putin marc innaro

“BASTA GUARDARE LA CARTINA GEOGRAFICA PER CAPIRE CHE, NEGLI ULTIMI 30 ANNI, CHI SI È ALLARGATO NON È STATA LA RUSSIA, MA LA NATO” – LE PUTINATE DI MARC INNARO, CORRISPONDENTE RAI DA MOSCA, FANNO INCAZZARE IL PD. ANCHE IL DIRETTORE DEL TG2 SANGIULIANO PRENDE LE DISTANZE DALL’INVIATO CHE AMPLIFICA LE FAKE DEL CREMLINO - INNARO STA A MOSCA DA ALMENO TRE LUSTRI. FORSE, SI DICE IN RAI, È ARRIVATO IL MOMENTO DI CAMBIARE – POLEMICHE ANCHE PER UN SERVIZIO DA RAINEWS24 IN CUI...

Niccolò Carratelli per "la Stampa"

 

marc innaro 3

A Marc Innaro, corrispondente Rai da Mosca, non manca il coraggio. Perché ne serve tanto per provare a giustificare le mosse di Putin mentre cadono le bombe in Ucraina. «Basta guardare la cartina geografica per capire che, negli ultimi 30 anni, chi si è allargato non è stata la Russia, ma la Nato», ha sostenuto durante uno Speciale Tg2.

 

gennaro sangiuliano

Il fatto che l'espansione Nato non avvenga coi carri armati ma per libera adesione è un dettaglio. Lo stesso direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, presente in studio, ha preso le distanze. Non è bastato a evitare le polemiche social e la protesta del Pd, che vuole un approfondimento in Vigilanza Rai. Forse non avevano mai seguito un servizio di Innaro, sempre piuttosto ossequioso col Cremlino. C'è da capirlo, per fare il giornalista a Mosca di questi tempi serve prudenza.

 

2 - RAI, POLEMICA SUL TG2: "GIUSTIFICA PUTIN"

Gio.Vi. per "la Repubblica"

 

il servizio di marc innaro

Prima ha dato la colpa all'Alleanza atlantica. «Basta guardare la cartina geografica per capire che negli ultimi trent' anni chi si è allargato non è stata la Russia, ma la Nato». Poi ha accreditato la tesi putiniana della fuga del presidente ucraino a Leopoli. Il tutto nel giro di 24 ore, quelle cruciali dell'invasione.

 

Due servizi trasmessi non dalla Tv pubblica di Mosca, bensì dalla Rai. Firmati dal corrispondente Marc Innaro per il Tg2 Post e il Tg1, hanno fatto saltare sulla sedia Enrico Letta. Irritato, il segretario del Pd, per un'informazione che dovrebbe smontare le fake news del Cremlino, non amplificarle.

 

vladimir putin.

Come avrebbe invece fatto RaiNews24 intervistando una sedicente documentarista che ha parlato di «presunte invasioni » e definito il cambio di governo in Ucraina a fine 2013 come «un golpe operato da una manovalanza neofascista ». Parole che hanno subito suscitato la rivolta social. «Quanto detto è di una falsità gravissima, vergognoso per il servizio pubblico», tuona Elena Mongelli, vicepresidente della Fondazione diritti umani. La Rai «disinforma sui nazisti ucraini» e «giustifica Putin», accusa la freelance russa Olga Tokariut.

 

Al Nazareno c'è allarme. «In un momento in cui la propaganda russa agisce in modo pervasivo, è inammissibile che vi siano spazi di cedimento nel servizio pubblico. Un conto è la libertà di espressione dei giornalisti, un altro farsi megafono di una parte». Tant' è che la questione, già discussa coi vertici aziendali, verrà ora portata in Vigilanza. Per chiedere, come già si è fatto con gli opinionisti no-vax, di non offrire sponde a quelli filorussi.

marc innaro 2

 

«La Rai sta svolgendo un gran lavoro di informazione sull'Ucraina», premette il commissario dem Andrea Romano. «Proprio per questo deve fare massima attenzione a non diffondere notizie false (come quella di Marc Innaro sabato sera al Tg2 Post, secondo cui la Russia sarebbe stata provocata dall'espansione a Est della Nato) e a non ospitare commentatori compiacenti verso i crimini di Putin come è accaduto a RaiNews24».

 

Un intervento, quello nel talk della rete cadetta, per la verità confutato in diretta dal direttore Gennaro Sangiuliano. Il quale ha subito precisato che «una cosa dev' essere chiara: qui c'è un aggressore, cioè Putin, e una vittima, Zelensky e il popolo ucraino», per poi denunciare «la violazione dei trattati internazionali» e stigmatizzare l'uso della forza. «Per me», dice, «parla il mio telegiornale», uno dei pochi ad aver «dato voce agli oppositori del presidente russo».

 

enrico letta speciale tg3

Ora tocca all'ad Fuortes decidere cosa fare. I corrispondenti, com' è noto, non dipendono dalle testate ma sono nominati dall'azienda. E Innaro sta a Mosca da almeno tre lustri. Forse - si dice in Rai - è arrivato il momento di cambiare.

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