LA “PIÙ GRANDE” MOSTRA DEL FUTURISMO ALLA GALLERIA NAZIONALE È UN FLOP PRIMA ANCORA DELL’INAUGURAZIONE. FORSE GENNARO SANGIULIANO, CHE L’HA FORTEMENTE VOLUTA, NON SARÀ COSÌ DISPIACIUTO DI NON ESSERCI AL VERNISSAGE DELL’ESPOSIZIONE IL 30 OTTOBRE – LE POLEMICHE PER LA PRESENZA NEL COMITATO SCIENTIFICO DI FEDERICO PALMAROLI IN ARTE OSHO, SUL CURATORE GABRIELE SIMONGINI, IL BUDGET TAGLIATO E I PROBLEMI CON I PRESTITI - NELLA CONFUSIONE LA DIRETTRICE RENATA MAZZANTINI HA RIMANDATO AGLI EREDI ANCHE IL FONDO DI ANTONGIULIO BRAGAGLIA, IL VISIONARIO GALLERISTA FONDATORE DEL FUTURISMO A ROMA…
Leonardo Bison per il Fatto Quotidiano - Estratti
Forse Gennaro Sangiuliano non sarà così dispiaciuto di non presenziare all’inaugurazione della mostra “Il Tempo del Futurismo”, prevista alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (Gnam) dal 30 ottobre e fortemente voluta dal ministro e dalla premier Meloni: la più grande sul Futurismo mai vista, oltre 500 opere, si diceva a dicembre 2023.
Per ora è l’unica mostra mai vista demolita su giornali di settore due mesi prima dell’apertura, e l’unica senza un comitato scientifico in carica, a 40 giorni dal via. In breve, che la mostra fosse nata male si poteva supporre al momento della nomina del curatore, Gabriele Simongini.
Stimato critico, scrive anche per Il Tempo, ma senza particolare competenza sul tema. Poi nei mesi seguenti si inizia a parlare dell’inadeguatezza del comitato scientifico (dove non figurerebbero molte delle persone che hanno fatto la storia degli studi), di Federico Palmaroli, in arte Osho, di un budget tagliato e di qualche problema coi prestiti: quelli dall’estero, in particolare dal MoMa di New York, sono saltati, quelli richiesti ai collezionisti italiani radicalmente ridotti (ecco forse perché, alla metà di agosto, Il Giornale dell’Arte e Torino Cronaca, testate vicine al collezionismo privato dedicano due articoli al vetriolo.
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Una lista delle opere non è ancora nota (a quanto pare, neppure a chi sta scrivendo il catalogo) ma risultano prestiti dal museo della scienza e tecnologia di Milano, dall’aeroporto di Pratica di Mare, e dal Museo della Comunicazione dell’Eur (chiuso e in stato di degrado da un decennio).I ricchissimi depositi della Gnam e qualche prestito dall’Italia faranno il resto.
(...) Se non fosse che, nella sua foga di liberarsi dei fondi d’archivio di proprietà privata depositati alla Gnam, la direttrice Renata Mazzantini ha rimandato agli eredi anche il fondo di Antongiulio Bragaglia, il visionario gallerista fondatore del futurismo a Roma.
GENNARO SANGIULIANO IN VERSIONE FRATE - MEMEfederico palmaroli (2)RENATA CRISTINA MAZZANTINIsangiuliano