PECORE E ZANZARE, E IL POLITICO PERDE I FRENI - LE INESAURIBILI GAFFE DA CRUCIANI E SABELLI FIORETTI

Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"


Succede ormai con regolarità che uomini politici serissimi e di rango assoluto, e altri insicuri e prudenti ai limiti della noia, tipi capacissimi di telefonarti alle dieci di sera per implorarti (inutilmente) di poter cambiare un piccolo banale verbo nell'intervista rilasciata al pomeriggio, cedano alla vanità e accettino di finire ai microfoni di due trasmissioni radiofoniche di grande successo - Un Giorno da Pecora su Radio 2 e La Zanzara su Radio24 - dove, quasi sempre, finiscono in giganteschi trappoloni.

Le trasmissioni hanno tratti diversi ma, per coloro che vivono dentro la politica, ugualmente rischiosi.

Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, conduttori di UGDP, hanno un'ironia feroce, la battuta che dissacra, stende, il culto dello scherzo («Te l'ho raccontato di quella volta che facemmo mangiare all'allora ministro della Sanità Fazio un piatto di sushi per fargli dimostrare che il cibo giapponese non era inquinato da Fukushima?», dice quel geniale satanasso di Claudio, ex direttore di Sette e di Cuore, nato a Vetralla un imprecisato numero di anni fa e ormai praticamente senza fissa dimora, tra gli studi di via Asiago e l'isola di Salina).

Una volta trasferirono tutte le apparecchiature a casa di Francesco Cossiga: era il compleanno dell'ex capo dello Stato e lui accettò di condurre la trasmissione (soprannominato, per l'occasione, DjK). Un'altra volta l'ospite era Lamberto Dini, e per tutto il tempo Sabelli Fioretti lo chiamò «rospo», mentre Lauro - che nella coppia fa quello educato - gli si rivolgeva con un più ossequioso «signor rospo». Poi un pomeriggio arrivò l'ex ministro dell'Ambiente Corrado Clini e annunciò: «Io, per risparmiare l'acqua, mi cambio le mutande ogni quattro giorni».

Cruciani e Parenzo, a La Zanzara, hanno una tecnica diversa. Incalzano l'ospite fino a stordirlo, lo inseguono con giri di parole, non esitano ad essere ruvidi, finché il poveretto vacilla, cede, e alla fine ammette, confessa, vuota il sacco (il giochino non riuscì con quel magnifico leone di Marco Pannella che, dopo un po', s'infuriò e distrusse, letteralmente, lo studio).

Comunque è chiaro che gli ospiti sanno perfettamente cosa li aspetta a La Zanzara. Così accadono anche situazioni bizzarre. L'ospite cede di sua spontanea volontà, quasi per evitare il peggio. Per dire: lo scorso 2 maggio c'è Pasquale Cascella, storico portavoce del presidente Giorgio Napolitano.

La riservatezza di Cascella, per anni, è stata proverbiale. Certe volte quasi non ti rispondeva, muoveva appena il sopracciglio. Invece che dirti quanto inopportuna fosse una domanda, mollava un colpetto di tosse. Con lui, i colloqui erano di questo genere. Ma poi Cascella arriva lì, da Cruciani e Parenzo, e con il Paese ancora scosso per la nuova elezione a capo dello Stato di Napolitano, annuncia subito una notizia che qualsiasi quotidiano avrebbe voluto avere: «Napolitano resterà al Colle meno di tre anni».

Ci sono decine di episodi clamorosi. Resta abbastanza memorabile quella volta che l'ex ministro della Difesa Antonio Martino - tra i fondatori di Forza Italia, uomo colto, misurato - inseguito dalla voce di Cruciani che gli chiedeva un commento a certe esternazioni di Battiato, alla fine ammise: «Puttane in Parlamento? Magari ce ne fossero... e anche tante. Nel mondo ci vogliono i santi e anche le peccatrici!». Meno divertente la battuta - e qui siamo a giovedì scorso - del professor Piero Longo, deputato del Pdl e avvocato di Berlusconi: «Cosa avrei fatto davanti a Mada Kabobo, il picconatore di Milano? Beh, gli avrei sparato alle gambe con la mia Ruger».

Ospiti capaci di dire qualsiasi cosa. E di farla.

Il senatore del Pd Nicola Latorre va a Un giorno da pecora e accetta di indossare - lui, calvo - una parrucca. Il suo collega Ignazio Marino viene invece convinto ad indossare un copricapo di piume dei pellerossa e a ballare una danza propiziatoria per far cadere il governo Berlusconi (che, però, non cadde). L'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, imita regolarmente papa Paolo VI (benissimo).

L'altra sera, a Milano, a Cruciani e Parenzo è stato assegnato il Premiolino 2013, il più antico premio giornalistico italiano. Motivazione: «Beffardi, spregiudicati, irriverenti e politicamente scorretti, muovendosi al confine tra informazione, satira e sberleffo...». Fu da loro che Dario Fo disse: «Brunetta che giura da ministro? La prima cosa che faccio è cercare un seggiolino».

I politici dovrebbero detestarli, quei microfoni. E invece, no. «Ti giuro - racconta Sabelli Fioretti - ci chiamano, ci pregano di poter venire... Poi magari vengono e fanno come la deputata del Pdl Laura Ravetto che litigò con il Divino Otelma e se ne andò... No, scusa, dico: puoi litigare con un mago?».

 

 

 

CLAUDIO SABELLI FIORETTI resize SILVIO BERLUSCONI ALL INTERVISTA CANTATA A UN GIORNO DA PECORA MAURO MASI A UN GIORNO DA PECORA CON SABELLI FIORETTIGiorgio Lauro e Filippo Solibello Da sx David Parenzo Alfredo Pratolongo Giuseppe Cruciani Gian Antonio Stella CRUCIANI E PARENZO Corrado Clini e Sebastiao Salgado Piero LongoNICOLA LATORRE ADDORMENTATO CON IL CIUCCIO IN BOCCA

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...