gianni morandi

UN NOME PER IL QUIRINALE CHE METTA TUTTI D’ACCORDO? GIANNI MORANDI! “NELLA VITA CI VUOLE CULO, E IO L’HO AVUTO. QUANDO APRII IL CONCERTO DEI LED ZEPPELIN A MILANO, IL 4 LUGLIO DEL 1971, MI TIRARONO I POMODORI. DIECI ANNI DOPO QUELL’EPISODIO, RITROVAI LA MIA STRADA NEL 1981 GRAZIE A MOGOL. E SENZA L’INCIDENTE ALLA MANO NON SAREBBE NATA LA COLLABORAZIONE CON JOVANOTTI" – E POI SANREMO, LA RIVALITA’ CON RANIERI, I BEATLES E IL SOGNO DI UNA DONNA AL COLLE – VIDEO

 

 

 

GIUSEPPE FANTASIA per ilfoglio.it

 

gianni morandi

“Penso da sempre che le donne – dice Gianni Morandi - siano meglio degli uomini, anche perché sono più sincere. In una famiglia è la donna che tiene in piedi il tutto ed è più equilibrata, almeno nella mia. Le idee di mia moglie Anna sono sempre più sagge e meno cialtrone delle mie”, aggiunge ridendo.

 

Una donna al Quirinale? “Perché no? Non mi dispiacerebbe affatto, sarebbe una bellissima scelta. Sono tante quelle che hanno avuto ruoli importanti dimostrando di saper fare molto bene il loro lavoro, nonostante le critiche: penso alla Thatcher, alla Merkel e alla von der Leyen. Le donne sono brave: diamo loro delle responsabilità e staremo meglio tutti”.

 

    

 

In un momento come questo in cui il Covid va di pari passo con la bagarre istituzionale relativa proprio all’elezione di colui o di colei che dovrà salire al Colle, “convergere su un nome solo” – aggiunge il cantante di Monghidoro, in Emilia Romagna – non è facile, ma una donna potrebbe mettere d’accordo tutti”.

gianni morandi

 

   

 

“Qualcuno parlava di Marta Cartabia e credo che abbia tutta l’autorità, la competenza e l’esperienza per poter fare il presidente. Hanno fatto anche il nome della Casellati o della Bonino, ma staremo a vedere. In ogni caso, una donna al Quirinale non ci starebbe male, sarebbe la prima volta in Italia”, ragiona via Zoom dal Teatro Duse di Bologna, dove sta per esibirsi in concerto a una decina di giorni dalla partecipazione al Festival di Sanremo. Negli anni, Morandi lo ha vissuto da artista in gara – da solo e in gruppo – da ospite e da conduttore. Ma soprattutto lo ha vinto.

gianni morandi

 

Solo due donne sono riuscite a condurlo - Antonella Clerici e Simona Ventura – ma nessuna è mai stata nominata direttrice artistica, il ruolo che da tre edizioni, compresa questa che sta per iniziare, ricopre Amadeus. “Al suo posto ci vedrei molto bene Laura Pausini o Fiorella Mannoia. Possono benissimo presentare e scegliere le canzoni e, come loro, anche Elisa o Mara Maionchi che iniziò con Battisti e Mogol e che ha tanto ancora da insegnare”.

 

     

 

Una donna a tutti i costi e un eccessivo politicamente corretto, dalla politica alla musica, dal cinema alla tv, non le sembra esagerato – gli chiediamo – non rischia di portare a un altro tipo di eccesso? “Ovviamente sì – fa lui – basti pensare ai Premi Oscar e a cosa è successo lì. Viva il rispetto della parità di genere e delle minoranze, ma in certi casi come in altri, che si tratti della presidenza della Repubblica o di Sanremo, bisogna restare sulla qualità della persona. A mio parere le donne che Amadeus ha scelto, per esempio, le ha volute non per essere corretto, ma per dare una panoramica diversa, una scelta che non mi dispiace. Bisogna guardare alla qualità, ripeto, e soprattutto alla misura, e non è facile”.

gianni morandi

 

    

 

Sul palco dell’Ariston Morandi sarà tra i big in gara con il brano Apri tutte le porte che gli ha scritto appositamente Jovanotti. Una collaborazione, quella con il collega di Cortona, nata dopo che Morandi è caduto su un fuoco di sterpaglie nel suo giardino. “Senza la mia mano bruciata", precisa, "non sarei andato all’ospedale, non avrei ricevuto la telefonata preoccupata di Jovanotti e non mi avrebbe proposto di cantare al suo posto prima L'allegria e poi Apri tutte le porte; forse, l’idea di Sanremo non ci sarebbe proprio stata”.

 

 Molte delle 25 canzoni in gara ascoltate in anteprima hanno come tratto in comune proprio questa voglia di reagire a quello che è successo negli ultimi due anni e mezzo e che continua a succederci. Lui dice “Apri le porte”, un altro cantante dice “Fottitene e balla”, un altro ancora “muoviamo il culo e le mani anche se sta per finire il mondo”. Quella di Morandi, dunque, può essere anche un esorcismo per una speranza? “Uno cerca di cantare anche la realtà che sta vivendo”, precisa.

gianni morandi mousse t 1

 

“Credo che tutti noi abbiamo la necessità di tirarci su e di venire fuori da tutto questo. Apri le porte è una canzone di speranza e per me è stata quasi una terapia, visto che avevo passato 27 giorni in ospedale. Volevo ricominciare a vivere. Ha un ritmo formidabile che dà la carica, ma non è la classica canzone di Sanremo. Jovanotti è uno splendido rapper, ci sono i suoi ritmi, le sue parole, quel suo pensare positivo che ci accomuna oltre allo sport: lui in bici, io con la mia corsa. Le scarpe da running saranno le prime cose che metterò in valigia, perché correrò anche a Sanremo.

 

gianni morandi

Come lui, amo il rischio e amo fare cose diverse, anche lontane da me, ma siamo molto simili soprattutto in quella capacità che abbiamo di trovare anche nelle difficoltà una strada per venirne fuori”. Il brano è prodotto dal musicista tedesco di origine turca Mousse T che gli sarà a fianco come direttore d'orchestra. In gara troverà anche l'eterno "rivale" Massimo Ranieri. “L'Italia da sempre è fatta di dualismi: Coppi e Bartali, Del Piero e Baggio. Anche io e Massimo eravamo così, ma alla fine siamo diventati amici. Al Bano invidioso? Eh, prima o poi faremo quel tour a tre di cui parliamo da tanto".

 

  

 

MORANDI RANIERI 11

Morandi ci confida di non aver visto È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e sa poco, quindi, della frase – ripetuta noiosamente da troppe persone - “Non ti disunire” che il regista Antonio Capuano rivolge al giovane Fabietto, protagonista del film, “ma prima di quella frase – tiene a precisare - io avevo già detto “Restiamo uniti”, che è stato e che continua ad essere il mio mantra”. “Ho cantato Si può dare di più e oggi, quella frase, la dedicherei a tutti noi: dobbiamo darci più fiducia e dovremmo cercare pensare in alcuni ambiti allo stesso modo per il bene di tutti, invece le battaglie politiche non hanno come obiettivo il senso dell’insieme”.

 

morandi ranieri 5

 

 

“La musica – aggiunge - mi mantiene giovane. Volevo fare un pezzo più divertente e più ritmico, visto che ne ho fatte troppe di canzoni melodiche con l’acuto finale". Nonostante sia per lui la settima volta in gara su quel palco (più due da conduttore), non nasconde l’emozione ("Mi viene la tremarella e mi suderanno le mani, lo so”), anche perché quest’anno festeggerà i 60 anni dalla sua prima canzone registrata,

 

Raffaella Carra e Gianni Morandi - Foto Farabola

Andavo a cento allora – “sono coetaneo dei Beatles e il loro singolo, Love me do, uscì a pochi giorni di distanza dal mio” – e i 50 anni dalla sua prima volta proprio a Sanremo. “Nonostante fossi già conosciuto, per dieci anni non ci andai, perché impegnato a fare Canzonissima da settembre a gennaio. Riuscii ad andarci solo nel 1972 con Vado a lavorare. Cochi e Renato mi mandarono un telegramma su cui scrissero che a lavorare dovevo andarci io. Avevano ragione, perché quella non è stata certo la mia miglior canzone (ride, ndr)”.

 

gianni morandi jovanotti l'allegria

 A lavorare – come dice – poi ci è andato e a parte qualche episodio che ricorda ancora con grande dispiacere (“quando aprii il concerto dei Led Zeppelin a Milano, il 4 luglio del 1971, una data che non dimenticherò mai, mi tirarono i pomodori”), ci è riuscito e anche molto bene. “Nella vita ci vuole culo, è inutile negarlo, e io l’ho avuto”, dice prima di salutarci. “Dieci anni dopo quell’episodio, ritrovai la mia strada nel 1981 grazie a Mogol, che si era appena separato artisticamente da Battisti. Mi disse se sapevo giocare a pallone e poco dopo mi chiese perché non ricominciassi a cantare. Mi fece tornare quella voglia di ricominciare, di ributtarmi nella mischia e nella musica che non mi ha mai più abbandonato. Nella vita ci vuole fortuna, lo ripeto: poi sta ad ognuno di noi saperla gestire, ma – soprattutto – saperla mantenere”.

 

gianni morandi jovanotti

 

gianni morandi ospedalegianni morandi jovanotti l'allegria GIANNI MORANDIgianni morandi 6gianni morandi e lucio battisti GIANNI MORANDI E PAOLO BELDIGianni Morandi

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…