gaber fossati

"CHE PAURA, LE DONNE DI ORA"- IL GABER INEDITO PRODOTTO DA FOSSATI – IL CANTAUTORE GENOVESE HA “RIMASTERIZZATO” 14 CAPOLAVORI DEL "SIGNOR G" - LA CHICCA: LA CANZONE, FORSE L'ULTIMA CHE HA INCISO PRIMA DI MORIRE. PARLA DELLE DONNE, DELLA LORO FORZA, DELLO SMARRIMENTO DEGLI UOMINI. UN TESTO ATTUALISSIMO…- VIDEO

 

Paolo Giordano per il Giornale

 

gaber con la figlia

Dopotutto anche nel 2018 Giorgio Gaber resta così attuale da far sembrare che non se ne sia mai andato. Ieri, in quello che a Milano è stato per decenni il «suo» teatro e che gli verrà intestato presto (ossia il Lirico, che oggi è un cantiere gelato ma rigoglioso) è stato fatto ascoltare un suo brano inedito, Le donne di ora.

 

 

Sembra scritto e registrato da poco, da un uomo di un'altra epoca che però guarda quella presente come se fosse qui: «Io sarei il sesso più forte e dovrei farle la corte, ma non ci vuol mica tanto per rendersi conto che fa tutto lei», hanno scritto Gaber e Luporini. «Che paura, che paura specialmente le donne di ora» è il leit motiv di una indagine profonda ma poetica che parte dal «basta guardare la storia per dire che le donne sono state un po' oppresse» per arrivare a concludere che oggi le donne sono «un animale di un'altra natura».

 

gaber

Un brano potentissimo e intenso, che Gaber e Luporini hanno composto nei primi mesi del 2002 e poi parzialmente registrato a novembre, circa tre mesi prima che Gaber se ne andasse, proprio il primo gennaio del 2003. Quindi, anche se non sembra, sono quindici anni che non c'è più, un tempo così lungo da far venire a Ivano Fossati, d'accordo con la Fondazione Gaber di Dalia Gaberscik e Paolo Dal Bon, l'idea di togliere la polvere acustica a una parte del repertorio di Gaber.

 

Dunque, oltre all'inedito Le donne di ora che dà il titolo all'album, ci sono quattordici brani masterizzati e remixati, da Ciao ti dirò del 1958 a L'illogica allegria del 2003, che ora hanno suoni e frequenze in grado di confrontarsi anche con le produzioni attuali.

 

gaber

«L'idea - ha spiegato Fossati - mi è venuta facendo lezione a ragazzi ventenni che hanno un'idea altissima di Gaber ma non lo conoscono bene, talvolta frenati dalla poca attualità dei suoni». E così Fossati ha fatto come un restauratore con i quadri del Cinquecento «che sono anneriti e poi tornano nuovi». In effetti, è impressionante e gioioso ascoltare La ballata del Cerutti oppure Le strade di notte immerse in suoni puliti e digitali che però non tolgono la forza creativa delle incisioni originali.

 

«Il mio obiettivo - ha continuato ancora Fossati - è stato quello di saldare i due Gaber, il primo degli anni Sessanta e poi quello che lentamente arriva al teatro canzone. All'apparenza sono così distanti che qualcuno crede ci siano due distinti Giorgio Gaber».

 

La missione è riuscita.

fossati

 

E le quindici tracce di Le donne di ora sono un tesoretto ormai alla portata di tutti, anche dei «ragazzini che si fanno ingannare dai suoni e fuggono i brani registrati tanti anni fa». D'altra parte, a dare una mano c'è la immensa e quasi stupefacente attualità di Gaber in brani come Il conformista o Te lo leggo negli occhi e in altri che non sono in questo disco ma potrebbero arrivare in un possibile volume due.

 

«Sarebbe una meraviglia», ha detto la figlia Dalia, che è presente nella foto di copertina, scattata quando il padre aveva trent'anni. E anche Fossati lo conferma: «Ho già provato a fare la scaletta e ci sono riuscito in un quarto d'ora». Quindi non resta che attendere.

GABER JANNACCI E DARIO FO

 

In ogni caso è sorprendente l'incontro al vertice tra il milanese Giorgio Gaber e il genovesissimo Ivano Fossati, ufficialmente ritiratosi dalle scene proprio sei anni fa ma comunque attivo nello studio e nella scrittura di pezzi. «L'ho incontrato per la prima volta nel 1980, quando volevo teatralizzare i miei concerti. Mi disse che era impegnato e di ritornare dopo qualche mese. Poi non se ne fece più nulla, anche se nel tempo sono andato spesso ai suoi concerti e ci siamo incontrati tante altre volte. L'ultima, la più dolorosa, negli studi del programma di Celentano, del quale eravamo entrambi ospiti. Nei camerini parlammo a lungo, lui di lui e io di me, in una bella e intensa chiacchierata. Fu l'ultima».

 

Ora il più sofisticato dei nostri cantautori e il più libero dei nostri artisti si sono di nuovo idealmente presi per mano in un disco rispettoso ma importante nell'epoca della volatilità a tutti i costi. Questi brani restano impressi nella memoria perché stuzzicano l'attenzione anche di chi è arrivato dopo e si è perso il Gaber pioniere, coraggioso, ironico. «Il suo brano che mi piace di più forse è Chissà dove te ne vai che, insieme Com'è bella la città, traghetta il primo Gaber in quello del teatro canzone». In fondo, come ha spiegato Claudio Ferrante, a lungo collaboratore di Gaber e oggi al vertice di Artist First che distribuisce Le donne di ora, «lui era un artigiano dei concetti».

Mina Stralunata con Giorgio Gaber

 

Ed è un caposcuola cui Milano dedica «Milano per Gaber», una serie di incontri che dal 26 marzo con Graziano Delrio fino al 29 con l'Instant Theatre di Enrico Bertolino, celebreranno senza retorica il re dell'antiretorica, il musicista che ha saputo costruire da solo, sfidando se stesso e le convenzioni, una forma nuova di intrattenimento, divulgazione, polemica, riflessione: il teatro canzone.

 

Ed è quasi commovente ascoltarlo cantare pochi mesi prima della morte, con la voce appena appena velata dalla stanchezza, il verso «se penso al futuro mi sento un po' giù», oppure sorridere sarcastico mentre canta «io non mi sento di dire che (le donne ndr) ci faranno sparire, certo che da un po' di tempo le vedove allegre sono sempre di più». Un brano alto e profondo che lui avrebbe pensato, come confermano anche la figlia e Paolo Dal Bon, come singolo di quello che sarebbe stato il suo ultimo album ma che anche oggi, quindici anni dopo, sembra inciso ieri.

celentano fo albanese gaber jannacciDalia Gaberscik VILLAGGIO JANNACCI GABERmelato gaber

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...