ ITALIANE: “DORMIVO DA AMICI PERCHÉ NON ERO PIÙ IN GRADO DI PAGARMI L’AFFITTO. LA MIA CASA ERANO DIVENTATI I TRENI" - SPOLATO È MORTA IL 31 OTTOBRE 2018. SULLA SUA TOMBA HA VOLUTO UNA FRASE DI SIMONE WEIL, LA “SANTA DEGLI ESCLUSI”
Estratto dell’articolo di Silvia M.C. Senette per corriere.it
La nascita a Padova, la laurea e l'attivismo
Avrebbe compiuto 88 anni Mariasilvia Spolato, la prima prima donna in Italia a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità. Nata a Padova il 26 giugno 1935, attivista italiana per i diritti Lgbt, fu discriminata, licenziata e perseguitata. Le sue spoglie riposano a Bolzano: la sua lapide è stata finanziata da un anonimo. Mariasilvia Spolato si laurea a Padova in scienze matematiche.
La data che fa da spartiacque nella sua vita è l’8 marzo 1972: a 37 anni, durante una manifestazione femminista a Roma dichiara pubblicamente la propria omosessualità diventando la prima donna italiana ad aver mai fatto coming out. In mano, al corteo, stringeva un cartello del Movimento di Liberazione Omosessuale: pubblicate dal settimanale Panorama, le foto di quell'iniziativa considerata provocatoria la resero nota in tutta Italia e furono l'inizio dei suoi problemi. Tra le donne scese in piazza a Campo de' Fiori c'era anche l'attrice americana Jane Fonda.
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La perdita del lavoro come insegnante
La visibilità come lesbica e attivista LGBT e la pubblicazione di libri sul tema le costarono il posto di lavoro come insegnante di matematica in un istituto tecnico di Frascati: per iniziativa dell’allora ministro Riccardo Misasi e del suo successore, l'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il Ministero dell'Istruzione la licenziò in quanto "indegna" all'insegnamento. «Un giorno, con una scusa, mi hanno messo alla porta - racconterà alla rivista "Jesus" -. Il mio schierarmi politicamente dava fastidio. Ho perso il posto, pian piano ho finito i soldi e da lì sono cominciate le mie storie»
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Il vagabondaggio
Mariasilvia Spolato fu allontanata dalla sua famiglia e venne lasciata dalla donna che amava. Senza fissa dimora, vagabondò per varie città italiane. «Dormivo da amici perché non ero più in grado di pagarmi l’affitto - rivelerà anni dopo -. Vagavo di qua e di là, di città in città. La mia casa erano diventati i treni: ormai mi conoscevano controllori e macchinisti di mezza Europa. Posavo il capo dove capitava e mangiavo quello che riuscivo a procurarmi». Giunta a Bolzano come clochard, viene tutt'ora ricordata da molti in città, con indosso una giacca a vento rossa e blu, intenta a leggere, ascoltare musica o fotografare.
In seguito a una grave infezione a una gamba venne ricoverata in ospedale e, successivamente, fu accolta nella casa di riposo Villa Armonia dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Spolato si è spenta il 31 ottobre 2018 a Bolzano, a 83 anni. Sulla sua tomba al cimitero di Oltrisarco, donata da un anonimo finanziatore tre anni dopo la sua scomparsa, una foto che la ritrae anziana con un berretto di lana blu e la bandiera arcobaleno. Accanto, la scritta "Nessuno ha amore più grande di colui che sa rispettare la libertà dell’altro"». Una frase di Simone Weil, la “santa degli esclusi”.
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