amadeus giampaolo rossi pier silvio berlusconi carlo conti ariston sanremo

PERCHÉ SANREMO È SANREMO, MA NON È DELLA RAI – PANICO A VIALE MAZZINI DOPO LA DECISIONE DEL TAR DELLA LIGURIA, CHE HA DICHIARATO ILLEGITTIMA L’ASSEGNAZIONE “DIRETTA” DEL FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA AL SERVIZIO PUBBLICO: DAL 2026 DOVRÀ ESSERE UNA GARA EUROPEA A STABILIRE CHI ORGANIZZERÀ L’EVENTO. MA CHI POTREBBE FARLO? GLI UNICI DAVVERO INTERESSATI POTREBBERO ESSERE MEDIASET E DISCOVERY. IL BISCIONE AVREBBE LA STRUTTURA TECNICA E I POSSIBILI CONDUTTORI (MARIA DE FILIPPI E GERRY SCOTTI), E GLI AMERICANI HANNO GIÀ INGAGGIATO AMADEUS – LA KERMESSE FA GOLA: PRODUCE 60 MILIONI DI RICAVI, DI CUI 42 SOLO DI RACCOLTA PUBBLICITARIA…

1. LOTTA FINO ALL’ULTIMA NOTA: “SANREMO NON È DELLA RAI”

Estratto dell’articolo di Stefano Mannucci e Gianluca Roselli per “il Fatto quotidiano”

 

TEATRO ARISTON - SANREMO

L’ultima certezza per la Rai è il Carlo IV (nel senso di Conti). Quando, nella notte del 15 febbraio, sarà calato il sipario sulla 75ª edizione del Festival, il futuro della kermesse dovrà essere ripensato da zero. Il Tar della Liguria ha giudicato illegittima l’assegnazione per via diretta della gara canora a Viale Mazzini da parte del Comune di Sanremo. Dovrà essere una gara europea a stabilire chi, dal 2026, organizzerà l’evento.

AMADEUS E FIORELLO LASCIANO SANREMO IN CARROZZA

 

Il Tribunale ha infatti accolto il ricorso della società Just Entertainment di Sergio Cerruti, ex presidente e attuale commissario per gli affari legali e istituzionali dell’Afi (Associazione Fonografici Italiani).

 

Il pronunciamento del Tar salva il Sanremo 2025, quello con i 30 big scelti da Carlo Conti (11 dei quali della Warner, altri 15 di Universal e Sony, solo 4 indipendenti). Poi, il presepe del business mediatico-musicale andrà ridisegnato.

 

la gag di john travolta a sanremo con amadeus e fiorello 5

“Il Tar ha giudicato irregolari soltanto le delibere con cui il Comune di Sanremo ha concesso in uso esclusivo a Rai il marchio ‘Festival della canzone italiana’, ma non la convenzione per il 2025, né la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival. Nessun rischio che la manifestazione canora della sua veste attuale possa essere organizzata da terzi”, sostiene una nota di Viale Mazzini.

 

Il marchio “Festival della canzone italiana”, infatti, appartiene al Comune rivierasco: dopo dieci anni di “regno” del sindaco Alberto Biancheri, ora primo cittadino è Alessandro Mager (Lista Civica). Ma sullo sfondo c’è la figura ingombrante di Claudio Scajola, sindaco di Imperia e ras del potere locale.

 

giampaolo rossi foto di bacco (9)

Da sempre la Rai si è vista assegnare in automatico l’allestimento del Festival, attraverso una convenzione biennale con la città da 5 milioni e rotti l’anno. C’è poi l’affitto dell’Ariston, di proprietà della famiglia Vacchino: qui i soldi (più di 2 milioni) sembrerebbero sborsati dalla municipalità.

 

Viale Mazzini però sottolinea che, al di là del marchio, il format televisivo – ovvero la gara canora in diretta televisiva con ospiti organizzata su 5 serate – appartenga alla tv pubblica dalla fine degli anni Ottanta. Insomma, la Rai può anche perdere il brand, ma il format sarebbe suo. E su questo si baserà il ricorso al Consiglio di Stato […]

 

Il Festival è l’evento televisivo più importante della stagione televisiva. L’edizione 2024 (con la serata finale vista da quasi 15 milioni di telespettatori e uno share del 64,7%) ha generato un volume di affari di 205 milioni, con oltre 80 milioni incassati dalla pubblicità e dagli sponsor, a fronte di un investimento di 20 milioni. Una quarantina di milioni di ricavi che rappresentano una grande boccata d’ossigeno per le casse dell’azienda, soprattutto adesso che l’incertezza sulle risorse regna sovrana, con il balletto sul canone da 90 a 70 euro su cui sta litigando la maggioranza di governo.

 

giampaolo rossi roberto sergio carlo conti foto di bacco (2)

[…]  “Il muro è caduto”, esulta Cerruti. Che aggiunge: “Noi non siamo anti-Rai, ma neppure valletti e reggicoda di questo sistema. Certi dirigenti andrebbero cacciati. Avevamo chiesto un incontro con Giampaolo Rossi nel luglio scorso, ci fece sapere di non avere tempo.

Se la Rai dovesse fare a sua volta ricorso, solleveremo la questione in sede comunitaria”.  […]

 

2. IL FORMAT E IL NODO DEL MARCHIO UN AFFARE DA 60 MILIONI DI EURO

Estratto dell’articolo di Michela Tamburrino per “La Stampa”

 

Il Festival di Sanremo senza Sanremo potrebbe anche esistere semplicemente cambiando sfondo. Il Festival di Sanremo senza la Rai invece è impensabile. E non è che qualcuno in passato non abbia accarezzato questa idea ma, considerando tutti gli aspetti tecnici, organizzativi ed economici, si è presto tirato indietro. Sarà perché, oltre il brand, il format dei cinque giorni di rassegna per come è concepito ancora oggi, è della Rai, graziosamente concesso da Pippo Baudo che lo inventò.

amadeus sanremo 2023 1

 

Sembra c'entri poco ma persino il Giro d'Italia, una sorta di festival della bicicletta, che Mediaset acquisì felice, fu immediatamente respinto al mittente per quel che comportava.

 

Dunque, in attesa che la Rai faccia ricorso al Consiglio di Stato, contro la sentenza del Tar della Liguria che ha giudicato illegittimo l'affidamento del Festival di Sanremo alla Rai, ricorso oramai certo, vale la pena ricordare che il Festival della Canzone Italiana, complessivamente produce 60 milioni di euro di ricavi, secondo quanto realizzato dal market watch di Banca Ifis che ne ha misurato il valore economico e sociale.

 

ARISTON SANREMO PROTESTE PIPPO BAUDO SALVA IL DISOCCUPATO PINO PAGANO

Di questi 60 milioni, 42 sono riconducibili alla raccolta pubblicitaria di Rai mentre 18,4 sono legati all'impatto delle attività del Festival stesso sul territorio. Accorrono a vedere il Festival, più relativo immenso indotto, 41.000 persone, con ricadute che interessano gli alloggi (8,8 milioni di euro), ristorazione (2 milioni di euro) e shopping che include Casinò e ticketing per l'evento.

 

La Rai eroga al Comune organizzatore sui 5 milioni di euro, una cifra di cui si rifà abbondantemente grazie alla raccolta pubblicitaria, in crescita rispetto al 2022 e al 2023. A spingere verso l'alto la corsa pubblicitaria sono i dati d'ascolto che hanno garantito una media di 10 milioni di telespettatori per le 5 serate. Questo, nonostante il periodo della pandemia abbia colpito il Festival e tutto il comparto dello spettacolo, si è superato del 2% il livello pre-Covid del 2019. […]

 

 

3. DA MEDIASET AL NOVE FINO A SKY LE ALTRE TV ORA SOGNANO IL FESTIVAL

Estratto dell’articolo di Silvia Fumarola per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2024/12/06/news/mediaset_nove_sky_tv_sognano_festival_sanremo-423826493/

 

AMADEUS SI COMMUOVE NEL DARE L'ADDIO A SANREMO

[….] nulla impedirebbe a Viale Mazzini di organizzare la kermesse altrove, ma non sarebbe più il marchio sanremese a caratterizzare l’evento. E nulla vieta a Sky, a Mediaset e a Warner Bros Discovery di partecipare alla gara per aggiudicarsi un marchio che fa parte della storia del costume e ha fatto il giro del mondo, appetibile dal punto di vista degli introiti pubblicitari.

 

Il know how conta, la Rai è stata una garanzia. Ma visto come si sono mosse le altre emittenti dal punto di vista dell’offerta musicale — basti pensare a Sky che quest’anno ha portato X Factor fuori dagli studi televisivi e fa disputare la finale in piazza a Napoli — un Festival che sfugge dall’ala del servizio pubblico, diventa un’ipotesi concreta.

Festival-di-Sanremo-2011-Sala-Stampa-Ariston-Roof-.jpg

 

A giocarsi la partita […] potrebbero essere due contendenti: Mediaset e Warner bros Discovery. Perché se parte l’asta, vince chi è pronto a giocarsi la partita anche dal punto di vista economico. Gli investimenti non sono un dettaglio, vince chi offre di più.

 

Canale 5 negli ultimi tempi ha puntato molto sugli eventi musicali (dai concerti del Volo agli speciali con Laura Pausini e Vasco Rossi). E chissà, se per spingere ancora di più sul progetto del Nove come canale generalista, Warner sarebbe pronta a tentare l’impresa.

 

Fantatelevisione, suggestioni: ma fa sorridere l’idea che il Festival potrebbe tornare nelle mani di Amadeus, conduttore dell’ultima seguitissima edizione, o di Fabio Fazio.

 

FINALE DI SANREMO 2023 - LA PRIMA FILA AL TEATRO ARISTON

L’amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi ha in casa la persona che, grazie all’esperienza di Amici , non avrebbe difficoltà a organizzare con la sua squadra una grande edizione della gara. Maria De Filippi […].

 

Poi, se non avesse voglia di presentarlo, in casa c’è solo l’imbarazzo della scelta. A cominciare da Gerry Scotti, volto storico e pop di Canale 5, che si è diviso tra quiz, varietà, show dei record ma non ha mai condotto il Festival. Già lo scorso anno, il sito Dagospia aveva rilanciato le indiscrezioni sull’interessamento di Berlusconi a Sanremo, massimo evento nazionalpopolare.

 

amadeus john travolta seconda serata sanremo 2024

Criticato regolarmente, ancora prima che vada in onda, Sanremo riesce a rinascere dalle sue ceneri e da qualche anno, grazie al cast degli artisti (mini rivoluzione partita con Conti, proseguita con Baglioni e Amadeus) il pubblico giovane è tornato a seguirlo. A Viale Mazzini dormivano sonni tranquilli, ora si studia la possibilità di presentare ricorso al Consiglio di Stato. Non basta dire che «la Rai ha il format del Festival », perché ogni conduttore-direttore artistico lo cambia.

 

 

amadeus. seconda serata sanremo 2024 marco mengoni amadeus prima serata sanremo 2024

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…