IL PERSONAL TRAINER A PORTATA DI POLSO: LA NUOVA MODA DEL BRACCIALETTO ‘’INTELLIGENTE’’

Enrico Franceschini per "la Repubblica"

Quando lo hanno visto al polso del ministro del Tesoro George Osborne, mentre faceva jogging vicino al suo ufficio a Downing Street e poi di nuovo a un'udienza di una commissione a Westminster, qualcuno ha pensato che fosse un portafortuna, una civetteria, un segno di solidarietà o d'amore.

Ma alla prima occasione lui non ha avuto ritegno di rivelare ai giornalisti di cosa si tratta: «È un braccialetto elettronico. Misura quanto cammino, come dormo e tutto quello che faccio. Mi fa piacere informarvi che anche il ministro dell'Istruzione Michael Gove ne indossa uno». Non solo Gove, se è per questo. Da Tim Cook, presidente e amministratore delegato della Apple, ad attori di Hollywood come Ryan Reynolds, il cinturino di plastica elettronico è diventato l'ultima moda per salutisti, patiti della forma fisica e seguaci di diete.

Dopo lo "smartphone" capace di qualsiasi funzione, dopo il tablet più versatile di un personal computer, è arrivato il momento del "braccialetto intelligente": via di mezzo tra
un medico/personal trainer da polso e un giocattolino portatile, un Tamagotchi del fitness che non ti lascerà più in pace, rivelandoti tutto quello che avresti voluto sapere sul tuo corpo, e anche qualcosa di cui magari avresti fatto a meno, fino a che non avrai raggiunto condizioni perfette.

Il mercato ne è già invaso da mezza dozzina di modelli, non solo a Londra ma anche nel resto del pianeta sviluppato, Italia compresa. Si va dal Jawbone, il tipo prescelto dal ministro Osborne (99 sterline il costo nel Regno Unito, circa 120 euro), in grado di monitorare l'esercizio fisico, le modalità del sonno (leggero o profondo) e altre attività, con un vantaggio notevole, una batteria che funziona per dieci giorni, il doppio di quelle dei rivali; al Nike Fuelband, prodotto dall'omonima azienda di abbigliamento sportivo, che calcola quante calorie vengono bruciate in base a una propria unità di misura, il "Nikefuel" (carburante Nike).

Il più costoso, qui in Gran Bretagna, è il Basis, 132 sterline (più o meno 150 euro), l'aspetto di un orologio più che di un braccialetto, registra perfino la temperatura della pelle, i livelli di sudorazione e i battiti cardiaci. Il più economico si chiama Fitbit Flex (79 sterline, pari a 90 euro), la cui particolarità è che si può portare anche sott'acqua, facendo il bagno al mare.

Tutti funzionano scaricando dati su un'applicazione per smartphone (il Nike soltanto con i sistemi Apple) o per computer, collegati attraverso un cavetto o senza fili. Alcuni permettono a chi li indossa di scaricare le informazioni direttamente su Facebook, Twitter e altri social network, per confrontare le rispettive prestazioni: ne sta nascendo una sorta di campionato digitale, dove vince chi consuma più calorie, perde più chili o magari suda di meno sotto sforzo. Così, se non ne avessimo già abbastanza, c'è un'altra cosa che possiamo fare quando alla sera ci incolliamo davanti al computer, al tablet o al telefonino.

Lo scopo, tuttavia, è più serio e ambizioso che una sfida tra amici: misurare ogni aspetto della propria vita, quanto si dorme, quanto si mangia, quanto si consuma, quanto si cammina o si corre, come si sta, per cercare di raggiungere determinati obiettivi (ogni giorno consumare un po' di più, per esempio) e adottare un migliore stile di vita: "almeno in teoria" ironizza il Daily Telegraph, che ieri ha dedicato un servizio al fenomeno.

In realtà la mania di portare braccialetti di plastica dura da tempo: prima sono arrivati quelli colorati, che si indossano per sostenere una causa, un legame personale, un sentimento, poi quelli magnetici, come il Power Balance, che all'inizio ha fatto affari d'oro, pubblicizzato
sul polso di atleti celebri, promettendo di migliorare le prestazioni sportive, la forza, l'equilibrio psicofisico e la flessibilità di chi lo porta, sino a quando l'azienda ha dovuto ammettere di non avere «alcuna prova scientifica» a sostegno della sua pretesa.

Lo "smart bracelet", il bracciale elettronico di George Osborne, è la versione ad alta tecnologia della medesima tendenza. L'unico rischio, come con il Tamagotchi, l'esserino virtuale di cui prendersi cura fin dalla nascita e guai ad abbandonarlo un istante, è che dopo un po' sia il braccialetto a portare in giro noi, e non il contrario.

 

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