PORNO A VENEZIA? IL FESTIVAL “POARETO” ASPETTA I COITI IN 3D DEL “NAZI” VON TRIER E IL“LEGHISTA” BESSON

Giorgio Carbone per "Libero"

Il 28 agosto partirà il festival di Venezia numero 70. Tra quindici giorni verranno presentati alla stampa i programmi. Che, per ora sono avvolti nel mistero. Possiamo fare solo qualche previsione. Non troppo confortante. Dopo il primo decennio del secolo, che sotto la direzione di Marco Muller aveva visto la Mostra battersi alla pari con Cannes, siamo tornati a festival poareto. Il budget affidato ad Alberto Barbera con ogni probabilità sarà scarso con tendenza al risibile. Il direttore torinese, per quanto bravo, sarà costretto ad arrangiarsi con gli avanzi di Cannes (che invece a maggio ha offerto un'edizione grandiosa).

Di sicuro per ora c'è solo il film d'apertura Gravity di Alfonso Cuaron con Sandra Bullock e George Clooney (George nell'ultimo decennio ha quasi sempre fatto passare i suoi film dal Lido). È un fantascientifico (genere già praticato da Cuaron, I figli degli uomini) e la forza di gravità del titolo è quella che presto mancherà a due astronauti (George e Sandra). La loro astronave è distrutta e loro sono costretti a vagare mano nella mano negli spazi (che succede? Nessun film l'ha mai raccontato).

Ma il pezzo forte dovrebbe essere Nymphomaniac di Von Trier perché promette i più spinti coiti non dissimulati mai visti sullo schermo (e in 3d oltretutto). Coiti rifiutati da Cannes e non perché troppo osè (figuriamoci). Il gran rifiuto francese è stato, qualche mese fa, di natura politica. Lars s'era lasciato andare a qualche considerazione non negativa sul regime nazista (ma perché non stanno zitti questi registi? Si limitino a fare film).

Comunque dall'altra parte delle Alpi vige come da noi il politicamente corretto e per questo Lars è diventato di colpo «persona non gradita». Il cast è capeggiato da Uma Thurman, ma non è lei ad agitarsi tra le lenzuola. La mascalzona di turno è Charlotte Gainsbourg (non nuova alle mascalzonate e non nuova a Von Trier). Fa la ninfomane del titolo e gran parte del film è dedicata alla sua turbinosa vita in flash back.

I divi. Già lo scorso anno il budget ristretto aveva ridotto parecchio la presenza di superstar al Lido. Stavolta è prevista analoga magra. Anche se un bello scossone di mondanità dovrebbe arrivare dall'arrivo della coppia più in del momento, Jennifer Lawrence e Bradley Cooper.

Jennifer e Bradley dovrebbero portare a Venezia Serena di Susanne Bier, bella storiona romantica in costume come quelle di una volta, il romanzo fiume di due coniugi pionieri che si costruiscono un impero contro tutto e contro tutti (ma ogni cosa va in pezzi quando lei, che non può aver figli, si lascia trascinare dall'odio per il figlio che lui ha avuto con un'altra donna).

Tra gli altri divi molto attesi Brad Pitt e Michael Fassbender. Fassbender non poteva mancare in un film del suo regista feticcio Steve Mc Queen. Che però in Dodici anni da schiavo gli ha riservato un ruolo di cattivo, feroce negriero. L'eroe è Chiwitel Ejofor che interpreta un nero libero, un ex schiavo affrancato che viene però rapito e costretto a lavorare nelle piantagioni per i dodici anni del titolo.

Gli italiani. Riuscirà un nostro film a portare a casa almeno un leoncino? L'anno scorso come molti ricorderanno siamo rimasti a secco. E così due anni fa. I presidenti di giuria, gli americani Michael Mann e Quentin Tarantino non sembrarono affatto interessati alle tematiche delle opere nostrane in concorso.

Quest'anno con ogni probabilità sarà Daniele Luchetti a rappresentarci con il suo Anni felici (ma forse non sarà il titolo definitivo, negli scorsi mesi l'opera è passata attraverso molte denominazioni). Il film racconta l'infanzia del regista nei (appunto) felici anni '60. Anche se l'infelicità è comunque sempre in agguato.

La provò verosimilmente il Daniele bambino quando vide disgregarsi il rapporto fra i genitori (impersonati da Kim Rossi Stuart e Michela Ramazzotti). Con Luchetti però non si vince. Si convince magari, riscuotiamo applausi, attestati di stima (i francesi hanno amato moltissimo Mio fratello è figlio unico e La nostra vita). Ma il primo premio non arriva mai.

Manca magari alle sue opere, ai suoi personaggi, a lui stesso quell'impatto, quel carisma che ti portano lontano. La vita (anche fra i fautori di cinema a volte è buffa. Luchetti, ex discepolo di Moretti, ha da tempo superato il maestro in bravura e soprattutto in ispirazione (fa un film ogni due anni, mentre il Nanni crea ogni due lustri). Ma non è il Nanni e nessun suo film esce tra squilli di trombe.

Per finire, una curiosità. Tra i papabili c'è pure The family con Robert De Niro e Michelle Pfeiffer (storia di un clan mafioso rifugiato in Francia). Dirige Luc Besson, diventato il regista più destrorso di Francia dopo Io vi troverò e Taken 2 (che qualche collega troppo serioso bollò come «parto della fantasia di Borghezio»). Il «leghista» Besson e il neonazista Von Trier. Non c'è male per una Mostra che sembrò di nuovo espressione della sinistra italiana dopo il ritorno di Barbera (designazione PD) al posto di comando.

 

 

charlotte-gainsbourgCharlotte-Gainsbourg-E WILLEM DAFOECharlotte GainsbourgAlberto Barbera SANDRA BULLOCK E MELISSA MCCARTHY IN THE HEAT CORPI DA REATO GEORGE CLOONEYBRADLEY COOPER JENNIFER LAWRENCEBrad Pitt in World War Z MICHAEL FASSBENDERBrad Pitt in World War Z

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…