NOTHING COMPARES TO SINEAD O’CONNOR: LA VITA MALEDETTA DELLA CANTANTE IRLANDESE, MORTA UN ANNO FA A LONDRA – LA MADRE LA COSTRINGEVA A SDRAIARSI NUDA CON LE GAMBE APERTE E LA COLPIVA CON UNA SCOPA SULLE PARTI INTIME, ORDINANDOLE DI RIPETERE: “IO NON VALGO NIENTE” - LE BOTTE DA PRINCE, LA RELAZIONE CON PETER GABRIEL (“ERO SOLO LA SUA PASSERA DA WEEKEND”) E IL SUICIDIO DEL FIGLIO SHANE: I "RICORDI" DELLA TRAVAGLIATA POPSTAR, RIPUBBLICATI ORA IN ITALIA... - VIDEO
Estratto dell’articolo di Stefano Mannucci per “il Fatto Quotidiano”
rememberings di sinead o'connor
Chiudi il libro e sai che il peggio deve ancora venire. La tragedia, nell’esistenza di Sinéad, non sarà la sua morte, bensì quella del terzogenito Shane. In pagine spaccacuore, la O’ Connor ne parla come di “una persona particolarissima, profondamente spirituale e dotata di straordinarie capacità extrasensoriali”. Il piccolo ha tre anni. Le chiede: “C’è stato un terremoto mentre ero nella tua pancia?”. La madre gli risponde di no, si era dimenticata della scossa presa a Malta, incinta di due settimane. […]
Rememberings esce nel 2021, l’edizione italiana è stata pubblicata ora da Mondadori. Shane Lunny muore a 17 anni il 7 gennaio 2022: scappato dall’ospedale psichiatrico, aveva imparato sul computer come fare un cappio. Per impiccarsi. Sinéad – anzi, Shuhada’ Sadaqat dopo la conversione all’Islam – scrive su Twitter: “Ho deciso di seguire mio figlio. Non c’è motivo di vivere senza di lui”. Il 26 luglio 2023 trovano il cadavere della donna nella sua casa londinese, ma la mistica ribelle del rock non aveva tentato per la decima volta il suicidio. Cause naturali, stabilirà l’autopsia.
[…] “Fatico a credere che Dio possa essere crudele. Se invece meritassi altro, mi auguro che essere stata una cantante serva a ridimensionare i miei peccati, che sono terribili e innumerevoli”.
Viene da chiedersi quali possano essere, in un percorso di autoflagellazione – più che espiazione – in cui il Male le arriva addosso che è ancora ragazzina, con un Dna che la condanna all’instabilità psichica per via di sua madre Marie che dopo la separazione dal marito dà libero sfogo ai suoi incontenibili accessi di violenza: costringendo Sinéad a sdraiarsi nuda con le gambe aperte per colpirla con la scopa sulle parti intime, ordinandole di ripetere: “Io non valgo niente”.
Botte su botte. In uno di quegli incubi a occhi aperti alla ragazza appare Gesù. Così come Santa Bernadette aveva compiuto un piccolo miracolo dopo un viaggio a Lourdes. […] Se gli spiriti le sono sempre attorno, le “canzoni sono fantasmi”, non si sa da dove vengono, però sostengono Sinéad fin dal momento in cui, grazie a una suora, sente per la prima volta la voce di Dylan. […] Lei è una cantante di protesta. Una punk incazzata e provocatoria. […]
Del successo non gliene frega niente: prova a togliersi di dosso il dolore, non ci riesce mai. Neppure dopo la morte di mamma Marie in un incidente stradale. Sinéad non c’entra, eppure se ne sente in qualche misura responsabile. Prende una foto appartenuta a Marie, c’è ritratto Wojtyla in visita in Irlanda: la O’Connor, ormai famosa, la strappa nel ’92 in diretta al Saturday Night Live. “Combatti il vero nemico”, grida, ce l’ha con l’ipocrisia della Chiesa che copre i pedofili. Nel libro si scoprirà che i motivi del gesto sono ancora più complessi.
Da quel momento è ostracismo mediatico totale. Con un aneddoto formidabile: a Saratoga, Sinéad partecipa in incognito a una manifestazione contro se stessa, mentre i suoi dischi vengono schiacciati sull’asfalto. L’artista indossa una parrucca, una giornalista tv la intervista senza riconoscerla, finché la sera mandano in onda il servizio con la scritta: “È lei?”.
Se la vivace narrazione di Ricordi resta a tratti manchevole, non è per cattiva volontà, ma a causa di un bug della memoria che, dopo un’isterectomia seguita da un esaurimento nervoso, le ha fatto dimenticare quasi tutto ciò che è avvenuto tra il 1992 e il 2015.
Prima di quel black out c’è modo di piangere ancora Marie, come nel video di Nothing Compares 2 U: Prince la nota e la invita nella sua residenza in una spaventosa notte dove il genio di Minneapolis si rivela sadico, bullizzando un fratello e sfidando la collega a una battaglia di cuscini con dentro corpi contundenti, inducendola infine a una fuga disperata nel buio in cerca di aiuto. Su Peter Gabriel, invece, una sola sprezzante riga dopo la loro relazione: “Ero la sua passera da weekend”. […]
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