PAOLA FERRARI INNESTA LA QUINTA (DI SENO) - IO HO LA COMUNIONE DEI BENI. A LUI (MARCO DE BENEDETTI, PRESIDENTE DEL GRUPPO “LA REPUBBLICA”, NDR) L’HO DETTO SUBITO: SE SI COMINCIA, SI COMINCIA INSIEME” - “CDB? PER ME LUI È IL NONNO DEI MIEI FIGLI” – “HO CONOSCIUTO ABBASTANZA BENE WEINSTEIN, MA NON MI HA MAI MOLESTATO, SI VEDE CHE NON ERO IL SUO TIPO” - “DI AVANCE PERÒ NE HO RICEVUTE, CE NE FU UNA DA UN POLITICO FAMOSO TUTTORA IN AUGE, CHE MI SEGNÒ PER ANNI NEI MIEI RAPPORTI CON GLI UOMINI “ – “MARCO VAN BASTEN, UN GRANDE AMORE PLATONICO, ERA FIDANZATO”
Marina Cappa per Vanity Fair
Pantalone di pelle, scollatura abbondante sulla sua «purtroppo quinta»: Paola Ferrari, da poco apparsa in televisione nell’adventure game Le spose di Costantino che l’ha portata in Ghana, da dove stava per tornare con una bimba in affido, non sembra reduce da notti insonni. Eppure, dice che è rimasta a lungo sveglia arrovellandosi per capire se accettare, a 57 anni e per la terza volta, la possibilità di entrare in politica. Noi con l’Italia, la compagine di centrodestra di Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa, le aveva infatti offerto di candidarsi. In passato, si era messa in gioco nel 2008 con La Destra di Francesco Storace e della sua ex amica Daniela Santanchè (da cui adesso l’ha divisa una causa legale persa, legata a quella che era la loro società Visibilia), mentre in seguito la Lega le ha fatto la proposta – poi ritirata – di un assessorato alla Regione Lombardia.
Alla fine però non ha accettato: perché?
«Mi si chiedeva di lavorare contro il bullismo, di occuparmi di famiglia e ragazzi. Mi interessa, sono da sempre di centrodestra – per esempio, credo nell’identità nazionale e vorrei limitare il fenomeno dell’immigrazione – ma non sono una diplomatica, la politica non è il mondo mio. E poi su alcune cose la penso diversamente, per esempio trovo ingiusto che una donna non riceva il mantenimento dopo la separazione: è una legge pro Berlusconi. Guardi che non parlo per me, io lavoro da sempre come giornalista e ho la comunione dei beni. A lui l’ho detto subito: se si comincia, si comincia insieme».
«Lui» è l’imprenditore Marco De Benedetti, presidente del gruppo che edita il quotidiano la Repubblica, succeduto al padre Carlo De Benedetti, oggi presidente onorario. Qualche settimana fa fra l’Ingegnere e il fondatore del quotidiano Eugenio Scalfari c’è stata una dura polemica con accuse di «vanità e ingratitudine» per i soldi ricevuti da parte del primo, mentre l’altro rispondeva: «L’editore è un mestiere che De Benedetti non ha mai fatto».
Com’è stato entrare in una famiglia importante e di sinistra come i De Benedetti?
«Mi hanno detto che ho sposato mio marito perché ero affascinata dal potere. Ma uno dei motivi per cui non lo volevo era proprio quello. L’ho conosciuto a 36 anni (con notevole tempismo telefona lui, e lei: “Parlo male di te. A dopo”), avevo fatto un percorso difficile, ero uscita di casa a 16 anni, e se da bambina ti tagliano la luce ogni due per tre poi hai paura a legarti a un uomo così diverso, ti chiedi che cosa hai a che fare con un figlio di papà che non capirà niente di te. Mi sbagliavo. Ma le differenze escono sempre, anche se le limi».
marco de benedetti paola ferrari
Differenze di visione politica?
«Io sono per la maternità surrogata, lui no. Lui crede nel divorzio breve, io nella famiglia e nella tutela dei figli. Si bisticcia».
Ha mai bisticciato al punto di pensare di andarsene?
«Alla casa sono molto legata, casomai butto fuori lui. Piuttosto non parlo».
E lui?
«È più diplomatico, e questo mi fa impazzire. Mia figlia Virginia (18 anni, c’è anche un altro figlio, Alessandro, 19, ndr) ieri mi ha spiegato: “Lui ti dice cattiverie con il sorriso. Tu non capisci e ti arrabbi”».
Quindi avete appena litigato.
«Chi ci vede pensa sempre che stiamo per mollarci».
Condivide quello che ha scritto lui sulla Repubblica, che nella querelle con Scalfari il padre aveva detto «parole sbagliate»?
«Penso abbia risposto con il polso che lo contraddistingue».
Si è consultato con lei?
«Lo fa sempre, ma non cambia mai idea. A volte gli dico: vedi che avevo ragione io? Questo gli dà un fastidio bestiale».
Del suo possibile ingresso in politica avete parlato?
«Avevamo discusso animatamente la prima volta: la mia fu una stupidaggine, feci uno strappo duro, e ci fu tensione. Ma non mi ha mai imposto nulla».
E suo suocero?
«Per me lui è il nonno dei miei figli».
Sono pesate le differenze sociali?
«Non ho mai avuto problemi. Carlo Caracciolo diceva che sono la più simpatica della famiglia».
Scalfari lo conosce?
«L’ho conosciuto di recente e mi ha fatto più di una splendida impressione: nell’occhio ha quella luce che pochi uomini hanno. Mi diceva Harvey Weinstein a una cena con Leonardo DiCaprio: “Noi vediamo tantissimi begli uomini e belle donne, ma per riconoscere una superstar devi trovarle la luce negli occhi”. Io in DiCaprio la vidi. Prima che me lo chieda: ho conosciuto abbastanza bene Weinstein, ma non mi ha mai molestato, si vede che non ero il suo tipo».
Restando a Scalfari: suo suocero ha detto che è troppo vecchio.
«Si commenta da solo. Sono screzi fra titani, mi auguro che tornino amici».
Lei lavora in Rai...
«Timbro il cartellino da oltre 30 anni, non ho mai voluto smettere di lavorare».
I suoi colleghi le hanno mai rinfacciato la famiglia in cui è entrata?
PAOLA FERRARI CON LA LUCISANO FAMILY
«Il direttore Mauro Mazza mi tolse dalla Domenica Sportiva anche perché facevo parte di quella famiglia. Io invece cerco sempre di lavorare per gli altri, ho fatto la sindacalista in Rai, ho combattuto perché le donne possano avere più giorni di permesso per la maternità».
Di destra e femminista?
«Non ero una donna di destra per come la vuole l’uomo di destra, lì in un angolo. Ho sempre voluto essere indipendente. E i miei figli hanno molto apprezzato che io lavorassi».
Adesso a che cosa lavora?
«Sono nel cda di Lucisano film. Stiamo preparando un docufilm su Pannella».
paola ferrari marco de benedetti
L’ha mai votato?
«Da ragazza. E gli sono sempre grata per aver difeso Enzo Tortora».
Lei iniziò a 16 anni, a Portobello, come centralinista di Tortora: com’era quel mondo?
«Mi faceva andare in onda con il dolcevita rosa, mai sentita proporre un abito scollato. Di avance però ne ho ricevute, la prima a Portobello da un ospite che mi chiese se volevo avere un rapporto con lui. Lui era famoso e rimasi di stucco, lo raccontai a Enzo che minacciò di mandarlo via. Poi ce ne fu una da un politico famoso tuttora in auge, che mi segnò per anni nei miei rapporti con gli uomini».
paola ferrari daniela santanche
Ai tempi Berlusconi l’ha incontrato?
«Sì, lavoravo a TeleMilano».
Era galante?
«Molto attento ai particolari».
Spesso accenna a un’infanzia difficile: che cosa le è successo?
«È stata tragica, per quello sono scappata e ho dovuto costruire tutto dal nulla. Facevo i fotoromanzi di Grand Hotel per pagarmi la bolletta e intanto scrivevo i miei articoletti sul Monello, la rubrica Tabù con dieci domande intime a un cantante. Mi davano 10 mila lire. Finché nell’82, quando l’Italia vince i Mondiali, riesco finalmente a lavorare per la tv e a occuparmi di calcio: avevo programmato molto la vita, volevo diventare giornalista, il mio modello era Oriana Fallaci».
paola ferrari selfie per i follower
Di calcio si occupa da sempre, prima donna ad aver condotto la Domenica Sportiva. Mai avuto storie con calciatori?
«L’unico che ho guardato è stato Marco van Basten, un grande amore platonico, perché era fidanzato. E adesso è ancora sposato con la stessa di 23 anni fa: ogni tanto controllo. Sapevamo di avere un debole l’una per l’altro ma è rimasta lì».
Lei si sa che è milanista.
«E ho un marito juventino: anche su quello la pensiamo diversamente. Però, sono stata in vacanza in un villaggio dove c’erano tre giocatori juventini molto simpatici, belli e gentili. Mi sa che tiferò un po’ anche per loro».
PAOLA FERRARI A SAINT TROPEZ PAOLA FERRARI A SAINT TROPEZ