ORIANA PER SEMPRE - NUOVI ESTRATTI DELLA SPLENDIDA BIOGRAFIA SULLA FALLACI: “NON ERO NEANCHE UNA DONNA IN UN MONDO DI UOMINI: ERO UNA BAMBINA IN UN MONDO DI UOMINI”

Foto Collezione Personale Oriana Fallaci

Estratto dal libro di Cristina De Stefano, "Oriana: una donna" (Rizzoli), pubblicato da "l'Espresso"


C'è chi la ama e chi la detesta. È stato così in vita ed accade ancora oggi. Tanti però di Oriana Fallaci ricordano solo l'ultima invettiva, nata con "La Rabbia e l'Orgoglio" dopo l'11 settembre 2001, ignorando la sua carriera internazionale di giornalista, i suoi romanzi, le sue campagne di femminista.

Ora grazie ai documenti custoditi dal nipote Edoardo Perazzi, Cristina De Stefano
ne ha ricostruito la prima biografia a tutto tondo: "Oriana: una donna" (Rizzoli).

Un ritratto sorprendente che ha sintetizzato in sette foto inedite.

I GENITORI . «Ho avuto la fortuna di essere stata educata da due genitori molto coraggiosi. Coraggiosi fisicamente e moralmente. Mio padre, si sa, era un eroe della Resistenza e mia madre non gli è stata da meno». Edoardo Fallaci e Tosca Cantini sono i primi modelli di Oriana e l'unico punto fermo della sua vita nomade. Il padre - partigiano, arrestato e torturato dai fascisti - incarna ai suoi occhi l'ideale dell'eroismo e della dignità. È un uomo duro con se stesso e con gli altri. Uno dei ricordi più vividi dell'infanzia è uno schiaffo ricevuto da lui perché piangeva durante un bombardamento. Oriana dirà che da allora aveva cercato di non piangere mai davanti ad altri.

LA SCUOLA. «Il mio carattere si è formato allora: il mio cattivo carattere. Ero molto mite, mi dicono, prima di andare a scuola. Divenni dura e aggressiva a scuola, divenni arrabbiata a scuola: scoprendo che io ero più brava di loro. E che loro erano ricchi sicché la loro mamma non doveva piangere per farli studiare». In casa Fallaci la promozione sociale passa attraverso lo studio. Oriana è molto studiosa ma anche terribilmente indisciplinata: «Ogni volta che alzavo la mano per protestare o per discutere, il professore di filosofia ghignava: "Sentiamo cosa vuole questa rompiscatole, sennò dice che le mettiamo il bavaglio"».

GLI INIZI NEL GIORNALISMO .«Era un mondo di uomini, naturalmente. Ma bisogna tener conto del fatto che io non ero neanche una donna in un mondo di uomini: ero una ragazzina in un mondo di uomini. Cerca di vedermi: alta un metro e 56 (ahimé, non li ho mai superati), 40 chili di peso, scarpe basse e calzini invece delle calze, il viso tondo e privo di trucco (neanche il rossetto). Capelli biondo-castani, lisci e lavati in casa (non dal parrucchiere). E una inflessibile, testarda voglia di lavorare senza tener conto delle difficoltà, anzi della stessa eccezionalità del suo caso».

Oriana si presenta nella redazione del "Mattino dell'Italia Centrale" nel 1947, appena uscita dal liceo, decisa a diventare una giornalista. Per anni, prima di essere notata da Arrigo Benedetti e poi assunta all'"Europeo", lavora come cronista, facendo il giro dei commissariati sulla sua bici. «Una volta mi mandarono a un processo per atti osceni e io mi sentivo a disagio ma non avevo il coraggio di andarmene perché dovevo scrivere il pezzo. Sul più bello, ecco il pretore che urla: "Fuori quella bambina!". "Sono una cronista, signor pretore!". "Macché cronista! Fuori!". E mi buttò fuori».

PENELOPE ALLA GUERRA. «Abbiamo un ventre e dei desideri: come gli uomini. Ma loro possono far ciò che vogliono appena nati e noi fino a sessant'anni ci sentiamo ripetere che la verginità è il capitale più prezioso che una donna possa portare ad un uomo. Perché?». Nel 1962 scrive un romanzo "Penelope alla guerra" che è anche un manifesto femminista, e vive la sua personale liberazione dai tabù dell'educazione tradizionale. Ha molti amori, ma ogni volta rivendica il diritto a restare libera, per lavorare e ottenere quello che ha deciso di avere dalla vita.

GLI ULTIMI ANNI. «Per quanto non lasci mai questo tavolo, procede più lentamente d'un veliero che naviga coi venti avversi. E assai spesso temo che finirò prima io del libro. Sono uno scrittore troppo lento, troppo esigente». Così Oriana scriveva nel 1995 al nipote Edoardo, parlandogli del grande romanzo familiare pensato come una ricostruzione corale dei suoi antenati. Ci lavora quasi dieci anni, accumulando una quantità impressionante di materiale. Sarà l'11 settembre, con "La Rabbia e l'Orgoglio" e poi la "Trilogia", a portarle via alcuni anni preziosi. Oriana morirà senza averlo concluso. Il romanzo uscirà postumo con il titolo "Un cappello pieno di ciliege".

 

 

FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO FOTO DI ORIANA FALLACI DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE DA L ESPRESSO

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…