raffaele leone

''HO DISOBBEDITO, HO PRESO L'AUTO E FATTO 81 CHILOMETRI PER SOTTOPORMI A UN TEST CHE LA REGIONE NON VUOLE SI FACCIA'' - LA RIBELLIONE DI RAFFAELE LEONE, DIRETTORE DI ''FOCUS''. AVEVA TOSSE, FEBBRE, PERDITA DEL GUSTO, MA NESSUN TAMPONE NONOSTANTE LE RICHIESTE. DUE SETTIMANE A CASA SENZA SINTOMI, MA ALLA FINE DELLA QUARANTENA NON SAPEVA SE ERA ANCORA CONTAGIOSO. E COSÌ…

 

Maurizio Giannattasio per il “Corriere della Sera - Edizione Milano”

 

«Oggi ho disobbedito. Ho preso l' auto, ho fatto 81 chilometri per sottopormi a un test che la Regione non vuole si faccia. Sono stato costretto dopo aver chiesto inutilmente alla stessa Regione di verificare la mia contagiosità».

RAFFAELE LEONE

Raffaele Leone, 59 anni, è il direttore di Focus. La sua è una storia comune a molte altre persone. Tosse, febbre, perdita del gusto, un' eruzione cutanea. Nessun tampone nonostante le ripetute richieste.

 

Due settimane a casa senza febbre come prevedono i protocolli e lunedì la fine della quarantena. In testa un dubbio atroce. «Sono ancora positivo? Sono ancora contagioso? Posso attaccare il Covid 19 alle mie figlie che non vedo da un mese?». La risposta è stata prendere l' auto e guidare fino a Robbio in provincia di Pavia.

al confine con il Piemonte e trovarsi in fila davanti a un palazzetto dello sport insieme a personale delle forze dell' ordine e medici di famiglia.

 

Direttore cosa è successo?

marco lillo e il kit per testare gli anticorpi da coronavirus in casa

«È successo che sono un presunto malato e un presunto guarito di Coronavirus. Il 10 marzo mi sono ammalato, febbre che variava tra i 37,5 e i 38,9, perdita del gusto e dell' olfatto, tosse. Continuavo a misurarmi l' ossigenazione con il saturimetro, ma per mia fortuna non c' è stato interessamento dei polmoni. Mi sono rivolto al medico curante e a altri medici miei conoscenti, ho fatto tutta la trafila chiamando i numeri verdi».

 

La risposta?

«Mi ha hanno detto di restare a casa. Dopo un paio di giorni i sintomi sono peggiorati, il mio medico era sicuro si trattasse di Covid. Ho richiamato i numeri della Regione e ho chiesto di fare il tampone per poter mappare non tanto me, ma tutte le persone con cui ero venuto in contatto. Niente da fare».

 

A quel punto cosa ha fatto?

«Dopo che mi è passata la febbre ho scritto alla Regione.

test polpastrello per coronavirus

So benissimo che dopo due settimane di quarantena uno viene considerato guarito ma siccome sento che sempre più persone sono positive ben dopo i 14 giorni, ho chiesto di nuovo il tampone perché voglio certificare la mia guarigione e non contagiare nessuno. Nella lettera scrivo anche che li riterrò responsabili nel caso dovessi contagiare qualcuno».

 

Aveva qualche preoccupazione specifica?

«Mi raccontavano di più persone contagiate in diversi uffici, focolai che non sono mai rientrati nei radar dei bollettini ufficiali. In più c' era la grande preoccupazione per le mie figlie. Non le vedo da un mese. Avrei potuto incontrare la più grande già lunedì, ma ho preferito rimandare perché il dubbio ti rimane in testa. Posso contagiare qualcuno? Mi preoccupo per gli altri. In ogni caso non ho avuto nessuna risposta alla mia lettere e oggi (ieri per chi legge, ndr), al diciottesimo giorno, ho preso la mia decisione e ho disobbedito alle autorità regionali».

Come?

«Per sapere qualcosa in più sulla mia salute ho preso la mia auto, ho fatto 81 chilometri per andare a Robbio».

 

Perché Robbio?

RAFFAELE LEONE

«Perché mi è stato segnalato che a Robbio c' è un sindaco e un medico che hanno deciso di fare gli esami sierologici a chi vuole. Uno si prenota, si pagano 45 euro, ci si mette in fila davanti al palazzetto dello Sport, si fa il prelievo e dopo un paio di giorni arrivano i risultati per capire se effettivamente hai fatto la malattia».

 

Ma la Regione non ha ancora certificato i test.

«Il sindaco mi ha spiegato che la Regione non li ha vietati, ma ha solo detto di non farli. Lui li ha fatti fare lo stesso.

La Regione ha vietato però di refertare le analisi sul territorio lombardo e così il sindaco manda le provette in Liguria: 300 fiale ogni giorno. A fare la fila ci sono anche tanti uomini delle forze dell' ordine e tanti medici di famiglia che arrivano dal resto della Lombardia. È un pellegrinaggio continuo».

test immunocromatografico anche per coronavirus

 

Uscendo da Milano ha rischiato. Se la fermavano la denunciavano.

«Chi avrebbe il coraggio di multare una persona che si va a fare il test per la malattia?».

Resta il fatto che il test, a differenza del tampone, non certifica la positività.

«Mi rimarrà sempre il dubbio, ma almeno tra un paio di giorni saprò se mi sono preso l' infezione o no. È già qualcosa, perché se non l' ho avuta dovrò stare ancora più attento. In ogni caso è preferibile disobbedire piuttosto che sentirsi dire stai a casa oppure esci. Qui in gioco c' è una cosa fondamentale: cercare di prevenire in ogni modo il diffondersi della malattia».

test immunocromatografico anche per coronavirus

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO