dario bellezza

RARA BELLEZZA - AFFAMATO DI CORPI E DI VITA, PROVOCATORIO E FRAGILE, MALEDETTO COME POCHI ALTRI, QUESTO ERA DARIO BELLEZZA. UN POETA ANCORA OGGI ZAVORRATO DA ETICHETTE ERRATE E SUPERFICIALI, IN REALTÀ SEMPLICEMENTE ESTRANEO ALLA BORGHESIA LETTERARIA DEL NOSTRO NOVECENTO - TRA AMPLESSI E RIMORSI, MUORE NEL 1996 ACCANTO ALLA FEDELE POVERTÀ

 

Daniele Mencarelli per www.ilfoglio.it

 

“Mi accorgo inseguendo una oscura / sagoma di quanto tempo sprecato / la vita mi consegnò nascendo / più vivo degli altri umani, solo / e chiaro celeste in un terrestre mondo”.

 

Affamato di corpi e di vita, provocatorio e fragile, maledetto come pochi altri, questo era Dario Bellezza. Un poeta ancora oggi zavorrato da etichette errate e superficiali, in realtà semplicemente estraneo a quella borghesia letteraria che ha tracciato la via maestra del nostro Novecento e che domina tutt’oggi.

 

Dario Bellezza nasce a Roma, Trastevere per la precisione, il 5 settembre del 1944. Lo si tenga a mente questo dato, perché Dario non era uno dei tanti artisti adottati dalla Capitale negli anni in cui si considerava ombelico del mondo, no, Dario era romano, in lui, naturalmente, conviveva la Suburra e l’ombra della Cupola più alta, il vizio dei corpi di strada e la fede secolarizzata della chiesa cattolica. Proprio in questo, apparente, ossimoro vive tutta l’opera e non meno la vita di Bellezza.

dario bellezza

 

Tra amplessi e rimorsi, sotto un cielo che non si nega alla trascendenza, a Dio, o alla sua terribile negazione.

 

Dario vive a Monteverde, in lui il fuoco della scrittura si palesa che è ancora adolescente, già diverso, già reietto, quando l’omosessualità era davvero un tabù sociale e familiare inscalfibile. Soffre al giudizio del mondo, per questo comincia a fuggire, dalla famiglia, da ogni esistenza regolare, borghese. E’ ancora giovane quando conosce la compagna, forse l’unica, che gli starà accanto per sempre: la precarietà, in primis economica, ma anche affettiva, amorosa.

 

Il 1968 si rivela per il ventiquattrenne Bellezza un anno cruciale. Conosce Enzo Siciliano, su Nuovi Argomenti appare una sua selezione di versi, sempre nello stesso anno ecco comparire nella sua vita l’astro gigantesco di Pier Paolo Pasolini.

  

Dario e Pier Paolo diventano amici, di più, Dario inizia a lavorare per Pier Paolo, ne diviene collaboratore e confidente, compagno di strada, tra incontri letterari e fughe notturne, dai salotti della buonissima borghesia romana alle borgate delle marchette, dagli amati ragazzi di vita.

 

Nel 1971 esce “Invettive e Licenze”, Pasolini saluta questo libro come l’opera del miglior poeta della sua generazione, il libro non passa inosservato: anche pubblico e critica si accorgono delle qualità poetiche di Bellezza. Dario, sulla scia di questo successo, prova a radicarsi, a diventare grande: prende casa vicino a Campo de’ Fiori, questo luogo diventerà custode della sua produzione letteraria e di tutta la sua esistenza.

 

dario bellezza

Ma non c’è tentativo che tenga, non c’è normalità da conquistare, perché Dario dentro di sé ha una bestia che latra, una bestia che ha bisogno dell’altro da sé come dell’aria, e questa smania lo spinge, di notte in notte, a cercare sempre la stessa tregua, sempre momentanea. Il sesso come antidoto fugace al dolore, lo svuotamento come indizio di pace, breve, brevissima.

 

pier paolo pasolini maria callas

La morte di Pasolini, il 2 novembre del 1975, coglie la società letteraria frontalmente, Dario, che nel frattempo ha legato con le grandi eminenze che in quegli anni orbitavano attorno a Roma, da Penna a Palazzeschi, dalla Ortese alla Morante, resta sconvolto innanzi a quella morte così violenta e simbolica. Perché Pasolini poteva morire solo a Ostia, un nome come un sigillo, il corpo che si fa dono. Tutti elementi drammaticamente vivi anche nel cuore di Bellezza, che inizia, come fanno gli artisti veri, spesso veggenti loro malgrado, a scorgere il proprio orizzonte tragico.

   

Nel 1976 esce “Morte Segreta”, uno dei libri più belli del secondo Novecento italiano, con cui Dario vincerà il premio Viareggio. La summa di tutta la produzione bellezziana, un meraviglioso atto di resa, una poesia scarna, struggente, dove pena e amore si rincorrono. Morte segreta, rappresenta un approdo, di certo non esistenziale, ma senz’altro poetico, un libro dove il poeta guarda, per utilizzare le parole di Sbarbaro con occhi asciutti se stesso, senza pietà, senza indulgenza alcuna. Dario continua a scrivere, si dedica con successo a teatro e prosa, ma qualcosa della sua città non sembra più in grado di soddisfarlo. Roma sta cambiando. Sotto la spinta del benessere economico i quartieri si trasformano, le borgate diventano altro. Per questo decide di andarsene, si trasferisce in Basilicata, dove l’innocenza dei cuori è ancora percepibile negli occhi delle persone. Dario anche in questa fase è molto prolifico ma, nell’ombra, qualcosa dentro di lui lo sta divorando, e non è la fame di vita che lo abita da sempre, nemmeno la smania sessuale, bestialmente compiuta.

pier paolo pasolini e italo calvino al caffe rosati

  

L’Aids si abbatte sul mondo di Bellezza, stermina senza pietà, e lui non si tira indietro. Muore il 31 marzo del 1996 dopo lunga malattia, accanto alla fedele povertà. Una morte uguale a tutta la sua vita, sfrontata, coraggiosa e sincera. Vita meravigliosamente sovrapposta alla sua opera, come si conviene agli artisti degni di questo nome. Tutte qualità che i mediocri della nostra letteratura scambiarono per difetti.

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NIN CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...