carla fracci rudolf nureyev

RUDY ALLA META - CARLA FRACCI: ''A 25 ANNI DALLA MORTE, NUREYEV È ANCORA CON ME. SENTO OGGI LE STESSE SENSAZIONI DI QUELLA SERA IN CUI HO PERSO IL MIO GRANDE FRATELLO BUONO. BALLARE CON LUI ERA UNA SFIDA. CARATTERE DIFFICILE. UOMO CAPRICCIOSO E VOLUBILE. ECCENTRICO E COMPETITIVO. MA DI GRANDISSIMA GENEROSITÀ''

Rita Vecchio per http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/

 

 

carla fracci rudolf nureyev

Il Divo Rudolf Nureyef. Venticinque anni fa. Era il 6 gennaio 1993 quando la notizia della morte del grande ballerino e coreografo russo echeggiò in tutto il mondo. Indimenticabili il pas de deux con Margot Fonteyn (la Lady del balletto inglese, ndr) in Margherita e Armando creato nel 63 da Frederick Ashton sulla Signora delle camelie di Dumas, o la Bella Addormentata con la giovane Carla Fracci.

 

O i suoi Giselle e La Sylphide. «A distanza di tempo, sento oggi le stesse sensazioni di quella sera in cui ho perso il mio grande fratello buono. Rudolf è la persona di famiglia che non è mai uscita dalla mia vita e vive nella mia memoria non solo come danzatore celeberrimo», racconta una commossa Carla Fracci.

 

carla fracci rudolf nureyev

«L'ho conosciuto mentre ero in coda per salutare la Fonteyn al Covent Garden di Londra, dopo il suo Lago dei Cigni con David Blair. Anche se professionalmente ci sono state delle divergenze, c'era sincera stima e affetto. Con me come donna, prima ancora che con me come ballerina, ha avuto un riguardo affettivo che mi manca ancora oggi. E di fronte alla mia stanchezza di abbandonare il balletto, mi impose il dovere morale di continuare».

 

Lo ricorda così la Fracci, con lui in più di duecento balletti. «Ballare con Rudolf era una sfida. Carattere difficile. Uomo capriccioso e volubile. Eccentrico e competitivo. Ma di grandissima generosità. Era inammissibile per lui che nel lavoro non ci si impegnasse. Non voleva essere solo porteur della ballerina, ma voleva ballare con lei. E per guadagnarsi la sua stima, bisognava essere più forti e uscirne vittoriosi». E continua: «Il nostro rapporto era fra due competizioni che stavano per scrivere il futuro della danza. Quella morale e quella stilistica».

carla fracci rudolf nureyev

 

Una foto che la ritrae con un giovane Nureyev e la Fonteyn alla Scala del 1967. E un'altra nel passo a due di La Bella Addormentata Nel Bosco sempre alla Scala del 1978. Insieme a tantissimi ricordi. «Rudy, lo chiamavano le donne che gli preparavano le tazze di brodo che tanto amava. O Il Muzik, cioè il campagnolo, per le sue origini umili. Ricordo la penultima telefonata. Era con Charles Jude. Era un momento in cui io volevo smettere. Tu hai il dovere assoluto, morale e fisico, di seguitare. Sei padrona degli stili. E gli stili si propagano sempre e comunque. Ha così aggiunto al suo ultimo consiglio, il senso di dovere assoluto cui io non potevo sottrarmi».

 

E conclude: «Questo era Rudolf. Con forte personalità e debolezze. Il suo ricordo adesso mentre parlo, mi fa sentire ancora di più la mancanza di una persona che non è mai uscita dalla mia vita di donna, di madre, di moglie, di ballerina».

carla fracci rudolf nureyev

 

La Scala omaggerà l'ottantesimo anniversario della nascita e il venticinquesimo anniversario della scomparsa con due grandi spettacoli. La Serata Nureyev (il 24 a favore della Fondazione Francesca Rava, 25, 26, 29 maggio 2018) con le étoiles Svetlana Zakharova e Roberto Bolle, il Corpo di Ballo della Scala e con gli artisti ospiti Marianela Nuñez e Vadim Muntagirov, entrambi principal del Royal Ballet. E con Don Chisciotte di Minkus (10, 11, 13, 16, 18 luglio 2018), in repertorio alla Scala dal 1980, anno in cui Nureyev danzò proprio con la Fracci, che trasporterà il pubblico in una Spagna affascinante, tra danze di gitani, fandango, matadores, mulini a vento e il candore del giardino delle Driadi. Entrambi gli spettacoli saranno diretti da David Coleman.

 

margot fonteyn e rudolf nureyev

Lui che alla Scala entrò per la prima volta il 9 ottobre 1965, quando con Romeo e Giulietta arrivò in Italia. L'anno dopo era con Carla Fracci ed Erik Bruhn nella serata memorabile al Teatro dell'Opera di Roma. «Un'esperienza incredibile. La platea continuava ad applaudire per non lasciarci andare. Conservo ancora il manifesto dei nostri tre volti». Ricorda la Fracci. Ma questa, è già storia.

rudolf nureyevrudolf nureyev nel 1989NUREYEVnureyevrudolf nureyev rudolf nureyev carla fracci rudolf nureyev

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)