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SANREMO: MENO VIP, PIU’ INPS! - AL BANO E ROMINA RIPORTANO A GALLA VECCHI TRAUMI NAZIONALPOPOLARI (E IL PLAYBACK) - ARISA ED EMMA LEGGONO DAL GOBBO DEI PENSIERINI SUL FESTIVAL, SPONTANEE COME DUE OSTAGGI

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Simona Orlando per Dagospia

 

Già l’idea del red carpet, il giorno dopo i Grammy, è un colpo basso, un atto di masochismo nazionale. La presenza dei fuoriusciti dei talent, sdoganati e non o affini (giudici e ex giudici) è massiccia e fastidiosa come qualsiasi monopolio, e ci mancava la lunga anteprima a ricordarcelo, una carrellata di cantanti in stile day time di “Amici”/“X Factor”, in assetto semi-confessionale per aprirsi agli improperi (tipo Grignani che si ispira a Neil Young e Bob Dylan), e per citare i migliori versi delle canzoni in gara, che sulle note reggono poco e, senza, imbarazzano.

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Arisa gioca sul cognome e fa “un’uscita da Pippa”, azzarda pure un pesante seno sciolto nel vestito rosso, è più smaliziata di Emma, che in quel momento si sente “una principessa” e potrebbe tranquillamente migrare da “Kleinfeld” per “Abito da sposa cercasi”. Insieme chiudono la serata, prima leggendo dei pensierini sul festival, spontanee come due ostaggi (meglio su carta che su gobbo, a cui tutti si sono rivolti un po’ troppo spavaldamente nella serata), poi cantano “Il carrozzone”, in un momento autobiografico.

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Al Bano e Romina esordiscono riportando a galla vecchi traumi nazionalpopolari con la domanda “Come va? Coma va? Tutto ok tutto ok?” (col pollice a ok), lei salta quasi l’intero medley, il microfono era aperto ma sotto si sentivano le basi. A tratti stava seraficamente zitta. Deve essere l’effetto del buddismo.

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Standing ovation per la coppia scoppiata e rattoppata, e non ci pare di aver visto la stessa reazione per Pino Daniele, in quell’omaggio mozzo fatto da Siani. Davanti ad Al Bano che fa le flessioni, Conti perde ogni diplomazia, osa e chiede che lui e la Power si diano un bacino. Gelo, disorientamento. Al prende l’iniziativa puntando alla guancia, lei lo scansa, quasi schifata. Appena parlano, litigano. Lui dice: «Per molto tempo mi ha fatto cantare in tribunale», lei risponde scocciata: «E’ una battuta vecchia». Eppure il presentatore sigilla il numero con un “Siete veri, il vostro amore è autentico”, ignorando i milioni di testimoni.

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Pezzo forte della prima serata: la famiglia Anania da Catanzaro, padre madre e 16 figli. Ma non è opera dell’uomo, no, è opera di Dio, è merito dello Spirito Santo, a loro ci pensa la Provvidenza. Era troppo anche per il francescano Conti, che, sorpreso di ritrovarsi davanti Ned Flanders, ha cercato di smorzare l’evangelizzazione, ma doh, è venuto fuori uno spot contro il controllo delle nascite.

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Figli venuti al mondo come conigli cantava il generale di De Gregori. Se è troppo laico, lo ha ribadito di recente Papa Francesco nel suo discorso sulla paternità responsabile. Le canzoni del festival vanno ascoltate più volte, bisogna lasciarsi andare alla centrifuga radiofonica per capire cosa funzionerà.

 

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Intanto passano Dear Jack, Malika Ayane, Chiara, Nesli, Nek (l’unico che ha portato un pezzo movimentato) e Anna Lisa. A rischio eliminazione Lara Fabian, Grignani, Britti, Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi, che ha estratto dalla stazza una certa delicatezza, ha ristabilito un po’ di verità, ma ha perso l’occasione di affrontare il tema dell’identità sessuale scadendo nel patetico con quel “eppure essere umano”, sulla scia tatangelesca-poviana. Tutto il resto è amore, fortissimamente amore, anzi è cioccolata, con le frasi al bacio di Ferro.

 

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