“NON È LA MOGLIE, NON HA DIRITTI”! - CON QUESTE PAROLE L’EX DIVA DEL CINEMA ROSSANA PODESTÀ È STATA ALLONTANATA DAL LETTO DI MORTE DI WALTER BONATTI, SUO COMPAGNO DA 30 ANNI - LA LORO COLPA? NON ESSERE SPOSATI! - “NON CE N’È MAI FREGATO NIENTE DI SPOSARCI, ERA ALTRO QUELLO CHE CI HA UNITI” - E NESSUNO HA TENUTO IN CONTO LA SOFFERENZA DI UNA LUNGA VITA INSIEME SPEZZATA, PRIMA ANCORA CHE DALLA MORTE, DA UNA NORMA SCHIFOSA…

Enrico Martinet per "La Stampa"


L' Italia del «lei non sa chi sono io» scivola nel suo opposto: «Lo so e le dico di no». Così la rigida norma allontana la compagna di una vita dal suo uomo morente. Lei e Rossana Podestà, grande attrice degli Anni 60, lui è Walter Bonatti, l'alpinista esploratore e scrittore morto il 14 settembre in un ospedale di Roma. La loro colpa? Non essere sposati. «Non ce n'è mai fregato niente di sposarci, era altro quello che ci ha uniti.

Per l'ospedale dove Walter era ricoverato - dice Rossana nell'intervista rilasciata a "Vanity Fair", oggi in edicola - questo era un problema, così come lo è per la legge italiana. Mi hanno allontanata dalla rianimazione dicendo "tanto lei non è la moglie". È possibile che una persona già schiacciata dal dolore venga trattata in questo modo?».

Esperienza che somma l'amarezza e la rabbia al dolore. Ieri chiedeva pace: «Ora basta, non posso più parlare, mi perdoni. Ciò che avevo da dire è detto, sono stanca». E nulla aggiunge, neanche il nome dell'ospedale: «Cosa cambia ormai?». Rossana Podestà era tra i pochissimi a sapere che il suo Walter aveva i giorni contati.

Sapeva che il cancro al pancreas era all'ultimo stadio da tre mesi. «Mi sono presa la responsabilità di tacere», dice ancora alla rivista. Temeva che Bonatti non volesse aspettare in un letto la propria agonia: «Avevo il terrore che potesse decidere la sua morte da solo».

Nell'inverno di quest'anno avevano fatto un grande viaggio di 3800 chilometri nei deserti di Libia, Sudan e Egitto. Ma Bonatti, l'uomo che da solo aveva girato il mondo intero nei luoghi più nascosti e impervi, sembrava assente, come rapito da un pensiero lontano. «Mi era sembrato strano». Non era mai stato malato e dopo il ritorno incominciò ad accusare dolori, diventati poi violenti all'inizio dell'estate.

Le analisi, poi la diagnosi consegnata soltanto alla sua compagna: un verdetto di morte imminente, senza speranza. Ancora nell'intervista: «Ho vissuto malissimo perché sapevo che gli stavo alienando una verità che per ogni uomo è decisiva. Qualcuno che sapeva ha criticato la mia scelta di tacere, ma io sono orgogliosa di averlo fatto».

Il viaggio più difficile che la donna voleva proseguire senza pause insieme all'uomo che amava e con cui viveva dal 1980 è stato interrotto proprio nelle ultime ore. Non ha avuto la possibilità di cogliere l'ultimo barlume di coscienza, allontanata dalla sala rianimazione. «Non è la moglie, non ha alcun diritto». Sopraffatta dal dolore per la morte imminente di Walter e per quel distacco motivato da una norma che nulla cede alla pietà.

E nessuno ha tenuto in conto la sofferenza di una lunga vita insieme spezzata, prima ancora che dalla morte, da una norma paradossale sottolineata dall'assurda giustificazione: «Tanto lei non è la moglie». Lo era però quando ha seguito la malattia del suo uomo fin dall'inizio, quando gli ha taciuto l'infausta diagnosi, quando lo ha sostenuto e gli è stata accanto durante le cure ospedaliere.

Chissà, forse ora scriverà di quella luna all'Argentario di quest'estate, l'ultimo ricordo insieme a Walter. Una sorta di gioco della fredda luce lunare che da dietro una nube nera «faceva brillare una striscia di mare». Le parole da scrivere sulla luna «che era il nostro astro» non sono un'ipotesi retorica, ma un cerchio che si chiude così com'era cominciato il loro amore. Allora fu Bonatti a scrivere.

Una lettera all'attrice Rossana Podestà, che si era sempre più disamorata dal cinema dopo le delusioni per pellicole commerciali, lei che aveva cominciato con colossal come «Ulisse» (accanto a Kirk Douglas) o «Elena di troia» quando fu preferita a Lyz Taylor e a Ava Gardner.

In quel 1980 l'attrice rilasciò un'intervista in cui diceva che avrebbe scelto un uomo come Walter Bonatti per fuggire su un'isola deserta. E l'alpinista-esploratore le scrisse, le parlò delle isole deserte e dei mondi selvaggi che aveva conosciuto. Entrambi venivano da matrimoni finiti. S'incontrarono a Roma rispettando un appuntamento che Walter aveva scelto: all'Ara Coeli.

Si aspettarono per quasi due ore, lei all'Ara Coeli, lui che aveva confuso i monumenti davanti all'Altare della Patria. E fu lei a trovarlo: «Era lì, discuteva con i vigili che volevano spostargli l'auto. Io ero arrabbiata e gli dissi, "che razza di esploratore sei che non riesci a trovare una persona a Roma"?».

 

ROSSANA PODESTAwalter bonatti e rossana podesta DA VANITY FAIRwalter bonatti DA VANITY FAIRwalter bonatti DA VANITY FAIRVANITY FAIR BONATTIRossanna Podesta'

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…