cannes 2018

PIOVE, FESTIVAL LADRO - LA CRISI DI CANNES È ACCENTUATA DAL METEO INFAME: PIOGGIA E FREDDO SULLA CROISETTE, MENO PUBBLICO DEL SOLITO, CRITICI INCAZZATI PER LA PROIEZIONE DEL GIORNO DOPO. SU TUTTO, GLI SCIOPERI A RIPETIZIONE DI TRENI E AEREI CHE STANNO PARALIZZANDO LA FRANCIA. E L’’HOLLYWOOD REPORTER’ DECRETA IL DECLINO DEL FESTIVAL CHE FU

Alberto Mattioli per www.lastampa.it

 

maltempo a cannes 3

Piove. Piove dalle nuvole sparse. Piove sulle code salmastre e arse, piove sui film svedesi scagliosi e irti, piove sui mondani divini, sulle registe fulgenti di fiori accolti da #MeToo, sui party folti di coccole aulenti, piove sui nostri volti da signorina Silvani, piove sulle nostre mani ignude perché nessuno ha l’ombrello, sui nostri vestimenti leggeri, sui freschi pensieri che dopo una settimana nessuno più ha, sulla favola bella del cinema che ieri t’illuse e oggi chissà.

 

 

Insomma, piove. E fa pure freddo. Se fuori dai finestroni dell’orrido Palais des Festivals non ci fossero le spiagge della Croisette ma delle belle scogliere potremmo essere tranquillamente in Scozia (si mangerebbe peggio, però). E questo forse spiega un’impressione che giorno dopo giorno si fa più precisa: a Cannes quest’anno c’è molta meno gente.

 

maltempo a cannes 2

 

Dati, per ora, non ce ne sono. Però le code per vedere i film, sempre lunghe, non sono lunghissime. Idem per le conferenze stampa che tanto, con la riforma antisocial degli orari, capitano il giorno dopo la proiezione del film e non interessano nessuno (non c’è un quotidiano che dedichi allo stesso film due pezzi due giorni di fila). Gli americani sono chiaramente meno numerosi, rimasti in California dove c’è sempre il sole e non ti fanno pagare 40 euro una mezza (mezza!) bottiglia di banalissimo rosé. Quanto al Marché, si sa che nella seconda settimana di Festival si svuota, perché gli affari si fanno all’inizio e chi prima arriva meglio compra.

 

maltempo a cannes 1

 

Ma c’è meno gente anche fuori da questa specie di blindatissimo fortino che è il Palais con tutti i suoi annessi e connessi. Certo, alla sera, alla montée des marches, la strada adiacente sembra la metropolitana di Tokyo all’ora di punta, con ingorghi pedonali da piazza San Marco a Ferragosto. Però in altri momenti la movida è meno fitta e capita perfino di entrare nei ristoranti e, miracolo, trovare subito un tavolo. Ieri sera mi sono fatto rapinare senza dover aspettare nemmeno cinque minuti. Voi capite, sono soddisfazioni.

 

 

In attesa di dare i numeri, si azzardano spiegazioni. La più ovvia, appunto, è l’ondata di maltempo che proprio nel weekend ha colpito la Costa Azzurra trasformandola nella Costa Grigia. Il saggio Gilles Jacob, ex delegato generale e presidente del Festival, scrive nelle sue memorie che il successo di un’edizione dipende in buona misura dal meteo. L’altra spiegazione, sottovalutata da molti, è un’ondata di diverso genere, quella degli scioperi. Sia la Scnf, la Trenitalia francese, che Air France sono impelagate in una complicatissima e durissima vertenza sindacale contro le riforme di Macron con scioperi a ripetizione che stanno sostanzialmente paralizzando un Paese che si muove soprattutto con i mezzi pubblici. 

 

maltempo a cannes 4

 

Oppure, ed è l’ipotesi più inquietante, avanzata domenica dall’autorevole «Hollywood Reporter», il problema sarebbe un generale «declino» del Festival. E qui, forse, interrogarsi sul senso che può o deve avere non sarebbe male. Magari dopo aver risposto all’altra domanda basica di questi giorni: dove ho messo l’ombrello? 

leto a cannes ma senza il regista

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