1- RAI, IL BUCO CON LA TV INTORNO! MENTRE MEDIASET-CAIRO VUOLE COMPRARE LA7, VIALE MAZZINI AFFOGA IN UNA VORAGINE DI BILANCIO: IL VERO BUCO È DI 150 MILIONI DI EURO! 2- CAUSE DEL DISASTRO: IL CROLLO DEGLI INTROITI PUBBLICITARI DELLA SIPRA ED I COSTI DEI DIRITTI SPORTIVI (EUROPEI DI CALCIO E OLIMPIADE) E LA BANCAROTTA È SERVITA 3- LA RICETTA DI GUBITOSI? IL RECUPERO DELLE RISORSE INTERNE (ESISTONO ANCORA I TECNICI DELLA PELLICOLA IN PIENA ERA DIGITALE) PER RICONDURRE IN AZIENDA COSTI ESTERNI 4- QUALCUNO CHIEDERÀ CONTO A OPUS LEI E A GARIMBA-GARIMBERTI DEL DISASTRO? MACCHÉ: LA PRIMA PREMIATA CON LA SIPRA, L'EX PRESIDENTE UNA POLTRONA A EURONEWS 5- LA CASSANDRA RIZZO NERVO: AVEVA PREVISTO IL MEGA-ROSSO MA FU L'UNICO A VOTARE CONTRO IL BILANCIO SBALLATO DI LEI/GARIMBA. LUI SI SALVERÀ DALLA CORTE DEI CONTI?

Paolo Conti per "Il Corriere della Sera"

Ultimissime dalla Rai. Sono di ieri sera le più aggiornate previsioni sul buco di bilancio che sarà al centro della discussione del Consiglio di amministrazione convocato per mercoledì 19 settembre sotto la presidenza di Anna Maria Tarantola. Il direttore generale Luigi Gubitosi porterà all'attenzione dei consiglieri la dura realtà: alla fine del 2012 il «vero» bilancio di viale Mazzini chiuderà con un -140 o -150 milioni rispetto alla famosa previsione assai ottimistica, firmata dall'allora direttore generale Lorenza Lei alla fine del 2011.

Cause del disastro: il calo clamoroso degli introiti Sipra (alla base del ribaltone dei vecchi vertici) ed i costi dei diritti sportivi (campionati europei di calcio e Olimpiade). Le cifre concrete del primo semestre, nella loro estrema chiarezza, portano a proiezioni allarmanti per la fine dell'anno. Appunto, tra i -140 e i -150 milioni.

Una novità per il nuovo Consiglio ma non per Nino Rizzo Nervo, ex consigliere della stagione presieduta da Paolo Garimberti, che alla fine del 2011 fu l'unico a votare contro la previsione di Lorenza Lei: «Quando Lei presentò il budget del 2012 capii subito che si trattava di una fotografia troppo positiva, quindi sbagliata, slegata da tutti gli autentici indicatori aziendali che dimostravano una evidente tendenza negativa. Dissi che a mio avviso, senza correzioni adeguate, il bilancio 2012 si sarebbe chiuso con un -170 milioni e con un indebitamento consolidato a quota 380 milioni.

Si trattava del frutto di tre anni consecutivi di errori gestionali. Il primo, imperdonabile, fu il mancato accordo dell'ex direttore generale Mauro Masi con Sky sui canali digitali. Operazione che ha danneggiato moltissimo l'azienda perché gli introiti pubblicitari sul digitale terrestre della sola Rai non hanno minimamente compensato ciò che Sky avrebbe tranquillamente pagato». Rizzo Nervo conclude: «Per la verità dissi tutto questo in commissione di Vigilanza con grande chiarezza. Ma non mi sembra che ci sia stato alcun seguito».

Gli interventi ci sono stati, le prime correzioni anche. Ma la tendenza al rosso di bilancio continua. Ed allarma Gubitosi, la presidente Tarantola e i consiglieri. Tra le tante misure, il recupero delle risorse interne: si sta procedendo a una mappatura delle competenze del personale (esistono ancora figure come i tecnici della pellicola in piena era digitale) per ricondurre in azienda costi che ora finiscono all'esterno.

Il 2 ottobre il direttore generale incontrerà i sindacati e porrà sul tavolo delle trattative di un contratto interno in sospeso dal 2009 la rivisitazione delle figure professionali che Gubitosi giudica appunto ferme agli anni Ottanta-Novanta.

Non sarà un confronto semplice. Ma Gubitosi lo ritiene indilazionabile per ridurre i costi esterni.
Altre ipotesi come la vendita della sede centrale di viale Mazzini 14 e l'allontanamento traumatico del vicedirettore generale Gianfranco Comanducci vengono smentite.

Si pensa invece a una dismissione della sede torinese, al centro di un complesso e oneroso progetto di ristrutturazione. In quanto a Comanducci (che ha chiesto spontaneamente di essere sottoposto a un accertamento interno dopo la questione dei 500 milioni ricevuti dalla Fondiaria in seguito a un incidente, e la Fondiaria è legata a un contratto con viale Mazzini) una nota ufficiale ha escluso ieri ogni iniziativa spettacolare («nessuna volontà dei vertici di allontanare Comanducci»).

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…