cinema privato red carpet home cinema

SIETE STRARICCHI, NON ANDATE AL CINEMA PERCHÉ I FAN VI CHIEDONO I SELFIE E NETFLIX È TROPPO CHEAP? “RED CARPET HOME” È IL SERVIZIO CHE FA PER VOI – È UN INCROCIO TRA UN CLUB PRIVATO VIRTUALE E UNA “NETFLIX” PER L’HAPPY FEW: L’ISCRIZIONE COSTA 15MILA DOLLARI, MA POTETE VEDERE I FILM APPENA USCITI AL CINEMA (NON IN ITALIA, VISTA LA LEGGE ANTI-STREAMING) –SAPETE QUANTI FILM CI SONO IN CATALOGO AL MOMENTO? TRE…

Da www.ilpost.it

 

RED CARPET HOME CINEMA

Negli Stati Uniti è stato lanciato un servizio che permette a poche persone che hanno moltissimi soldi di vedere da casa, in tv, i film appena usciti nei cinema. Il servizio si chiama Red Carpet Home Cinema ed è ancora nella sua fase iniziale: ogni film costa al momento tra i mille e i tremila dollari. È quindi un servizio di lusso, che il New York Times ha definito «il Netflix per l’uno per cento», la piccola percentuale di persone più ricche al mondo.

 

fred rosen dan fellman

In realtà ogni paio d’anni salta fuori un nuovo servizio di questo tipo, e finora è sempre andata male: in genere per l’opposizione dei cinema o perché i modelli di business erano un po’ troppo campati in aria. Questa potrebbe invece essere la volta buona.

 

Red Carpet Home Cinema

Il New York Times paragona il servizio a un club privato. Per prima cosa, c’è una sorta di selezione all’ingresso da superare: bisogna infatti fornire diverse informazioni su di sé e avere, tra le altre cose, una carta di credito con un limite di spesa di almeno 50mila dollari. Alcuni di quei soldi servono per comprare un apposito sistema da 15mila dollari che viene installato da un tecnico e permette di ricevere i film via internet. Per ora il progetto è in una fase iniziale. È attivo solo a New York e Los Angeles e al momento i film a disposizione sono tre: Pet Sematary, Wonder Park e The Kid. Il noleggio si paga a parte e il costo è deciso dalla casa di produzione del film richiesto.

 

netflix 2

Una volta scaricato il film, si può vedere due volte nell’arco di 36 ore, poi sparisce; il sistema prevede apposite precauzioni anti-pirateria. Il sito di Red Carpet Home Cinema spiega che per guardare i film va bene una normale tv HD comprata negli ultimi due o tre anni e che ovviamente serve una connessione internet ad alta velocità, con un indirizzo IP statico.

 

dan fellman

Di per sé l’offerta è semplice e nemmeno così innovativa. Ma ci sono almeno tre motivi per cui Red Carpet Home Cinema potrebbe riuscire dove altri hanno fallito:

 

– È stata pensata da due persone che hanno già dimostrato di saperci fare e che hanno i giusti contatti a Hollywood;

– Ha il supporto di diverse grandi case di distribuzione cinematografica;

– Sembra avere molto ben chiaro in mente chi sono i suoi potenziali clienti.

 

Due persone che sanno il fatto loro

fred rosen 2

Le due persone sono Fred Rosen e Dan Fellman. Hanno 75 e 76 anni, giocano spesso insieme a golf e hanno dei notevoli curriculum: Rosen ha guidato per alcuni anni la società di vendita di biglietti Ticketmaster e Fellman lavora nel cinema dagli anni Sessanta e ha fatto il produttore e il dirigente della Warner Bros.

 

fred rosen

Per spiegare l’idea alla base di Red Carpet Home Cinema, Rosen ha parlato di cinture. Ha detto che, sebbene ogni cintura serva a un unico e semplice scopo, ce ne sono in vendita da quattro euro nei supermercati e da 2.000 euro da Gucci. «Ogni prodotto che mi viene in mente ha una sua versione di lusso», ha spiegato: «Al che mi sono detto, perché nel cinema non è così?». In effetti per vedere qualsiasi film sia voi che Jeff Bezos pagate una decina di euro (o di dollari). Qualcuno in più per guardare il film seduti più comodi, in un cinema migliore, magari il sabato sera, ma pur sempre un prezzo simile, e relativamente basso, per un’esperienza di visione non molto diversa.

 

netflix

Il New York Times spiega che Rosen e Fellman vogliono invece offrire un servizio di lusso «ai miliardari delle aziende di tecnologia, ai titani di Wall Street, agli atleti più pagati, agli oligarchi russi e a tutti i super-ricchi del mondo». Peraltro si tratta in molti casi di persone che, anche volendo, probabilmente non potrebbero andare al cinema: per Cristiano Ronaldo è oggettivamente difficile pensare di poter andare al multisala il mercoledì sera come se niente fosse.

dan fellman 1

 

Con, e non contro, le case di distribuzione

Red Carpet Home Cinema ha già accordi con Warner Bros., Paramount, Lionsgate, Annapurna, 20th Century Fox e Fox Searchlight. Non ha ancora accordi con altre grandi case di produzione e distribuzione (Universal, Sony Pictures e gran parte di Disney) ma è già un ottimo inizio ed è, scrive il New York Times, «frutto delle relazioni che Rosen e Fellman hanno coltivato per decenni».

 

fred rosen 1

Un paio di anni fa si parlò molto di Screening Room, un simile progetto finanziato tra gli altri da Sean Parker, il creatore di Napster e uno dei primi finanziatori di Facebook. Il progetto alla fine non andò bene proprio perché contrastato dalla grande maggioranza delle case di produzione. Fellman ha detto: «Noi lasciamo che siano le case di produzione a decidere i termini dell’accordo e a loro piace, perché a Hollywood non amano chi va da loro e dice “si fa così”».

sean parker e alexandra lenas

 

In inglese, quando qualcuno prova a rivoluzionare un settore usando le nuove tecnologie, lo si definisce un disrupter: qualcuno che prova a sovvertire certe pratiche per rivoluzionare un intero settore. Rosen ha detto: «Sono troppo vecchio per essere un disrupter».

 

I chiari piani di Red Carpet Home Cinema

Età a parte, Rosen spiega che la sua vuole essere «un’offerta di nicchia». Nei suoi piani Red Carpet Home Cinema punta ad avere qualche migliaio di clienti, «di certo non più di 10mila». Fellman ha detto di aspettarsi, una volta che l’offerta dovesse andare a pieno regime, entrate annuali di 300 milioni di dollari.

netflix on tv 3

 

Rose ha aggiunto: «Grazie a noi le case di produzione farebbero 25-50 milioni di dollari l’anno, per loro tutto di guadagnato». Il New York Times spiega che gli americani con un reddito annuo superiore ai due milioni di euro sono 46mila, senza contare il mercato internazionale. I numeri quindi potrebbero essere un po’ più grandi.

 

sean parker

Ma bisogna anche tenere in mente che negli Stati Uniti alcuni super-ricchi già possono vedere i film al cinema comodamente da casa. Esiste infatti una sorta di circolo – noto come Bel-Air Circuit – attraverso il quale le case di distribuzione fanno avere ad alcuni VIP o super-ricchi i loro film che passano nei cinema, a volte qualche giorno prima che passino nei cinema.

 

cinema privato 1

In più, sembra che Red Carpet Home Cinema abbia scelto il momento giusto per proporre la sua offerta. Negli ultimi due-tre anni le case di distribuzione sembrano iniziare a capire che l’approccio tradizionale (film al cinema e solo dopo qualche mese film in streaming e in tv) sta avendo problemi. Qualche anno fa era impensabile che un film “da Oscar” potesse finire in streaming legale pochi giorni dopo l’uscita nei cinema, eppure con Roma, di Netflix, è successo proprio questo. Il New York Times spiega che per ora le associazioni e catene di cinema americani non si sono schierate su Red Carpet Home Cinema, e che questo è comunque un buon segno.

cinema privato 6

 

Se avete una carta di credito con un limite oltre i 50mila euro, e vi infastidiscono i fan che vi disturbano per i selfie quando andate al cinema, dobbiamo dirvi che non ci sono al momento informazioni su un possibile arrivo in Italia di Red Carpet Home Cinema. Sappiamo invece che la legge italiana, modificata qualche mese fa, prevede specifiche finestre di tempo per il passaggio di un film dalla sala alle tv, ma che valgono solo per i film italiani (e comunque variano a seconda del tempo che il film passa nei cinema e degli incassi).

cinema privato 5cinema privato 3cinema privato 7reed hastingsdan fellman 2cinema privato 4

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?