sandro ruotolo

RUOTOLO DI SCORTA - REVOCATA LA PROTEZIONE AL GIORNALISTA, PER L'EX MINISTRO ORLANDO ''INDAGAVA SULLO STAFF DI SALVINI, È CASUALE?''. IL GRILLINO MORRA: ''VA PROTETTO'', E CON LUI ALTRI DEL M5S - MA I TWITTAROLI SALVINIANI DICONO CHE CON IL CLAN ZAGARIA SGOMINATO, NON RISCHIA PIÙ. BEPPE GIULIETTI: ''LE CONDANNE A MORTE DELLA MAFIA NON HANNO UNA DATA DI SCADENZA''

1. REVOCATA LA SCORTA AL GIORNALISTA RUOTOLO, CRITICHE DAL M5S

Sandro Ruotolo

Giuseppe Alberto Falci per il ''Corriere della Sera''

 

Il caso lo ha sollevato con un' interrogazione l' ex ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd). «Hanno tolto la scorta a Sandro Ruotolo, giornalista da sempre impegnato in inchieste sulle mafie» ha reso noto l' ex Guardasigilli, che ha subito avanzato un dubbio: Ruotolo è «anche il giornalista che si è occupato della "Bestia", il dispositivo propagandistico del ministro dell' Interno. Casualità?».

 

MATTEO SALVINI E IL LEGO CON LA RUSPA

La notizia ha avuto come seguito una salva di critiche contro il ministero dell' Interno, a cominciare da esponenti di M5S, partner di governo di Salvini, a cui hanno fatto seguito le parole del presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra: «Si devono proteggere i giornalisti esposti, Sandro è uno di questi.

 

Nel rispetto del lavoro delle istituzioni preposte, io sto con Sandro». E dopo Morra diversi altri parlamentari pentastellati hanno fatto sentire la loro voce, fino alla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Sarti.

«I giornalisti impegnati contro le #mafie devono essere sempre protetti. Nessun passo indietro, bisogna far sentire a Sandro #Ruotolo che lo Stato è con lui». Così su Twitter la deputata del Movimento 5 Stelle Vittoria Baldino.

ruotolo de magistris

 

L' ex presidente del Senato Pietro Grasso ha sottolineato come le minacce del clan dei casalesi a Ruotolo «non hanno scadenza» e quindi il giornalista è in pericolo: concetto evidenziato anche da Roberto Saviano, da Giuseppe Antoci, sfuggito ad un agguato nel 2016, e dal testimone di Giustizia Luigi Coppola. In particolare Saviano, rivolgendosi al Viminale, ha chiesto: «Chi ha deciso ha tenuto conto della "lunga memoria" del clan dei casalesi? Sa che Michele Zagaria, che ha considerato Ruotolo suo nemico, non vuole collaborare con lo Stato e cova rancore?».

 

La Fnsi, il sindacato dei giornalisti, si è rivolto al premier Giuseppe Conte, chiedendo di rivedere la decisione: «Levargli la scorta sarebbe una scelta incomprensibile, pericolosa e lo metterebbe in condizione di non poter più proseguire nell' impegno di questi anni».

nicola morra

Anche il presidente dell' Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna, è intervenuto sulla vicenda: «Saremmo felici se fossero cessate le esigenze di massima tutela per Sandro Ruotolo. Siamo invece molto preoccupati perché la decisione non appare supportata da valutazione ponderata. Una scelta del genere va spiegata con trasparenza perché la tutela di un giornalista fortemente esposto riguarda l' opinione pubblica e l' idea di Paese che il governo ha».

 

 

2. RUOTOLO, VORREI CONTINUARE A FARE GIORNALISTA,CERCARE VERITÀ 

(ANSA) - "Io solo così so fare il giornalista. Stare sui territori, raccontare, intervistare, cercare la verità. Vorrei continuare a poterlo fare". E' l'ultimo messaggio scritto su Facebook da Sandro Ruotolo, il giornalista minacciato dalla camorra per le sue inchieste e a cui il ministero dell'Interno toglierà la scorta. In un precedente post il cronista ha ringraziato i cittadini che gli hanno mandato messaggi di affetto e solidarietà, e ha concluso così: "La mafia è una montagna di merda".

Sandro Ruotolo e Antonio Di Pietro

 

"Avevo deciso di non dire nulla per il rispetto che ho delle istituzioni - è la premessa - E non dirò nulla per le decisioni che riguardano la mia protezione. Ma una cosa voglio dirvi: vorrei ringraziarvi uno a uno per la marea d'affetto, di solidarietà, di stima che mi state dimostrando. E i messaggi che più mi colpiscono sono i vostri, quelli delle persone che incontro nel paese reale, che ho conosciuto nella mia lunga vita di cronista e della comunità con cui sto in contatto sui social media. Difenderò sempre la mia indipendenza che non vuol dire non aver un punto di vista, la mia autonomia, l'amore per il mio paese".

 

 

sandro ruotolo

3.  LE SENTENZE DI MAFIA NON SCADONO

Beppe Giulietti per www.ilfattoquotidiano.it

 

“Le sentenze di morte di Pasquale Zagaria e della mafia non hanno una data di scadenza”. Così Paolo Borrometi, giornalista costretto a una vita sotto scorta e presiedente di Articolo 21, ha commentato la possibilità che sia revocata la scorta a Sandro Ruotolo. La decisione sarebbe stata assunta dall’ufficio scorte del ministero degli Interni, dopo aver ricevuto una relazione della prefettura di Roma secondo la quale il cronista non avrebbe più minacce dal 2016.

 

La notizia è stata accolta da un’ondata di indignazione che ha coinvolto forze politiche di governo e di opposizione, le istituzioni dei giornalisti e, soprattutto, migliaia e migliaia di cittadine e di cittadini che hanno conosciuto Sandro nel suo impegno professionale e nella sua quotidiana azione per diffondere la cultura della legalità.

 

Michele Santoro, Sandro Ruotolo e Carlo Freccero

Sandro Ruotolo è stato costretto a una vita sotto scorta per le sue inchieste nel casertano, sul traffico dei rifiuti nocivi, sul ruolo dei Casalesi. Il boss Pasquale Zagaria ha più volte manifestato il desiderio di vendicarsi e di “scuoiarlo”. Le stesse minacce rivolte a Roberto Saviano, a Rosaria Capacchione, a Marilena Natale che domani, a Caserta, sarà in un’aula di un tribunale per testimoniare contro i suoi presunti aggressori.

 

SANDRO RUOTOLO MARCO TRAVAGLIO

Ruotolo, tuttavia, non è nel loro mirino solo per quella che ha scritto in passato, ma anche per le inchieste che continua a realizzare nel presente collaborando con il sito Fanpage, uno straordinario laboratorio di giornalismo investigativo. È stato lui a seguire le orme degli aggressori di Paolo Borrometi e a ricostruire la catena delle minacce dei traffici mafiosi a Pachino e dintorni. Nelle prossime ore, sempre su Fanpage, uscirà una sua inchiesta sul sequestro Cirillo: sulla trattativa tra Stato e camorra per arrivare alla liberazione dell’assessore democristiano e sul ruolo svolto dal clan Cutolo.

 

Si aggiunga a questo che Ruotolo ha accettato di diventare presidente dell’Unione cronisti della Campania, di rappresentare la Federazione della stampa e il coraggioso sindacato dei giornalisti campani nei territori più a rischio; di trasformarsi in “scorta mediatica” a disposizione dei tanti colleghi minacciati in Campania e non solo. Levargli la scorta significa anche ostacolare questo impegno, renderlo impossibile: impedire a Ruotolo di rimettere piede nelle zone dominate da mafie e camorra.

arresto di michele zagaria 1

 

Ci auguriamo che quanti – soprattutto in sede politica – hanno trovato il modo di manifestare la loro solidarietà e il loro affetto a Ruotolo, vogliano ora far sentire la loro voce al ministero degli Interni e fermare una decisione sbagliata e pericolosa, anche perché “le minacce della mafia non hanno scadenza”.

arresto di michele zagaria 5

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…