MAI DIRE RAI! LE TESTATE RESTANO MA I VICEDIRETTORI SE NE VANNO: CON LA RIFORMA GUBITOSI I VICE DEI TG RAI SCENDONO DA 32 A 12 E I DIRETTORI DA 8 A 2. RISPARMIO PREVISTO DAL PIANO DEL DG: 100 MILIONI DI EURO

RAI, 2 SOLI DIRETTORI E 12 VICE. IN ARRIVO VALANGA DI RICORSI

Rai Andrea Vianello Luigi Gubitosi Angelo Teodoli Giancarlo Leone Rai Andrea Vianello Luigi Gubitosi Angelo Teodoli Giancarlo Leone

Claudio Marincola per “Il Messaggero”

 

Sguardi preoccupati, conciliaboli nei corridoi, cellulari bollenti. In viale Mazzini e a Saxa Rubra è allarme rosso. Gli 8 direttori delle testate giornalistiche si sentono appesi a un filo. Idem i loro vice. Nessuno è più sicuro. Il nuovo scenario, la riorganizzazione del loro posto di lavoro, si intravede appena ma già fa “paura”: prevede solo due superdirettori e 12 vice al posto degli attuali 32. Che ne sarà degli altri?

 

Nuvole nere in avvicinamento. Chi minaccia vertenze, contenzioso che si aggiungerebbe al contenzioso già esistente, una montagna che incombe da sempre sull’ufficio legale. Chi conta i mesi che mancano alla pensione, chi s’informa sull’eventuale buonuscita. Chi si sente in una botte di ferro perché «la qualifica ad personam non me la possono togliere».

luigi gubitosi e consorteluigi gubitosi e consorte

Nella giungla dei contratti che ai bei tempi si siglavano in viale Mazzini ognuno ha il suo sentierino da percorrere. Un’uscita di sicurezza, un codicillo che lo blinda, una personalissima clausola di salvaguardia. Basteranno? 

 

Dopo le indicazioni della Vigilanza, il dg Gubitosi è pronto a recepire le correzioni e a varare comunque il piano anti-sprechi. Prevede accorpamenti, risparmi, sinergie. Sa che ad aprile il suo mandato scadrà e che in molti lavorano per farli finire entrambi in prescrizione. Lui e il «suo» piano, una fatica di Sisifo. Un’ostilità che in questi mesi ha messo a nudo le lobby, le porte comunicanti, il filo che non si è mai spezzato tra Montecitorio e viale Mazzini. 

 

IL NUOVO TESTO 

Luigi GubitosiLuigi Gubitosi

La Rai che pensa Gubitosi, forse - anzi, sicuramente - non è quella di Renzi ma è un modello che almeno nella “taglia” le si avvicina molto. Meno giornalisti che fanno le stesse cose, meno tg fotocopia, un rullo di notizie no stop lavorate a capo chino sul desk.Il piano anti-sprechi, dicevamo, verrà riscritto come chiede la Commissione, tenendo conto di tutte, dicansi «tutte», le prescrizioni. Da ieri è sul tavolo degli esperti. Dovranno recepire le 17 correzioni indicate dai membri della Vigilanza con la matita blu. Un flusso ininterrotto di richiami a trasparenza, autonomia, democrazia, pluralismo. Parole che a furia di rimanere inascoltate rischiano di sembrare vuote. 

 

L’impostazione generale resterà la stessa. In una prima fase nasceranno due newsroom guidata ognuna da un “superdirettore”. Meno duplicazioni,, nuova offerta formativa. La squadra che ci sta lavorando è la stessa che aveva predisposto il piano: Francesco Nardella, capostruttura di Raifiction; Valerio Fiorespino, direttore Risorse umane e Nino Rizzo Nervo, in Rai dal 1979, ex direttore del Tg3 e direttore della Scuola di giornalismo di Perugia. Insomma, si va avanti, sapendo bene che tutto questo lavoro potrebbe restare sulla carta perché cda e dg scadranno ad aprile. L’agenda, riveduta e corretta, prevede la stesura del nuovo piano e l’approvazione entro marzo, dopo il solito «ampio dibattito».

LUIGI GUBITOSI IN VERSIONE BLUES BROTHER ALLA FESTA DI DESIREE COLAPIETRO FOTO DA IL MESSAGGERO LUIGI GUBITOSI IN VERSIONE BLUES BROTHER ALLA FESTA DI DESIREE COLAPIETRO FOTO DA IL MESSAGGERO

 

FACCIA A FACCIA

Ieri il dg Luigi Gubitosi ha incontrato il presidente della Vigilanza Roberto Fico nella sede della commissione a San Macuto. Gli ha assicurato che tutti i punti contenuti nella risoluzione votata all’unanimità dai membri della Commissione verranno inglobati nel nuovo piano. Un gesto dovuto ma anche di sottomissione alla Vigilanza a cui la legge assegna compiti di indirizzo e controllo, composta da 20 deputati e 20 senatori, nominati dai presidenti delle due Camere del Parlamento sulla base delle designazioni effettuate dai gruppi parlamentari in proporzione tra le forze politiche. 

 

beppe grillo e roberto fico a napoli beppe grillo e roberto fico a napoli

Molti non se ne sono accorti ma il piano in realtà è già partito. Dopo la figuraccia di Brisbane, i 5 microfoni Rai piazzati sotto il mento di Renzi in Australia, in viale Mazzini si sono dati, diciamo, una regolata. Nella trasferta renziana di New York gli inviati erano due - è già stato fatto notare nell’entourage del direttore generale - ma questo non ha impedito alle altre testate di confezionare servizi e approfondimenti «in totale autonomia». 

 

Nella prima fase nasceranno due newsroom, da una parte Tg1, Tg2 e RaiParlamento, dall’altra Tg3, Tgr e Rainews24. A Raiuno verà affidata la parte più istituzionale; Raidue sarà orientata verso giovani, sport, innovazione e cronaca internazionale e Raitre darà spazio alla sua vocazione verso sociale, cultura e territorio. A Rainews, sempre più esposta alla concorrenza del canale all news di Sky, verrebbe invece riservata la fascia notturna per tutte le reti. 

 

Un discorso a parte per Raisport: un pianeta a parte, con un suo direttore e un organico ancora da definire. Fin qui il piano. Cambierebbe un assetto identico da 35 anni. Una spending che dovrebbe portare, a regime, risparmi per 100 milioni di euro. In parallelo si pensa ad un piano di pensionamenti: tra funzionari, amministrativi e giornalisti 300 dipendenti. Un esodo volontario per chi ha già i requisiti o è molto vicino e potrebbe essere invogliato dagli incentivi.

maurizio gasparri saluta alessandra mussolinimaurizio gasparri saluta alessandra mussolini

 

«I marchi dei Tg non scompariranno - aveva assicurato Gubitosi nel settembre scorso , quando fu sentito dalla Commissione - e non ci saranno tagli lineari come avvenuto nel 2012». Insomma, il punto 3 della risoluzione, quello sull’identità delle testate, e che più di tutti ha fatto discutere, a sentire il dg non avrebbe motivo di esserci. La fusione fredda non ci sarà.

 

IL CONCORSONE

Nessuna parola invece sull’informazione delle Reti, un punto su cui insiste molto l’Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti Rai. E neanche sul concorsone Rai fermo ai box (il bando per definire la società che dovrà valutare le 5 mila domande non è stato ancora assegnato).

 

Tutto qui? No nei prossimi giorni lo scontro continuerà. Ancora ieri il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, padre della legge che da oltre 10 anni regolamenta il nostro sistema radiotelevisivo, politicamente agli antipodi rispetto all’Usigrai, ha messo in guardia il cda Rai contro «ogni orientamento» diverso dalle deliberazioni del Parlamento «che avrebbe in questo caso tutto il diritto di contestarle e bloccarle». Autonomia ma solo fino a un certo punto.

 

paris carloparis carlo

 

 

CAOS A RAISPORT: DIMISSIONI A RAFFICA E RISCHIO CHIUSURA PER UN CANALE

Che succede a Raisport? Redazione in subbuglio, dimissioni in massa, rischio chiusura di un canale: sembra che l’avvicendamento deciso improvvisamente lo scorso settembre tra Mauro Mazza e Carlo Paris, storico sindacalista Usigrai, non abbia portato bene alla testata sportiva della Rai. 

 

A Mazza si imputavano ascolti bassi per i due canali (Raisport 1 e 2) e la divisione della redazione, per questo fu sollevato dall'incarico dopo la prima giornata di campionato, quando ormai tutti i programmi per la nuova stagione erano stati impostati. Voci di corridoio di Saxa Rubra, però, notano che con Paris gli ascolti non sono affatto migliorati, e il clima in redazione è addirittura peggiorato.

 

Il piano editoriale in prima battuta (a gennaio, dopo una lunghissima gestazione) è stato bocciato dalla redazione. In seconda invece approvato. Le modifiche organizzative apportate in questa seconda versione (un supervisore sul calcio, Jacopo Volpi) hanno portato alle dimissioni del caporedattore della redazione calcio (la più importante) e alla conseguente dimissione di (quasi) tutta la Line del Calcio che ha chiesto il cambio di redazione, un vicecaporedattore e tre capiservizio. La redazione calcio è ora temporaneamente affidata ad Alessandro Forti, unico a non essersi dimesso.

Mauro Mazza Mauro Mazza

 

Anche a Milano la redazione (22 persone) è in subbuglio. Sia per il siluramento del vicedirettore Maurizio Losa (fino a un anno fa nella terna del dg per diventare direttore), tornato a fare il caporedattore e sostituito alla vicedirezione da Marco Civoli (storico telecronista, in questi anni ormai solo commentatore).

 

A Civoli è rimasta solo la "delega su Milano". La delega ai motori, da sempre afferente alla redazione di Milano, è stata invece spostata a Roma e affidata a Marco Franzelli, in arrivo da Rainews. Proprio questa scelta sembra sia stata all'origine della bocciatura delle scelte delle vicedirezioni da parte del Cda. Anche in questo caso approvate poi in seconda battuta.

 

Il Piano di Paris prevede la trasformazione di Raisport 1 in HD (da luglio) con la trasformazione di Raisport 2 nella copia del primo canale ma non in HD: di fatto una chiusura sostanziale del canale. Per un solo canale e senza grandi spazi sui canali generalisti, a che serve una redazione di 120 persone?

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’. UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA) - L'ULTIMA SPERANZA DI CALTARICCONE: ESSENDO MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS, A DECIDERE LA DEROGA DAL ‘’PASSIVITY RULE’’ SARÀ L’ASSEMBLEA: SE IN FORMA ORDINARIA (A MAGGIORANZA), CALTAPERDE; SE STRAORDINARIA (CON I DUE TERZI DEL CAPITALE PRESENTE), CALTAVINCE...

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...