PIROETTE NELL’ACIDO - SFREGIATO CON L’ACIDO IL DIRETTORE DEL BALLETTO DEL BOLSHOI, RISCHIA LA VISTA - SERGEJ FILIN ERA STATO NOMINATO NEL 2011 DOPO UNA GUERRA PER LA SUCCESSIONE FATTA DI VELENI, DENUNCE E RICATTI PORNOGRAFICI - TEMPESTATO DI MINACCE E AZIONI DI SABOTAGGI, IL GLORIOSO TEATRO È DIVENTATO “UN DISGUSTOSO POZZO NERO PIENO DI SPECULATORI, BAGARINI, FAN MEZZI MATTI PRONTI A TAGLIARE LA GOLA AI RIVALI DEI LORO FAVORITI, CINICI HACKERS”…

Sergio Trombetta per "La Stampa"

Sembra incredibile un attentato contro il direttore di una compagnia di ballo. Ma a Mosca è successo. Un uomo giovedì sera ha gettato dell'acido sul volto di Sergej Filin, 43 anni, dal marzo del 2011 direttore del balletto del Bolshoi. L'artista è ora ricoverato con ustioni di terzo grado e rischia di perdere la vista. Ieri sera è stato trasportato in un ospedale di Bruxelles specializzato nella cura delle ustioni.

Filin è stato aggredito da due sconosciuti, di cui uno col viso mascherato, che gli ha spruzzato dell'acido in faccia mentre tornava a casa dopo un ricevimento in occasione dei 150 della nascita del regista e teorico teatrale Stanislavski. I fatti sono stati ricostruiti da Filin stesso per gli inquirenti e raccontati con molti particolari in una intervista esclusiva al canale televisivo russo Ren.

Che l'attentato sia legato alla sua posizione di capo di una delle più famose compagnie di danza del mondo non ha dubbi nessuno. L'ipotesi è stata avvallata dalla direzione del teatro attraverso la portavoce, Ekaterina Novikova, secondo la quale Filin subiva «minacce costanti» da quando - nel marzo 2011 - ha ottenuto l'incarico al Bolshoi. Telefonate minatorie e azioni di sabotaggio alla sua auto erano quasi all'ordine del giorno. Di recente avevano attaccato la sua pagina Facebook e diffuso informazioni per screditarlo agli occhi della direzione del teatro.

«Aveva avuto litigi coi suoi predecessori - ha spiegato la Novikova ma non avremmo mai pensato che una guerra di ruoli, e non una per il controllo di proprietà immobiliari o petrolifere, potesse arrivare fino a questo livello criminale».

Danzatore elegante, perfetto nei ruoli di principe ma anche protagonista di commedie come Don Chisciotte o Limpido Ruscello , dove si esibiva in una esilarante danza notturna sulle punte travestito da silfide, Sergej Filin ritiratosi dalla carriera di ballerino era stato nominato a capo della compagnia del Teatro d'opera e balletto Stanislavskij. Era stato poi richiamato nel 2011 alla direzione del Bolshoj in un momento cruciale che spiega molto bene il clima interno al teatro.

Il direttore generale del teatro Anatolij Iksanov voleva nominare Machar Vaziev attualmente responsabile del balletto della Scala, che però aveva declinato l'invito. Come riserva Iksanov pensava a Gennadij Janin , ex ballerino e assistente alla direzione del balletto. Ma poco dopo che era stato fatto circolare il nome, una settimana prima dello scadere della carica di Burlaka, il precedente direttore, mezzo mondo della danza aveva ricevuto una mail anonima con foto di Janin di contenuto pornografico. Janin era stato dimissionato e pensionato.

Tutti davano per imminente la nomina di Nikolaj Ciskaridze, stella della compagnia, quando la scelta cadde su Filin. Ciskaridze, non ha rinunciato al suo progetto, sostenendo una petizione, firmata da un gruppo di suoi fan, rivolta al presidente Putin perché nominasse il danzatore georgiano al posto di Filin.

Ma c'è da credere che i motivi dell'attentato vadano cercati in un raggio più ampio rispetto a quello indicato da Novikova e Iksanov. Come ha spiegato molto duramente su Facebook Aleksej Ratmanskij, che ricoprì la carica di direttore dal 2004 al 2008, attualmente è coreografo residente all'American Ballet Teatre a New York:

«La disgrazia capitata a Filin non è casuale. Il Bolshoi soffre di molte malattie. È un disgustoso pozzo nero pieno di gente legata da amicizia con gli artisti, speculatori, bagarini, fan mezzi matti pronti a tagliare la gola ai rivali dei loro favoriti, cinici hackers, bugie sulla stampa, e scandalose interviste dei collaboratori del teatro. La mancanza di un'etica teatrale ha rovinato poco a poco il Bolshoi. Questa è la vera disgrazia di un grande teatro».

 

 

SERGEJ FILINSERGEJ FILINTEATRO BOLSHOITEATRO BOLSHOITEATRO BOLSHOI

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?