“PER IL NOSTRO COGNOME SIAMO FINITI IN ANALISI” – MARCO E MARIANNA MORANDI SI LAGNANO, INVECE DI RINGRAZIARE IL CIELO, DI ESSERE I FIGLI DI GIANNI E LAURA EFRIKIAN (VISTO CHE HANNO AVUTO OCCASIONI CHE ALTRI SI SOGNANO) - “ERAVAMO “I FIGLI DI”, SEMPRE CON LO SGUARDO DEGLI ALTRI PUNTATO ADDOSSO" – LUI: “PAPÀ MI FACEVA LEGGERE A VOCE ALTA L’IDIOTA DI DOSTOEVSKIJ” – LEI: “ERA SEVERISSIMO. MI RIPETEVA DI ESSERE IN QUALSIASI CAMPO LA NUMERO 1. VUOI CANTARE? DEVI ESSERE COME LIZA MINNELLI. VUOI FARE L’ATTRICE? ALLORA COME MONICA VITTI. CAPITE PERCHÉ A UN CERTO PUNTO MI SONO TIRATA FUORI?” - LO SPETTACOLO A TEATRO
Elvira Serra per il “Corriere della Sera” - Estratti
Mica facile essere i figli di Gianni Morandi (e di Laura Efrikian). Così come non era facile per la tata argentina Marta, entrata nella loro vita negli anni Sessanta grazie a Gianni Minà, che quando «trasbordava» i due fratelli dalla casa paterna di Tor Lupara a quella materna a Trastevere (circa 30 chilometri) doveva far entrare nella stessa macchina un violino (del maschio), un violoncello (della femmina), dizionari di greco, di latino, le valigie con i cambi di entrambi e qualcosa per sé.
Del resto, i famosi genitori erano pur sempre la prima coppia di divorziati ad aver ottenuto l’affidamento congiunto a Roma.
Marco e Marianna, 50 e 55 anni, in un ristorante della capitale ricordano infanzia e adolescenza tra risate e sbalordimenti.
A darci lo spunto è la preparazione dello spettacolo teatrale Benvenuti a casa Morandi , che porteranno in scena a fine anno con la regia di Pino Quartullo. Sul palco sono previste incursioni telefoniche di mamma, di papà, del fratello Pietro (nato dal matrimonio tra il Gianni Nazionale e Anna Dan), dei tre figli che Marco ha avuto da Sabrina Laganà (Leonardo, Tommaso e Jacopo) e dei due di Marianna con Biagio Antonacci (Paolo e Giovanni).
Ditemi un pregio e un difetto dell’altro.
Marianna: «Marco è buono, simpaticissimo, ironico. Ma ogni tanto si distrae. È artista...».
Marco: «Marianna è buona, non per niente siamo fratelli, però è ansiogena». Marianna: «Confermo, guardi qua: giro con le gocce di Xanax nella borsetta!». Cosa avete preso dai vostri genitori? Marco: «Da mamma, la svagatezza». Marianna: «Io da mamma l’indipendenza. E il rigore da papà. Però ci è mancata la leggerezza. Per dire: mia madre per addormentarmi mi leggeva l’ Amleto ».
Marco: «E a me papà faceva leggere a voce alta L’idiota di Dostoevskij».
Volavano sberle. Sembra che ne abbia prese di più Marianna...
Marianna: «Non più di quelle che ho restituito a Marco! Mamma era più da mani.
A papà bastava guardarci in silenzio e ci passava subito la voglia...».
Era davvero così severo?
Marianna: «Di più! Mi ripeteva: se vuoi fare qualcosa, devi essere la numero 1. Vuoi cantare? Devi essere come Liza Minnelli. Vuoi fare l’attrice?
Allora come Monica Vitti, che peraltro al mare da mia madre in Sardegna mi diceva sempre che dovevo fare l’attrice comica. Capisce perché a un certo punto mi sono tirata fuori?». Suo padre disapprovò la decisione di smettere di recitare per fare solo la mamma.
Marianna: «E aveva ragione. Anche mia madre e mio fratello non erano d’accordo. Io però ho scelto, non ho rinunciato: volevo farlo. Però, se avessi una figlia femmina non le suggerirei di fare così».
(...)
Avete fatto analisi?
Marianna: «Altroché! A parte che dovremmo farla tutti e male non farebbe. Figuriamoci noi due».
Marco: «Il nostro problema è che non potevamo mai sbagliare, eravamo “i figli di”, sempre con lo sguardo degli altri puntato addosso, da come ci vestivamo a come ci comportavamo».
(...)
Da ragazzi eravate più morandiani o celentaniani?
Marco: «Io dalliano. Lucio era come uno zio per noi. Sul campanello di casa a Bologna c’era scritto Domenico Sputo, la sua barca si chiamava Catarro! Ricordo una vacanza alle Tremiti: una mattina mi raccontò che di notte lo aveva svegliato il rumore della pelle che gli si spaccava sulla testa per il troppo sole!».
Marianna: «Io di Lucio ricordo quando andavo a suonargli alla porta a Trastevere, viveva vicinissimo a nostra madre. E siccome rompevo le scatole, tutti i pomeriggi a dargli fastidio, certe volte lui faceva la vocina: “Lucio non è in casa!”».
Lei però non ha ancora risposto: Morandi o Dalla?
laura efrikian gianni morandi marco e marianna
«Baglioni! Papà per i miei 18 anni lo fece venire a casa per farmi gli auguri. Restò pochi minuti. Rimasti paralizzata dallo stupore, e adesso riconosco che è stata una grandissima prova d’amore da parte di mio padre: deve essergli costato chiederglielo».
C’è una cosa del vostro percorso professionale che vi è piaciuta meno?
Marco: «Non mi ha convinto la fiction di Marianna con papà».
«La forza dell’amore», quella del bacio incestuoso.
Marianna: «Ma no, il bacio non ci fu! Però in effetti la trama era un po’ forzata... Di quello che ha fatto Marco, invece, a me piace tutto, sa fare tutto. Come ha detto papà, è più bravo di lui!».
Le ha fatto piacere anche che abbia fatto il conduttore sul canale Pokeritalia 24?
Marianna: «Perché no? Era legale».
marco morandi laura efrikian marianna morandi
Marco: «Ma quella è una eredità di papà, grande pokerista! A Natale giochiamo tutti insieme al Mercante in Fiera e non vuole mai perdere».
Marianna: «Per fortuna adesso lo battono i nipoti: è la nostra rivincita».
Infine, il cognome: un vantaggio o uno svantaggio?
Marianna: «Faremmo peccato se dicessimo di non essere stati fortunati. Ma io non ho fatto la cantante, deve chiederlo a Marco...».
Marco: «Per il mio lavoro, purtroppo, è stato un continuo paragone. Ma se devo fare un bilancio, siamo in pari. Partiamo comunque da un grande privilegio».