michele placido

"FUI CACCIATO DAL COLLEGIO PER UNA STORIA CON UNA SUORA DI 18 ANNI" - I PECCATI DELLA CARNE DI MICHELE PLACIDO: "SI CHIAMAVA ANTONIETTA. NON CI VEDEVAMO, MA SENTIVO LA SUA VOCINA DOLCE. COMINCIAMMO A SCAMBIARCI INFORMAZIONI FINCHÉ RIUSCIMMO A DARCI APPUNTAMENTO DI NOTTE NEL CAMPO SPORTIVO. ERA BRUTTARELLA: CI ABBRACCIAMMO, CI BACIAMMO E, FORSE, QUALCHE ALTRA COSETTA...LEI MI DISSE…" - LE RACCOMANDAZIONI PER ENTRARE IN POLIZIA E ALLA "SILVIO D'AMICO" - LE OFFESE DI LINA WERTMULLER: "SEI UN CANE!"

Emilia Costantini per il "Corriere della Sera"

 

michele placido foto di bacco (2)

Voleva diventare sacerdote e fare il missionario in Paraguay come lo zio, ma per una storia d' amore con una suora venne cacciato dal collegio. Un esordio significativo per il futuro attore, regista e anche tombeur de femmes che poi si sarebbe sposato tre volte e avrebbe avuto ben cinque figli. Però Michele Placido, nato ad Ascoli Satriano 75 anni fa, minimizza: «Ero un ragazzino di 12 anni, all' epoca nutrivo una sincera vocazione e quella storiella fu innocente.

 

Lei si chiamava Antonietta, aveva 18 anni, era suora di clausura ed era addetta nel collegio, dove mi trovavo da quando avevo 9 anni, al cambio della biancheria di noi educandi. Le passavo il mio sacco con gli indumenti attraverso la famosa ruota. Non ci vedevamo, ma sentivo la sua vocina dolce che sbocciava dalla sua bocca che immaginavo soltanto.

michele placido laura antonelli divina creatura

 

Cominciammo a scambiarci informazioni: come ti chiami, dove sei nata, lei era di Benevento e veniva da una famiglia molto povera. Poi iniziammo a scriverci bigliettini, una corrispondenza segreta attraverso la ruota. E quando da casa mi arrivavano i pacchi di provviste, con caciocavallo, salumi, dolciumi, passavo anche a lei un po' di cose da mangiare, perché la sua famiglia non le mandava niente. Finché arrivò il Natale e quella sera riuscimmo a darci appuntamento di notte nel campo sportivo. Faceva un freddo terribile, io scappo dal mio letto e lei dal convento».

 

E che succede?

SUORA CLAUSURA

«Beh... Antonietta, mai vista prima, era bruttarella: lei con la tonaca, io con i pantaloni alla zuava. Cominciammo a consumare le mie cibarie, poi ci abbracciammo, ci baciammo e, forse, qualche altra cosetta...Era il primo corpo femminile con cui entravo in contatto. Lei mi sussurrava "sei il mio sposo: tu e Gesù"».

 

I superiori come lo vennero a sapere?

«Forse confidai a un compagno la mia avventura e al confessore avevo detto che avevo peccato. Da dietro la grata mi chiese: ti sei toccato? E io, nella mia totale innocenza, risposi con voce rotta dal timore che avevo fatto cose brutte... Fummo cacciati entrambi e finì la nostra love story. Io posi fine al mio percorso: il missionario non l'avrei fatto, era sbocciata la mia sessualità e non potevo accettare l'idea della castità. Mi dispiacque molto per Antonietta: non ci siamo più visti».

michele placido federica

 

Papà Beniamino e mamma Maria come la presero?

«Non benissimo, ma ero felice di essere tornato a casa, nella mia numerosa famiglia, 8 figli: cinque maschi e tre femmine... E nel mio paese, però a scuola dovetti fare i conti con il mio disturbo dell'apprendimento».

 

Spieghi meglio.

«Alle elementari la mia attenzione svaniva quando c'erano materie come matematica, chimica, fisica... mi distraevo, ero un vero ciuccio. Però ero attento alle lezioni di italiano, lì il mio cervello si attivava con energia superiore a quella dei compagni. La poesia mi piaceva molto, sapevo talmente bene quelle di Pascoli che, quando arrivavano a scuola gli ispettori, la maestra me le faceva recitare».

pier paolo pasolini ph becchetti

 

Poi proseguì gli studi al liceo classico?

«Macché! Mio padre, geometra, mi fece iscrivere all'istituto tecnico industriale. Un disastro. Venivo sempre rimandato e poi bocciato. I miei genitori erano preoccupati e chiesero a mio zio maresciallo di farmi entrare in polizia. Vinsi il concorso con il solo diploma di terza media perché, in verità, ero stato raccomandato: una nostra parente era segretaria dell'allora ministro dell'Interno Taviani. Avevo 19 anni, venni a Roma e mi ritrovai a fare il celerino quando nel '68 ci furono le sommosse degli studenti a Valle Giulia».

 

scontri di valle giulia

I celerini difesi da Pier Paolo Pasolini nella celebre poesia «Il Pci ai giovani»?

«Esatto. Scrisse il poeta, rivolto agli studenti: voi avete facce di figli di papà, i poliziotti sono figli di poveri. Ricordo una ragazza scalmanata che, durante gli scontri davanti alla facoltà di Architettura, mi sputava addosso. Io ero armato di manganello e, dopo tutti quegli sputi e insulti, la prendo per i capelli. Sto per darle una mazzata ma lei, guardandomi fissa, mi dice: quanto sei bello! Tra noi nacque una storiella, che durò poco: lei apparteneva a una famiglia borghese e devono averle detto, ma che ti metti con un poliziotto?».

 

La passione per teatro e cinema com' è nata?

michele placido e federica vincenti foto di bacco (3)

«Quando vivevo ancora al paese, tutte le sere andavo al cinema, i teatri non c' erano. Uscendo dalla sala, di notte, mi incamminavo: per strada non c' era nessuno, ma mi identificavo negli attori del grande schermo, immaginavo di avere intorno delle macchine da presa e mi atteggiavo. Vero e proprio narcisismo, necessario per fare l' attore. L' ultimo film che mi capitò di vedere, prima di partire per Roma, stranamente fu proprio Accattone di Pasolini».

 

La carriera di poliziotto fu breve...

lina wertmuller 1

«Si chiude la porta della polizia e si apre il portone dell' Accademia Silvio d' Amico. Mi ero preparato per il provino in caserma, dove c' era una biblioteca che nessuno frequentava».

 

Fu talmente bravo che superò il provino e venne ammesso?

«Raccomandato pure stavolta. A Roma avevo conosciuto Ilaria, con cui mi ero fidanzato e poi è diventata la mia prima moglie. Sua nonna, Raissa Olkienizkaia Naldi, importante traduttrice di origini russe, era amica di Orazio Costa, allora direttore dell'Accademia. Mi presentai vestito da poliziotto e, qualcuno della commissione, si mise a ridere. Comincio a recitare un brano, ma il mio accento pugliese non aiutava, ero mortificato e pensai: faccio schifo, me ne vado. Ma siccome ero raccomandato, Costa mi trattenne, mi invitò a declamarne una poesia. Mentre declamavo, ero demoralizzato, piangevo, sapevo che sarei stato cacciato anche da lì. E invece...».

michele placido asia argento

 

Suo padre sognava un figlio tecnico industriale e si ritrova un figlio attore: come la prese?

«Nel bar principale del paese annunciò orgoglioso ai paesani presenti: mio figlio è entrato nell' importante Accademia da cui sono usciti grandi attori!».

 

E il suo debutto fu nell'«Orlando furioso» diretto da Luca Ronconi.

«Avevo 20 anni, interpretavo Agramante. Luca mi adorava, ma si arrabbiava perché ero indisciplinato e studiavo poco. Però apprezzava la mia istintualità: la sua scuola mi ha fatto capire la vocazione teatrale e gliene sono grato. Come sono grato a Strehler, quando mi affidò il ruolo di Calibano nella Tempesta . Secondo lui avevo qualcosa di diverso dagli altri e disse: tu non hai autostima, ma sei dotato di un'interiorità naturale. Poi aggiunse: io ti trasformerò. Così come mi voleva trasformare Lina Wertmüller, in maniera piuttosto pesante».

stefania sandrelli michele placido io sono mia

 

Cioè?

«Eravamo alle prove per La Cucina di Wesker. Lei mi urlava: sei un cane! Mi prendeva a calci nel sedere, mi umiliava perché non sapevo bene la parte».

 

Il solito problema del disturbo di apprendimento?

«Credo di sì. Decisi di mollare tutto, ma Lina mi venne a cercare dicendomi, Michelino tu sei bello, sei bravo, puoi diventare un primattore, perché non impari il copione?».

 

michele placido e federica vincenti

Primattore lo è diventato, in teatro, al cinema, in televisione...

«La Piovra di Damiano Damiani mi ha dato, oltre alla visibilità del commissario Cattani, una formazione civile. Con questa fiction, atto di denuncia, ho imparato tanto sulla mafia».

 

Quando ha interpretato Giovanni Falcone cosa ha provato?

«Una responsabilità immensa. Grazie al sacrificio suo e di Borsellino, i siciliani e l'Italia hanno aperto gli occhi: i due magistrati sono stati ammazzati perché lasciati soli come cani dalla politica. La mia prossima fatica la dedico a questo tema: per la Rai sto lavorando a una serie su Rosario Livatino che nel maggio scorso è stato beatificato da Papa Francesco».

MICHELE PLACIDO LA PIOVRA

 

Palcoscenico, cinema e tv. Dove si trova a proprio agio?

«Quando faccio cinema, amo il cinema, ma sul palcoscenico vivo le più grandi emozioni e, alla mia età, non rinuncio alle tournée: nei prossimi mesi girerò con La bottega del caffè.

Confesso che mi piacerebbe invecchiare sul palco».

 

E recentemente è diventato presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.

«Sì, con Moni Ovadia nel ruolo di direttore. La cosa strana è che siamo stati chiamati in una città con sindaco leghista. Dal profondo Sud mi ritrovo nel profondo Nord».

michele placido erika vincenti

 

Il suo grande amore è sempre la sua terra.

«L'unica vacanza che concepisco è tornare nella campagna pugliese dove si respira la bellezza, ma anche la fragilità della natura umana: cerco di trasmettere questo sentimento ai miei figli».

 

Cinque, da tre donne diverse.

«Vengo da una famiglia numerosa. Ho assistito ai parti di tutti i miei figli, affascinato dal sacrificio, dalla sofferenza della donna e dal vedere l'origine della vita».

Michele Placido A VENEZIA

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...