
CASINO CASAMONICA – GABANELLI: “NON CAPISCO PERCHÉ NON SI POSSA PARLARE DEI CASAMONICA” – PORRO: “HO INVIDIATO VESPA” – PARAGONE: “È GIUSTO INVITARE IN STUDIO ANCHE I CASAMONICA MA NON SI DEVE CONSENTIRE DI FARGLI FARE UNA PASSEGGIATA. AVREI FATTO DOMANDE MOLTO PIÙ CATTIVE”
Carlo Antini per Il Tempo
PORTA A PORTA - PUNTATA SUI CASAMONICA
MILENA GABANELLI (REPORT)
«L’altra sera Porta a Porta non l’ho vista ma in linea di principio non capisco perché non si possa parlare dei Casamonica». Milena Gabanelli tiene a precisare che «non può essere un problema parlare di personaggi scomodi in televisione».
Milena Gabanelli, un paio d’anni fa ha dedicato una puntata di «Report» anche ai Casamonica. Allora si possono invitare in televisione?
MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE
«In quella puntata abbiamo parlato anche dei Casamonica ma in un contesto più generale. Prendevamo spunto da un fatto di cronaca per raccontare tutto il sottobosco che c’era dietro».
In quella puntata di «Report», infatti, si allargava il discorso anche al Comune di Roma o sbaglio?
«Era delineato il quadro generale da cui emergeva un patto tra le diverse mafie che si dividono il territorio di Roma: la famosa terra di mezzo. Parlavamo di come era difficile uscirne perché ognuno aveva stretto contatti con qualche esponente delle istituzioni. In quella puntata i Casamonica avevano uno spazio di dieci minuti. Tutto il resto era dedicato ad allargare il raggio d’azione e ad approfondire la questione».
Lei sembra avere le idee chiare su come si fanno le inchieste. Qual è il ruolo che deve avere il servizio pubblico?
«Da un punto di vista teorico non vedo niente di male a intervistare un soggetto scomodo».
2. NICOLA PORRO (VIRUS)
Nicola Porro, se le aspettava tutte queste polemiche?
«Voglio dire una cosa, prima di tutto: Bruno Vespa è uno straordinario professionista, un giornalista che sa fare ben e il suo mestiere».
Si dovevano invitare i Casamonica? C’erano tutte le condizioni?
«Se devo dirla tutta io l’invidio proprio Bruno Vespa»
Invidia?
«Certo, perché è riuscito a farlo prima di me. Vespa ha semplicemente fatto quello che dovrebbe fare ogni giornalista».
Ogni conduttore di talk avrebbe sognato un colpo del genere?
«Parlo per me, io lo avrei fatto. Tutte le polemiche che sono scoppiate successivamente sono soltanto pretestuose e non sono nuove. Spesso succedono queste cose».
Lo scopo dei programmi di attualità non è proprio quello di accendere i riflettori sugli aspetti più problematici della realtà che ci circonda?
«Certo. Finora abbiamo visto milioni di talk-show in cui in studio c’erano anche tanti personaggi discussi e discutibili. Ma stiamo parlando semplicemente di un professionista che ha fatto il suo mestiere. Insomma a mio avviso siamo completamente all’interno del diritto di cronaca».
Insomma, secondo il conduttore di «Virus» il tema doveva essere affrontato in studio ed è stato un esempio di come il talk show può servire a smuovere le acque anche su argomenti scivolosi e scomodi.
3. GIANLUIGI PARAGONE (LA GABBIA)
Gianluigi Paragone come commenta la puntata e le polemiche su Porta a Porta?
«Al posto di Bruno Vespa avrei fatto domande molto più cattive. Certamente se la puntata l’avessi condotta io, avrei invitato in studio più giornalisti d’inchiesta e non mi sarei limitato a parlare del vestito bianco. Insomma avrei fatto una trasmissione molto più aggressiva».
Vespa ha sbagliato?
«Vespa ha fatto quello che sa fare e che fa bene da tantissimi anni. Prima viene l’audience, il resto viene dopo. Vespa è fatto così e in studio ha trattato i Casamonica esattamente come tratta tutti i politici che ospita nel talk-show».
Una puntata come tante altre, dunque?
«Direi di sì. È stato in linea con le sue abitudini e con il suo stile. Insomma da lui non ti aspetti mica le domande di Travaglio».
E il cortocircuito a viale Mazzini?
«Dopo le recenti dichiarazioni di Campo Dall’Orto la polemica è scoppiata proprio quando nessuno se l’aspettava. È giusto invitare in studio anche i Casamonica ma non si deve consentire di fargli fare una passeggiata. Altrimenti Biagi non avrebbe dovuto nemmeno intervistare i boss della mafia».
Porta a Porta è diversa...
«Porta a Porta è una trasmissione che non fa paura. Si è voluto puntare sulla paccottiglia kitsch».
PAOLO DEL DEBBIO (QUARTO GRADO)
raffaella regoli e paolo del debbio
«I Casamonica ce li ho avuti anch’io in trasmissione». Paolo Del Debbio risponde così a chi gli chiede cosa pensi della trasmissione di «Porta a Porta» che ieri ha scatenato un nugolo di polemiche. «Intervistarli è giusto - prosegue Del Debbio - Non ci può e deve essere alcuna censura».
Per un addetto ai lavori che risponde ce ne sono tanti che non hanno visto la trasmissione o preferiscono non rispondere. Tra questi c’è Corrado Formigli che preferisce non commentare l’accaduto. Da settembre 2015 Formigli condurrà «Piazzapulita» che si sposta al giovedì sera sostituendo «Servizio pubblico» di Michele Santoro.
Non ha voluto rispondere neppure Sarah Varetto. Il direttore di Sky Tg24 non si è voluta pronunciare su quanto è andato in onda su Raiuno l’altra sera.
E condivide quest’opinione con Riccardo Iacona che, raggiunto al telefono, ci spiega di non aver visto la puntata di «Porta a Porta» e, quindi, di non poterla commentare con reale cognizione di causa. Non molto diversa la posizione di Myrta Merlino che, in queste ore, si trova all’estero e non ha potuto vedere la puntata delle polemiche.
L’argomento è scivoloso perché, in questo caso, il diritto di cronaca si trova a fare i conti con l’opportunità politica e mediatica. La questione è ancora aperta così come le polemiche che circondano il caso-Casamonica.