IL PENSIERO DI COLLOVATI: “ABBIAMO GUARDATO BENE IBRA DURANTE L’INNO SVEDESE, AVEVA QUESTO SGUARDO INTENSO NEL VUOTO” - CASA TARANTOLA: “MA COM'È POSSIBILE CHE SPAGNA E ITALIA, CON TUTTI I DEBITI CHE HANNO, PENSINO A GIOCARE A PALLONE?” - “LE RIFLESSIONI DI AMEDEO GORIA” - POCHI HANNO IL CORAGGIO DI AMMETTERE CHE BALOTELLI RESTERÀ SEMPRE UN TALENTO SENZA CARATTERE, UN ETERNO IMMATURO, UNA MAGNIFICA OCCASIONE PERDUTA”….

1 - EURO SCHERMAGLIE
Antonio Dipollina per "la Repubblica"

1 - Domenica, ascolti mostruosi per la Nazionale agli Europei e a seguire ascolti mostruosi per la Formula 1. La prima è una manifestazione che, a detta del presidente uscente, «la Rai segue probabilmente per l'ultima volta». La seconda dall'anno prossimo la trasmette Sky. E poi ci si stupisce se la batteria Rai in azione non è vivace, piena di forze nuove e progetti futuri e investimenti?

2 - Unica consolazione, con un tv adatto si va sul canale 501 del digitale terrestre e le partite Rai sono in accettabile alta definizione. Per chi volesse tagliare corto e ha il decoder di Sky, canale 546 con tutte le partite: ovvero la Zdf, telecronache in tedesco. Così ci si abitua pure.

3 - In ogni caso, tutto ci si poteva aspettare nella vita ma non di camminare un giorno per strada guardando su uno smartphone una rubrica video intitolata "Le riflessioni di Amedeo Goria".

4 - Inoltre è apparso Giampiero Galeazzi a Notti Europee, in studio, senza barba e con baffetti (Gene Gnocchi: «Ma è Galeazzi o il sergente Garcia?»). Da lui è arrivata la rievocazione delle conferenze stampa al Mundial ‘82: «Sbucava il solo Dino Zoff, ci guardava e diceva: non ho nulla da aggiungere. E noi: ma scusi, non ha detto nulla. E lui: appunto». Bei tempi.

5 - Immagini a Europa Stadio sul giorno dopo degli azzurri, Balotelli e Cassano scherzano, in studio Gentili e Mazzocchi ipotizzano che Balotelli stia spiegando ancora quell'azione mancata. Ma poi si intuisce un gesto un po' osé di Balo, Cassano ride come un matto, Mondonico da studio chiude il discorso: «No, guardate, non stanno parlando di calcio». Stavano parlando di quell'altra cosa.

6 - «Si è molto sbilanciata un po' la Svezia» (Fulvio Collovati) «Italo, adesso faccio Chiellini e ti blocco perché c'è la pubblicità » (L'irresistibile Paolo Paganini, Dribbling Europei). «Niente di particolare per lui, ha solo un problema al calzettone» (Gianni Bezzi).

7 - «Abbiamo guardato bene Ibra durante l'inno svedese, aveva questo sguardo intenso nel vuoto» (Fulvio Collovati. Un'altra fra le tante, ma l'antico stopper è davvero di un'altra categoria. Inclassificabile).

2 - ITALIA-SPAGNA IN CASA TARANTOLA...
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

Casa Tarantola
La signora: «Ma com'è possibile che Spagna e Italia, con tutti i debiti che hanno, pensino a giocare a pallone? L'Ue ha appena dato cento miliardi alle banche spagnole, la mia Bankitalia ha detto che è un prezzo che gli Stati devono accettare, ma la Spagna ha fatto un grande errore nel fondere sette piccole casse nella Bankia, Too big to fail».
Un signore: «Ma non devi più occuparti di queste cose, i tuoi problemi ora sono le telecronache di Bruno Gentili e i commenti di Beppe Dossena».

La signora. «E chi sono?».
Un signore: «Imparerai presto chi sono. Guarda che il calcio è sempre stato un cavallo vincente del Servizio pubblico. La Rai è nata nel 1954 perché in Svizzera c'erano i mondiali di calcio. La Rai è diventata grande con le Olimpiadi di Roma. La Rai, purtroppo, ha perso l'egemonia nello sport, uno dei collanti della nazione».

La signora: «Sì, ma gli aiuti Ue serviranno anche a ripianare i debiti delle società di calcio spagnole. Si tratta di 5 miliardi di euro, di cui quattro verso le banche».
Un signore: «Anche la Roma era finanziata da Capitalia, se per questo. Ma qui parliamo d'altro. Presto dovrai chiederti perché la Rai ha invitato Massimo Ghini, quello dei cinepanettoni, a Danzica per commentare la partita con Marco Mazzocchi».

La signora: «Forse perché uno è di destra e l'altro di sinistra, mi dicono che a Viale Mazzini fanno sempre così. Ma perché quel tizio dice che Prandelli ricompatta l'Italia. Prandelli mica è un ministro».

Un signore: «Quel tizio lì, il telecronista, dice un sacco di frasi fatte. Tu devi occuparti d'altro. Oggi mentre tornavo a casa in macchina, ho sentito un inviato Rai che faceva piccoli collegamenti sul tennis dal Roland Garros. Si può mandare un inviato a Parigi per cronachette che si possono fare davanti a un televisore?».
La signora: «Questa me la segno. Grazie».

3 - ASPETTANDO BALOT...
Massimo Gramellini per "la Stampa"

Passiamo la vita ad aspettare chi non arriva mai. Da anni leggo articoli che auspicano la maturazione di Sua Indolenza Balotelli e la annunciano come imminente, sicura o altamente probabile. Ogni volta che segna uno dei suoi rari ma bellissimi gol c'è qualcuno che dice: ci siamo. Ogni volta che sfascia l'auto in un fosso o si addormenta davanti al portiere c'è qualcuno, magari lo stesso, che si contraddice: non ci siamo, ma ci saremo. Pochi hanno il coraggio di ammettere che Balotelli resterà sempre quello che è: un talento senza carattere, un eterno immaturo, una magnifica occasione perduta.

Trovo folle che un mezzo campione guadagni certe cifre ed è probabile che il guadagnarle renda ancora più difficile il bagno di umiltà che forse gli permetterebbe di compiere il salto evolutivo. Poi mi guardo intorno e penso: ma chi lo ha fatto davvero, quel salto? Quanti amici, parenti e colleghi parlano, pensano e vivono esattamente come venti o trent'anni fa? Eppure ci si continua a illudere, aspettando la svolta che ci rassicuri sulle possibilità di cambiamento dell'essere umano.

Credo sia per questo che al cinema e nei romanzi amiamo le storie dove il protagonista si trasforma e cambia. Perché nella vita non succede quasi mai. Si resta aggrappati alle proprie granitiche incertezze, al trauma infantile (Balotelli ne avrà più d'uno), alla reazione automatica che ti induce a comportarti sempre allo stesso modo, a pensare sempre le stesse cose, a nutrire sempre le stesse aspettative: per esempio che gli altri possano cambiare, mentre spesso il primo che non riesce a farlo sei tu.

 

 

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