balenciaga

“SE L’ALTA MODA E’ UN’ORCHESTRA, BALENCIAGA NE E’ STATO A LUNGO IL DIRETTORE” - AL VICTORIA & ALBERT MUSEUM DI LONDRA SI PREPARA LA MOSTRA SULLO STILISTA DEGLI STILISTI CHE CREÒ TUBINO E BABY-DOLL INFLUENZÒ IL FASHION MONDIALE ED EBBE TRA I SUOI SEGUACI GIVENCHY, UNGARO, PACO RABANNE E COURRÈGES

Cristina Marconi per Il Messaggero

 

abito da sera corto   cristobal balenciaga 1958abito da sera corto cristobal balenciaga 1958

Se l' alta moda è un' orchestra, Cristobal Balenciaga ne è stato a lungo il direttore. «Noi altri stilisti siamo i musicisti e seguiamo le indicazioni che dà», diceva un gigante come Christian Dior parlando del creatore spagnolo, mentre per Coco Chanel lui era l' unico «couturier nel vero senso della parola, gli altri sono solo disegnatori di moda».

 

Non c' è solo un vestito o una tendenza a definire lo stilista degli stilisti, ma un approccio avanguardistico alla sartoria che ha avuto un' influenza incalcolabile, tanto che «non c' è donna che nel suo armadio non abbia almeno qualcosa di ispirato al suo lavoro».

 

BALENCIAGA 5BALENCIAGA 5

A dirlo è Cassie Davies-Strodder, la curatrice della mostra che il Victoria & Albert Museum sta preparando sul lavoro di Balenciaga e che aprirà il 27 maggio prossimo a Londra.

 

LA CARRIERA Con più di cento vestiti e una ventina di cappelli straordinari, la mostra Balenciaga: Shaping Fashion si concentrerà sull' ultima parte della lunga carriera del creatore, tra gli anni '50 e '60, probabilmente la più feconda, quella in cui lanciò forme fino ad allora inedite ma ora classiche come il sacchetto, la tunica, il babydoll e il tubino.

 

BALENCIAGA 11BALENCIAGA 11

Un lavoro di ridisegnamento e di astrazione del corpo femminile che secondo la Davies-Strodder si può ricondurre al modernismo e che prende spunto dalla Spagna, certamente, con le gonne più corte davanti come quelle del flamenco o certe mantelle che riprendono quelle dei toreri, ma dove l' ispirazione viene sempre superata e mai seguita pedissequamente.

 

BALENCIAGA 9BALENCIAGA 9

In Balenciaga, ad esempio, c' è una maniera speciale di lavorare sullo spazio tra il corpo e il tessuto del vestito, quello che i giapponesi chiamano Ma indicando la pausa tra le parole nell' haiku, e quello spazio viene raccontato da chi indossava quei vestiti come qualcosa di dinamico, «con la parte anteriore delle gonne lunghe che correvano un po' più veloci del mio passo», secondo il ricordo di Pauline de Rothschild.

 

Maestro di taglio e di cucito, oltre che grande creatore, Cristobal Balenciaga usava dei piccoli trucchi, come pesi e stecche, che la mostra del V&A ha deciso di rivelare grazie ad immagini degli abiti passati ai raggi X, esposte accanto ai vestiti, molti dei quali provenienti dalla collezione Balenciaga del V&A aperta negli anni '70 dal leggendario fotografo Cecil Beaton, mentre con l' aiuto del London College of Fashion sarà possibile vedere la costruzione degli abiti, sempre creati a partire da un unico pezzo di tessuto, con una straordinaria padronanza dei propri mezzi.

 

LE ORIGINI Nato nel 1895, figlio di una sarta, Balenciaga non aveva ancora vent' anni quando iniziò a fare vestiti alla nobildonna del suo villaggio, nei Paesi Baschi. Il suo primo negozio, a San Sebastian, ebbe talmente tanto successo che ne aprì altri a Madrid e a Barcellona e arrivò a lavorare per la famiglia reale prima di chiudere tutto e trasferirsi a Parigi durante la guerra civile, nel 1937.

BALENCIAGA 4BALENCIAGA 4

 

«Tra le sue fonti d' ispirazione c' è sicuramente Madeleine Vionnet», spiega la Davies-Strodder, che cita tra i suoi seguaci Hubert de Givenchy, suo allievo, così come André Courrèges, Emmanuel Ungaro, Paco Rabanne, Oscar de la Renta, ascrivendo a Balenciaga la nascita della silhouette minimalista, che ha influenzato tutti gli anni '50 e che oggi si ritrova nel lavoro di stilisti più giovani come Phoebe Philo per Céline.

 

Durante le sue sfilate qualcuno sveniva, Diana Vreeland cercava di mantenere un contegno, alcune faceva paragoni con le udienze dal papa. Le sue modelle erano donne non giovani, non particolarmente belle né magre, soprannominate i mostri, e lui le imponeva anche alle riviste, con l' idea che i suoi vestiti dovessero stare bene alle persone normali, ancorché molto ricche.

 

Le sue commesse erano matrone severe e da lui andavano donne come Mina von Bismark, una delle più ricche del mondo, si faceva fare anche i pantaloncini da giardinaggio. Nella sua vita ha rilasciato una sola intervista, nel 1971, spiegando che la sua riservatezza non era dovuta a manie di grandezza ma «all' assoluta impossibilità di spiegare il suo mestiere a qualcuno».

 

BALENCIAGA 1BALENCIAGA 1

Non c' è dubbio che negli anni Balenciaga abbia preso più polvere di Chanel o di Dior o Givenchy, sebbene facesse ieri quello che gli altri faranno domani, come scrisse Vogue. Forse perché nel 1968, incapace di abbracciare la produzione di massa e di creare abiti per donne che non conosceva, ha chiuso il suo negozio, lasciando orfane le sue clienti, alcune delle quali si chiusero in casa per giorni dalla disperazione. Ma quando nel 1972 i giornali titolarono il re è morto', nessuno ebbe alcun dubbio: si parlava di Balenciaga.

BALENCIAGABALENCIAGA

 

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…