LE PARI OPPORTUNITÀ FANNO BENE AL BUSINESS - PER CONQUISTARE IL PUBBLICO FEMMINILE, NEI VIDEOGAMES CI SONO SEMPRE PIÙ PERSONAGGI FEMMINILI - A NOVEMBRE USCIRÀ L’ENNESIMO CAPITOLO DI “TOMB RAIDER” CON LARA CROFT GRANDE PROTAGONISTA
Marco Consoli per “la Stampa”
Sono trascorsi 19 anni dal suo esordio e Lara Croft è pronta a ritornare il prossimo 10 novembre in «Rise of the Tomb Raider». Con un aspetto meno ammiccante e una personalità più profonda e ricca di umanità rispetto al passato. E soprattutto non più sola, ma accompagnata da una schiera di altre donne, protagoniste dei videogame potenzialmente di maggiore successo della nuova stagione: Faith è l' eroina del parkour che combatte per la libertà degli oppressi nel mondo di «Mirror' s Edge: Catalyst», mentre Alloy è la cacciatrice dai capelli rossi che lotta contro creature hi-tech nel postapocalittico «Horizon: Zero Dawn».
In «Dishonored 2» il giocatore può scegliere se impersonare anziché l' eroe del primo episodio l' imperatrice detronizzata Emily, e un personaggio femminile può essere selezionato come protagonista di Fallout 4, mentre per la prima volta la popolarissima «Fifa» darà la possibilità di giocare a calcio con squadre di atlete oltre che atleti.
La vasta presenza di ruoli femminili di primo piano è la grande novità per un' industria che sta imparando a diversificare i suoi personaggi anche per venire incontro al pubblico composto sempre più in larga parte da ragazze. Ormai le giocatrici hanno raggiunto la parità percentuale rispetto ai maschi. E tuttavia il mercato ha spesso snobbato questa fetta di mercato, relegandola per lo più a giochi di fitness, ballo o puzzle vari, concentrando la sua attenzione sui giocatori uomini, col risultato di avere come eroi soldati, assassini, agenti e simili.
A parte Lara Croft, nel corso degli anni non sono mancate le quote rosa, ma si è trattato sempre di presenze estemporanee. Poi l' anno scorso il segnale del bisogno di una svolta è arrivato direttamente dal pubblico: l'assenza di una protagonista in «Assassin' s Creed Unity» ha scatenato numerose critiche per la multinazionale Ubisoft, che è corsa ai ripari.
Ma tutta questa attenzione alle donne è vera rivoluzione? Quando nel 1996 uscì Tomb Raider, l' icona di Lara Croft divenne motivo di divisione tra le stesse femministe: c' è chi la considerava un modello dell' affermazione di una donna forte e chi invece ponendo l'attenzione sul suo aspetto da bomba sexy, sosteneva che fosse l' ennesima rappresentazione svilente della donna come mero giocattolo sessuale ad uso e consumo di un pubblico di soli uomini.
Allo stesso modo molti fanno notare come la svolta attesa quest' anno sia leggibile come l'ennesima trovata di marketing di un' industria alla ricerca di novità. Queste protagoniste spesso interpretano stereotipi di eroi votati più all' azione che all' emozione, e la presenza femminile nell' industria resta limitata: solo il 22% dei posti di lavoro sono occupati da donne, anche se è i numeri sono raddoppiati rispetto al 2009.
Diverse hanno però raggiunto posizioni di rilievo, come Bonnie Ross, produttrice della serie multimilionaria «Jade Raymond». E poi Siobhan Reddy, cofondatrice della software house inglese Media Molecule, e Rhianna Pratchett, che ha trasformato la sua passione per i videogame nel lavoro di sceneggiatrice e che scriverà storia e dialoghi proprio di Rise of the Tomb Raider.