pennac battisti

OCCHIO ALLA PENNAC! - LE SCUSE (TARDIVE) DELLO SCRITTORE: “SONO STATO UN IMBECILLE. FIRMARE L’APPELLO PER BATTISTI FU UNA STUPIDAGGINE, E’ UN BRUTTO CEFFO. HA MENTITO ALLA GIUSTIZIA ITALIANA, ALLA DOTTRINA MITTERRAND, ALLE PERSONE CHE HANNO GARANTITO PER LUI. DUNQUE IO HO SBAGLIATO A DIFENDERLO, MA NON SONO UN CRIMINALE”

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

pennac

La scrittrice, amica e finanziatrice delle spese legali Fred Vargas rifarebbe tutto e si ostina a considerare Cesare Battisti innocente, l' editrice Joëlle Losfeld non si pente dell' aiuto all' ex terrorista e considera la sua confessione come una manovra degli avvocati, invece Daniel Pennac fa autocritica: il sostegno a Battisti «è stata una stupidaggine assoluta, sono stato un idiota, non pensavo che Battisti potesse essere un così brutto ceffo».

 

Le scuse dello scrittore sono arrivate a Venezia, durante l' incontro conclusivo della rassegna culturale «Incontri di Civiltà» all' auditorium Santa Margherita. Un giornalista del Gazzettino ha chiesto a Pennac che cosa pensasse della confessione di Battisti e del sostegno offerto da tanti intellettuali francesi all' uomo condannato in Italia per quattro omicidi, ormai reo confesso, e lui ha risposto «per chiarire la mia posizione e non parlarne più».

 

battisti

«Battisti ha mentito alla giustizia italiana, alla dottrina Mitterrand, alle persone che hanno garantito per lui, Battisti adesso riconosce di essere un assassino e di avere ucciso quelle persone. Dunque io ho sbagliato a difenderlo, sono stato un imbecille. Ma non sono un criminale».

 

E qui lo scrittore del «Signor Malaussène» e di molti altri romanzi (editi in Italia da Feltrinelli) ha provato a spiegare i motivi che lo hanno portato a prendere quella posizione nel 2004, quando dopo molti anni passati da rifugiato in Francia Battisti venne arrestato a Parigi in vista di una estradizione in Italia.

 

DANIEL PENNAC 1

«Non è un individuo che ho difeso - dice Pennac -. Mi sono detto, nel 1985-1986 Mitterrand disarma l' estrema sinistra italiana: 100, 200, 300 persone vengono in Francia, depongono le armi, viene data loro in cambio l' immunità.

 

In questo modo Mitterrand ferma, con l' accordo del governo italiano, una guerra civile che ha fatto molti morti e che ne avrebbe fatti altri ancora se Mitterrand non avesse accolto i militanti italiani. Di colpo, la calma prende il posto dei combattimenti».

 

battisti in italia foto mezzelani gmt022

Ma questa ricostruzione storica soffre di una prospettiva troppo franco-centrica: se gli Anni di piombo in Italia sono finiti, se le Brigate rosse e gli altri gruppi terroristici sono stati sconfitti, non è certo merito di Mitterrand, che ha accolto gli ex terroristi italiani quando ormai gli scontri erano più o meno conclusi e per ragioni di politica interna, come un modo di venire a patti anche con l' estrema sinistra francese. Inoltre, la dottrina di Mitterrand si applicava solo agli estremisti che non si fossero macchiati di gravi fatti di sangue, e Battisti venne esplicitamente escluso dalla lista del ministro della Giustizia di Mitterrand, Robert Badinter.

battisti in italia foto mezzelani gmt014

 

Battisti è potuto rimanere in Francia grazie a una serie di disfunzioni e malintesi, non per una dottrina Mitterrand che a lui non venne applicata.

 

In seguito, fu semmai il premier socialista Lionel Jospin ad allargare - tacitamente - l' aiuto a tutti gli ex terroristi.

 

battisti in italia foto mezzelani gmt023

Prosegue comunque Pennac: «Battisti, adesso, dice "sono stato io", ma all' epoca diceva di essere innocente, incolpava la giustizia italiana e i pentiti. E io mi dicevo: è bene che gli italiani non tornino in Italia, e che tutti beneficino della pace ottenuta grazie alla dottrina Mitterrand. Ho sinceramente creduto che Battisti non fosse come le accuse lo dipingevano. Oggi invece è acclarato che lo è. Ho avuto torto e me ne scuso ma non mi scuserò mai di avere pensato che fosse giusto disarmare queste persone e ottenere la pace, alla fine di quegli spaventosi Anni di piombo».

 

daniel pennac

Daniel Pennac in sostanza ribadisce la necessità di un' amnistia, come disse in un' intervista a Giampiero Martinotti di Repubblica nel 2004: «Prima la giustizia, poi l' amnistia. Mi è difficile ammetterla sentimentalmente, soprattutto se si immaginano le vittime. Il problema non deve però essere considerato dal punto di vista affettivo».

francia danielle e francois mitterandDANIEL PENNAC

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…